Stare in equilibrio è una sensazione che lascia stupiti, orgogliosi, pacificati. Attorno all’equilibrio si può raccontare un’esperienza intensa, che inizia in una cascina del Monferrato. I caffè, qualche krumiro, spremute e l’aria assonnata in una mattinata di maggio che si sta scaldando troppo in fretta. Ci confrontiamo sulle potenzialità dell'enoturismo a due ruote, mentre guardiamo le colline disegnate dai filari di vigna in fiore. Siamo a Castelnuovo Calcea, nell'Astigiano: ci circondano venti ettari di prezioso terreno rilevato nel 1995 dalla famiglia Chiarlo, cercatori d'eccellenza. A est c’è Nizza Monferrato, a nord Asti e a sud ovest Alba, geografia che contiene una infinità di storie di uomini, lavoro, imprese e sfide.
Per scoprire lo scenario, oggi pedaleremo su una e-bike, una bicicletta dal cuore elettrico e gentile. L'ideale per praticare sport senza “strappare”, regalandosi la soddisfazione di esplorare un territorio con il proprio passo. Vogliamo definirla nuova frontiera del cicloturismo? Oltre alle ruote tassellate, freni a disco e telai ammortizzati, esistono ormai propulsori di ultima generazione, che ha sviluppato soprattutto Bosch, leader dei sistemi per e-bike.
Noi prendiamo confidenza con i comandi del ciclocomputer, li coordiniamo con il cambio al manubrio (niente di complicato!) e poi via. Insieme agli alfieri Bosch ci guida il team appassionato di Monferrato Active, una realtà tutta al femminile nata per raccontare in e-bike i paesaggi piemontesi patrimonio dell’Umanità Unesco.
La partenza all'Art Park La Court di Castelnuovo Calcea (At) /Luca Riva, Bosch eBike
NELLE TERRE DELLA BARBERA
Iniziamo il tour nell’Art Park La Court, itinerario artistico che i Chiarlo hanno fatto firmare a Lele Luzzati, autore di scenografie ispirate ai quattro elementi: terra, aria, acqua e fuoco. Tra le colline del podere passiamo dalle “teste segnapalo”, sculture che iniziano il filare, all’Osservatorio, da cui il panorama spazia sui territori della Barbera: tra Montegrosso, Mombercelli, Agliano, Castelnuovo Calcea, Vinchio, Vaglio Serra e Nizza Monferrato.
Iniziamo il tour nell’Art Park La Court, itinerario artistico che i Chiarlo hanno fatto firmare a Lele Luzzati, autore di scenografie ispirate ai quattro elementi: terra, aria, acqua e fuoco. Tra le colline del podere passiamo dalle “teste segnapalo”, sculture che iniziano il filare, all’Osservatorio, da cui il panorama spazia sui territori della Barbera: tra Montegrosso, Mombercelli, Agliano, Castelnuovo Calcea, Vinchio, Vaglio Serra e Nizza Monferrato.
I Chiarlo hanno già vinto una sfida: hanno ridato nobiltà alla Barbera portandola al livello di Moscato e Barolo. Oggi sono conosciuti nel mondo e producono grandi bottiglie sui 110 ettari di terra tra Calamandrana, Barolo e Gavi. Le bottiglie nascono da un lavoro raffinato e attento tra sfogliatura manuale, inerbimento e diradamento dei grappoli, raccolta a mano e fermentazione con legni pregiati. Il risultato è un vino rotondo ed equilibrato, come una pedalata che non affatica.
L’occhio allora salta sul ciclomputer: meno di dieci chilometri macinati su sterrati mai impegnativi, quasi sempre in modalità "Eco", tranne qualche dislivello più ostico che ha richiesto un passaggio alla spinta "Tour". Qualche scatto da cartolina e si riparte per Canelli, nel cuore delle terre del moscato d’Asti.
Scoprire le terre della Barbera in e-bike, modello di turismo attivo e sostenibile /Luca Riva, Bosch eBike
NELLE TERRE DEL MOSCATO
Arrivarci in piedi sui pedali e col vento in faccia è ancora più emozionante. Dai saliscendi vediamo i filari che si moltiplicano a perdita d’occhio. E a dirla tutta, fare un “mangia e bevi” (su e giù in gergo ciclistico) nel cuore della produzione del moscato d'Asti regala molte soddisfazioni. Eccoci a Canelli, che a ragione si è conquistata il titolo di capitale mondiale dell’Asti spumante e del moscato. Proprio a Canelli, sul finire dell’Ottocento, si produceva la metà di tutto il Moscato piemontese. E ancora oggi viene tenuta viva la tradizione di conservare il vino negli infernot, vere e proprie “cattedrali sotterranee”: cantine scavate anche su più piani nel tufo calcareo della collina. Se è vero che le bollicine sono celeberrime, il Moscato d’Asti è sempre più amato dai gourmet e dagli chef d’alta ristorazione.
Arrivarci in piedi sui pedali e col vento in faccia è ancora più emozionante. Dai saliscendi vediamo i filari che si moltiplicano a perdita d’occhio. E a dirla tutta, fare un “mangia e bevi” (su e giù in gergo ciclistico) nel cuore della produzione del moscato d'Asti regala molte soddisfazioni. Eccoci a Canelli, che a ragione si è conquistata il titolo di capitale mondiale dell’Asti spumante e del moscato. Proprio a Canelli, sul finire dell’Ottocento, si produceva la metà di tutto il Moscato piemontese. E ancora oggi viene tenuta viva la tradizione di conservare il vino negli infernot, vere e proprie “cattedrali sotterranee”: cantine scavate anche su più piani nel tufo calcareo della collina. Se è vero che le bollicine sono celeberrime, il Moscato d’Asti è sempre più amato dai gourmet e dagli chef d’alta ristorazione.
