In Veneto, sui colli Euganei, sorge questo castello seicentesco con 350 stanze

Pio Enea I Obizzi, inventore dell’obice, uno fra i più importanti pezzi di artiglieria pesante, non poteva certo accontentarsi di un palazzo qualsiasi. Ecco perché celebrò la propria gloria militare nella mole possente del Catajo, 30 mila metri quadrati di superficie.
Siamo a Battaglia Terme (Padova), sui Colli Euganei. Con centinaia di stanze, il giardino delle delizie e 40 ettari di pertinenze, il castello del Catajo è considerato tra le dimore storiche europee più imponenti. Eppure pochissimi lo conoscono.
 
Vi invitiamo a scoprirlo con questa fotogallery.

Costruito in tre anni

Un’architettura superba, merlata come i castelli medievali, eretta in soli tre anni (1570-73) e costituita da ben 350 stanze, incastrata con la forza (non poteva essere altrimenti) nello spazio ricavato scavando il monte Siesa a colpi di piccone.

L'origine del nome

Un complesso compatto, appollaiato grifagno sul canale Rialto. Posizione cui, più che il fantastico Catai, la Cina di Marco Polo che richiama nell’architettura orientaleggiante, trae origine il nome Ca’ del tajo, cioè “casa del taglio”, lo scavo del Canale di Battaglia che divise molti terreni.

La celebrazione della dinastia

Più che una residenza, il castello fu una straordinaria operazione di marketing, una macchina propagandistica per questa dinastia di capitani di ventura smaniosi di salire all’onore del mondo. Il Cortile dei giganti, sede di feste, rappresentazioni teatrali e naumachie, le scuderie, le terrazze, il parco: tutto concorre a impressionare gli ospiti degli Obizzi, la cui autocelebrazione culmina nel grandioso ciclo di affreschi del piano nobile, realizzati da Giovanni Battista Zelotti.

Saloni riccamente decorati

In quaranta riquadri nel salone principale e in cinque stanze sono immortalate le gesta della famiglia, da Obizzo I a Pio Enea II, iniziatore delle straordinarie collezioni del Catajo: la quadreria, la raccolta di strumenti musicali, l’armeria.

Il fantasma della nobildonna

Un mondo di grazia e bellezza che contrasta con il dna guerriero dei proprietari e con il sangue che segna anche la storia del Catajo. Se infatti, dopo l’estinzione degli Obizzi e il passaggio agli Asburgo-Este (che portarono a Vienna le magnifiche collezioni), il castello fu residenza di quel Francesco Ferdinando il cui assassinio a Sarajevo portò allo scoppio della prima guerra mondiale, l’immancabile fantasma che si aggira per le stanze è quello di Lucrezia degli Obizzi, assassinata nel 1654 da uno spasimante respinto.

Nel 2016 la rinascita

Acquistato nel 2016 da un imprenditore trevigiano, dopo anni di oblio e di abbandono, è sede prestigiosa di eventi, mostre, cerimonie ed è aperto per le visite martedì, venerdì e domenica pomeriggio.
 
A seguito del decreto della Presidenza del Consiglio dell’8/03/2020 riguardante l’emergenza coronavirus il Castello del Catajo è temporaneamente chiuso alle visite. La riapertura è prevista per sabato 23 maggio 2020. Per informazioni aggiornate: www.castellodelcatajo.it.