“Il Pakistan è come l’India, tranne quando non è come l’Afghanistan”, scrive Mohammed Hanif. “Per scrivere di Pakistan è necessario parlare dei manghi. E parlare anche dei camerieri che servono mango a tutte le ore”, aggiunge Mohsin Hamid. “Noi scrittori pakistani che scriviamo del Pakistan siamo i custodi del brand Pakistan”, sottolinea Daniyal Mueenuddin. “Se si vuole parlare del Pakistan – conclude Kamila Shamsie - si devono citare i banani, l’albero di fuoco e tutti i mem-sahibs, gli stranieri di Lahore”. Sono quattro risposte di altrettanti scrittori pakistani alla domanda “Come scrivere del Pakistan?” posta dai curatori della rivista letteraria inglese Granta in occasione del numero 112. Uno speciale dedicato, ovviamente, al Pakistan.
Alla redazione londinese di Granta sono ben convinti che il modo migliore per conoscere un Paese è farlo raccontare direttamente dai suoi scrittori, meglio se giovani e ancora poco noti fuori dai confini. Ma perché tanto interesse proprio per il Pakistan? “Si tratta di un Paese di duecento milioni di abitanti, dove le persone parlano circa sessanta lingue, diventato una sola Nazione sotto la finzione di una sola religione comune, ma indebolito da profonde spaccature separatiste e destabilizzato dai conflitti che s’infiammano ai suoi confini in Iran, Afghanistan e nel Kashmir. Detto questo, il Pakistan è oggi uno dei paesi più dinamici al mondo”, scrive il direttore John Freeman. Non basta?
Il numero è ricco di spunti e riflessioni. Si divide in racconti - tra cui uno di Nadeem Aslam -, poesie tradotte dall’urdu e un’altra dozzina di lingue locali e una serie di lunghi reportage narrativi sui maggiori problemi del Paese. Oltre a una parte dedicata all’arte che ha un corollario sul sito della rivista. Il quadro che ne esce è di un Paese alle prese con una marea di problemi, legati ai rapporti turbolenti con i vicini, all'influenza eccessiva dei fondamentalisti e alla difficoltà di trovare un suo posto nel mondo. Ma forse propio queste situazioni di incertezza e confusione fungono da propellente per una generazione di scrittori che non passa il tempo a scrivere delle proprie idiosincrasie ma cerca di capire che direzione sta prendendo il proprio Paese e dunque la propria vita.
Per ora Granta è solo in inglese (anche se esistono delle edizioni in portoghese e spagnolo che riprendono la scaletta del numero inglese con l’aggiunta di contributi locali) e si può acquistare su internet (19 sterline) o in qualche libreria internazionale delle grandi città. I rumors dicono che sia in preparazione anche un’edizione italiana, ma per ora per approfondire la propria conoscenza del Pakistan tocca leggerlo in inglese.
Info: Granta, numero 112, Pakistan.