A volte, anche nel nostro Paese, capita di imbattersi in storie belle e a lieto fine. Prendete il caso di Spello, in Umbria, piccolo borgo – tra l'altro Bandiera arancione del Touring – che fino a oggi era famoso per le sue strade strette, per l'infiorata del Corpus Domini, per una meravigliosa cappella affrescata dal Pinturicchio. Nel 2005, facendo gli scavi per un parcheggio là dove c'era sempre stato un campo sportivo, vengono fuori dei mosaici. Perfetti, conservati ottimamente. Si scava e se ne trovano altri. Una villa intera del II secolo, addirittura.
Ora, ci si potrebbe immaginare che - nel migliore dei casi - tutto sarebbe finito sotto una copertura di vetro o una tensostruttura provvisoria. Spesso, per l'archeologia, mancano fondi, e le burocrazie sono infinite. A Spello invece no: sabato 24 marzo è stata inaugurata la Villa dei mosaici di Spello, un complesso museale straordinario e un'opera architettonica da lasciare a bocca aperta. Che da oggi in poi, almeno ce lo auguriamo, diventerà una delle grandi attrazioni del borgo e di tutta l'Umbria.
I MOSAICI, TRA PANTERE E ANFORE
Iniziamo con la parte archeologica: 500 metri quadrati, venti ambienti riportati alla luce, dieci pavimenti musivi di grande bellezza, con motivi geometrici e figurati. I mosaici – a tessere rosse, bianche, nere, grigie - sono nelle stanze attorno al peristilio, ovvero il cortile porticato che circondava il giardino interno: ci sono uccelli, anfore stilizzate, un sole radiante, scudi a forma di luna crescente. E soprattutto un ambiente, oggi centrale all'interno della Villa, dove il tema è quello della vendemmia e del vino: dal pavimento escono pantere, cervi e cinghiali, figure fantastiche e umane, le quattro stagioni, un servitore che sorregge sulle spalle un'anfora dalla quale versa il vino in una coppa.
Che la Villa appartenesse a un produttore vinicolo, visto il tema del mosaico e la antica tradizione dell'area? Ancora oggi, il sagrantino – che arricchisce il paesaggio intorno a Spello, insieme agli ulivi - è uno dei vitigni più celebrati dell'Umbria e dell'Italia intera.
L'EDIFICIO, UN MODELLO DI SOSTENIBILITÀ
Ma, come dicevamo, il lavoro intorno alla villa non si è limitato al restauro degli ambienti e dei mosaici – un lavoro comunque enorme e lunghissimo, come racconta chi ci ha lavorato per giorni, mesi, anni: la villa era già stata distrutta nel V secolo e i mosaici sepolti sotto quasi 4 metri di detriti. “Il bando, nel 2010, parlava di una copertura per mettere i mosaici in sicurezza” racconta Alfio Barabani, l'architetto progettista che ha curato i lavori. “Siamo riusciti a fare molto di più, grazie a uno studio attento dei costi, a tanta passione e ai fondamentali contributi di Mibact, Unione Europea, Regione, Comune”.
Barabani e i suoi hanno progettato un grande edificio sopra i mosaici, dalle forme mosse come le colline circostanti, dotato di “occhi” in vetro sul paese e di linee armoniche. “Sopra la villa, sul tetto, abbiamo ricostruito il piano di campagna del vignetoconfinante” continua Barabani “e tutta l'impostazione è stata attenta agli aspetti energetici e di compatibilità ambientale, dal recupero delle acque meteoriche alle fonti rinnovabili della copertura”. Un edificio sostenibile e contemporaneo, insomma: all'interno l'impressione è di grande leggerezza, visto che il tetto è sostenuto soltanto da quattro pilastri. E i mosaici si ammirano perfettamente dalle passerelle che li attraversano.
L'ESPERIENZA PER IL VISITATORE
Non poteva mancare anche il designer, Marco Tortoioli Ricci: che ci racconta come ha progettato un'esperienza più accessibile possibile per il pubblico che visiterà la villa. Un'aula didattica iniziale, dove si impara a conoscere la vita quotidiana dei Romani del II secolo; la presenza di tablet, per approfondire i vari temi; una app (scaricabile gratuitamente sullo smartphone) con testi e racconti sonori; e soprattutto, le riuscitissime ricostruzioni della villa su schermi posti sopra ai mosaici, in modo da immaginare come fosse quella casa duemila anni fa. “A differenza dei Paesi anglosassoni, non siamo abituati a considerare la cultura come un momento di formazione ed educazione” dice Tortoioli Ricci. “Qui abbiamo provato a dare letture multiple, cosicché ciascuno possa portare a casa la sua personale esperienza”.
Il tassello finale lo mette il sindaco di Spello, Moreno Landrini, che è logicamente entusiasta di quanto sta succedendo alla “sua” città. Per vari motivi: perché quella della Villa dei mosaici “è una scoperta archeologica che arricchisce il borgo di un ulteriore prezioso tassello per la ricostruzione della sua storia”, una storia che ha visto l'antica Hispellum fiorire sotto Augusto, che volle abbellirla di mura e di porte possenti; ma anche perché la villa, per un colpo di fortuna, è in una posizione ideale per il turista di oggi, appena fuori dalla porta d'ingresso principale al borgo. “Trasferiremo qui l'infopoint, daremo accoglienza qui ai visitatori: questo sarà l'inizio della loro visita a Spello”. E poi, ovviamente, perché dopo anni “si è chiuso un percorso: e c'è stata una grande sinergia per valorizzare un bene così prezioso”. Onore al merito: che tanta Italia possa imparare da Spello per valorizzare un'opera d'arte e renderla orgoglio del territorio e volano per il turismo.
INFORMAZIONI
Villa dei mosaici di Spello
Orari: tutti i giorni (eccetto il martedì), 10:30 - 17:00 (ultimo ingresso alle 16:30). Biglietto ridotto per i soci Tci.
Nei giorni di apertura del sito delle Torri di Properzio il biglietto ne comprende la visita senza costi aggiuntivi.
Info: www.villadeimosaicidispello.it.