Pronti quanto basta e poi via: mille chilometri a piedi per percorre, in poco più di un mese e mezzo,
tutta la Via Francigena, dal Colle del Gran San Bernardo a Roma
. Giorno per giorno ecco il racconto di
CamminaFrancigena 2015,
un viaggio organizzato da Movimento Lento/Sloways in collaborazione con il Touring Club Italiano. Fino al 2 settembre si alterneranno 5/6 camminatori che oltre a ripercorrere i sentieri dei pellegrini medievali racconteranno l’Italia minore, quella deve ancora essere conosciuta, ammirata, valorizzata. Buon cammino.
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Introduzione:
Parte CamminaFrancigena: un mese e mezzo di cammino lungo la Via Francigena
Tappe 1-2-3, dal Gran San Bernardo a Chatillon
Tappa 16. DA MONTALE A FIORENZUOLA
Colazione casalinga a Montale nell’ospitale cucina dell’ostello San Pietro, che con fatica lasciamo per affrontare la temuta via Emilia e il suo traffico, camminando per un breve tratto sul ciglio della strada. Da quando ce la lasciamo alle spalle, è un susseguirsi di stradine ciclopedonali, perlopiù asfaltate, immerse tra campi coltivati di granturco, mais e pomodori. Incontriamo ogni tanto casolari e cascine, con bambini che giocano nell’aia e trattori in andamento nei terreni intorno. Verso mezzogiorno passiamo nei pressi del
castello di Paderna
e pensiamo bene di suonare alla porta. Lo scenario cambia all’improvviso: ci apre la castellana,
entriamo nel castello e ci troviamo con le gambe sotto il tavolo a condividere la nostra spesa per i panini e il loro risotto
con uno dei loro migliori vini nella sala da pranzo tra pavimento in cotto, soffitto a cassettoni e stoviglie d’epoca. Un pranzo davvero surreale, soprattutto per pellegrini di ventura, che a un certo punto salutano i castellani e tornano sulla via per riprendere il cammino verso Fiorenzuola d’Arda. Arriviamo nel tardo pomeriggio, avvolti da una bellissima luce arancione, all’Agriturismo Battibue: un luogo delizioso alle porte della cittadina, dall’ospitalità speciale: aperitivo e cena all’aperto, in mezzo a un prato inglese e verdissimo, a goderci il tramonto gustando le specialità locali. La notte trascorsa sullo stesso prato, sotto le stelle, dona alla giornata una decisiva nota poetica.
Tappa 17. DA FIORENZUOLA A FIDENZA
Questa mattina ci sveglia il gallo dell’agriturismo: il sole è ancora lontano dal sorgere, il prato è umido e le zanzare iniziano a ronzarci intorno timidamente. Alle prime luci del giorno ci alziamo e ci attende una colazione bucolica e ottima quanto la cena della sera prima: torte e marmellate fatte in casa gustate a un tavolino sotto una quercia, coi piedi nell’erba ancora fresca di rugiada.
Partiamo a malincuore, e dopo pochi chilometri arriviamo alla
bellissima abbazia di Chiaravalle della Colomba, visitiamo il chiostro
, lasciandoci trasportare dalle atmosfere di altri tempi che si respirano al suo interno. Qui conosciamo un pellegrino, Stefano, che decide di proseguire con noi. Ci rimettiamo in cammino lungo una tappa che regala scorci un po’ più vari dei precedenti, pur incrociando per due volte l’autostrada del Sole.
L’
arrivo a Fidenza
, preceduto dalla sua vista in lontananza, è molto emozionante, e si conclude con la visita del duomo, impreziosita dalla suggestiva luce del pomeriggio inoltrato. Utilizziamo le ultime energie per fare un po’ di spesa per la cena e le colazione di domani, approfittando del fatto che passeremo la notte in un piccolo ostello con uso cucina.
Raggiunta la pieve di Cabriolo e l’ostello gestito da Don Marek, ci sistemiamo e ci gustiamo un’altra cena all’aperto, nel più totale silenzio.
Tappa 18. DA FIDENZA A MADESANO
Il gallo ha cantato da poco che ci ritroviamo tutti in piedi in cucina, con lo zaino quasi pronto e le gambe calde, nonostante gli occhi ancora un po’ assonnati. Il nostro amico pellegrino è già partito silenziosamente. Con la scusa di una tappa più corta prevista per oggi, noi invece affrontiamo i preparativi della mattina con più calma del solito. Non c’è che dire, con questa tappa il paesaggio è proprio cambiato: colline morbide e variopinte hanno preso il posto delle pianure e delle coltivazioni estese.
Appena superata la chiesa di Siccomonte e il castello di Costamezzana, i piedi iniziano a segnare il ritmo del passo tra vigneti e prati
immensi giallo oro, con balle di paglia che paiono rincorrersi rotolando. Superiamo un lungo crinale panoramico che ci porta a Cella di Novato, dove una sosta all’ombra in un giardino con una fontana provvidenziale, ci rinfranca e ci dona le energie necessarie per l’ultimo saliscendi prima di Medesano, di cui intravediamo il campanile da lontano.
Il peregrinare non è ancora terminato, poiché trovare un bar aperto si è rivelata un’impresa tutt’altro che semplice, ma finalmente come un miraggio riusciamo a goderci la pausa tanto attesa, rinfrescati da acqua con ghiaccio e limone.
Una della giornate più calde ma paesaggisticamente memorabile termina a
Medesano
all’Hotel Ayri, dove finalmente dormiremo in un vero letto, con tanto di bagno in camera e aria condizionata: comodità che i nostri corpi avevano ormai dimenticato.
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