Anche se le batterie Bosch non danno segni di cedimento, il "peloton" si lascia conquistare dal desiderio di un aperitivo con vista. A offrircelo è Patrizia Brambilla, che ci accoglie in una dimora del Settecento nel borgo antico di Canelli, il relais Villa del Borgo. Per arrivarci pedaliamo sull'acciottolato della "sternia", la strada di origine romana tra le “cattedrali “ del vino e il Castello Gancia. Scopriamo la residenza, tra eredità di una dimora storica e inserti di arte e design contemporanei. Scacciamo la voglia di un "dejeuner sur l'erbe" ammirando i resti della canonica degli agostiniani che risiedevano accanto alla chiesa di San Rocco, oggi sconsacrata e dedicata a spazio per eventi e manifestazioni. Ammiriamo il panorama, degustiamo spumante e moscato d'Asti prima di risalire in sella.
Pedalando a Canelli, capitale del Moscato /Luca Riva, Bosch eBike
NELLE TERRE DEL BAROLO
Siamo all'epilogo di un'opera in tre atti dedicata al vino. L’ultimo protagonista sulla scena è il Barolo, che ha casa qui, nelle Langhe, e ha uno dei suoi centri più importanti nella Morra, borgo su cui sventola anche la Bandiera arancione del Tci, che ne segnala capacità attrattive e intraprendenza turistica.
Arriviamo a Palas Cerequio, il primo relais dedicato al cru di Barolo, gioiello d’accoglienza dei Chiarlo. Degustiamo bestseller e novità di casa, accompagnati dai prodotti del territorio. Incuranti del sole a picco, improvvisiamo una scorribanda ciclistica accanto ai vigneti di casa, dopo aver ripreso riprendiamo le e-bike alla e-Power Station Bosch, una soluzione nuova e ideale per ricaricare le batterie, custodire oggetti personali e dedicarsi in libertà una degustazione o una sosta rilassante.
Di nuovo in gruppo, ci sgraniamo nelle viuzze del centro storico di La Morra tra la piazza Martiri, la chiesa della confraternita di San Sebastiano, piazza Castello e la panoramica torre campanaria del ‘700. Ci sono anche due monumenti, un busto ritrae Giuseppe Gabetti, che scrisse il primo inno italiano (La Marcia Reale), il secondo è un omaggio contemporaneo al Vignaiolo d’Italia, realizzato da Antonio Munciguerra nel 1972. Sostiamo al belvedere e la distesa di colline disegnate dai filari delle Langhe ci fa sentire orgogliosi di essere parte di questo paesaggio (sarà lo spirito patriottico di Gabetti...).
Siamo all'epilogo di un'opera in tre atti dedicata al vino. L’ultimo protagonista sulla scena è il Barolo, che ha casa qui, nelle Langhe, e ha uno dei suoi centri più importanti nella Morra, borgo su cui sventola anche la Bandiera arancione del Tci, che ne segnala capacità attrattive e intraprendenza turistica.
Arriviamo a Palas Cerequio, il primo relais dedicato al cru di Barolo, gioiello d’accoglienza dei Chiarlo. Degustiamo bestseller e novità di casa, accompagnati dai prodotti del territorio. Incuranti del sole a picco, improvvisiamo una scorribanda ciclistica accanto ai vigneti di casa, dopo aver ripreso riprendiamo le e-bike alla e-Power Station Bosch, una soluzione nuova e ideale per ricaricare le batterie, custodire oggetti personali e dedicarsi in libertà una degustazione o una sosta rilassante.
Di nuovo in gruppo, ci sgraniamo nelle viuzze del centro storico di La Morra tra la piazza Martiri, la chiesa della confraternita di San Sebastiano, piazza Castello e la panoramica torre campanaria del ‘700. Ci sono anche due monumenti, un busto ritrae Giuseppe Gabetti, che scrisse il primo inno italiano (La Marcia Reale), il secondo è un omaggio contemporaneo al Vignaiolo d’Italia, realizzato da Antonio Munciguerra nel 1972. Sostiamo al belvedere e la distesa di colline disegnate dai filari delle Langhe ci fa sentire orgogliosi di essere parte di questo paesaggio (sarà lo spirito patriottico di Gabetti...).
Le ultime foto sono di fronte alla Cappella del Barolo. Costruita nel 1914 come riparo per chi lavorava nelle vigne e mai consacrata, dopo anni di abbandono gli artisti Sol LeWitt e David Tremlett hanno partecipato al suo restauro, accendendola di colori che richiamano forse le emozioni di degustare un sorso di vino eccellente. Siamo accaldati e un po' ebbri per la giornata intensa. E con la bicicletta accanto e a ridosso dei vigneti ritroviamo la piacevole sensazione di essere in equilibrio.
L'arrivo alla "cappella del Barolo" /Luca Riva, Bosch eBike
CONTATTI E INFORMAZIONI
- Scopri l'Art Park La Court di Castelnuovo Calcea (Asti), vai al sito dedicato
- Scopri il Relais Villa del Borgo di Canelli (Asti), vai al sito dedicato
- Scopri il Relais Villa del Borgo di Canelli (Asti), vai al sito dedicato
- Scopri Palàs Cerequio a La Morra (Cuneo), vai al sito dedicato
- Scopri le novità del mondo e-bike, vai sul sito ufficiale di Bosch Italia
- Scopri la Morra sul sito Bandiere arancioni
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