C’è il panettone d’oro, e quello con l’agave, quelli che seguono rigorosamente la tradizione e quelli creativi, che utilizzano le materie prime del luogo dove vengono realizzati. Perché ormai da dolce tipico del Natale milanese il panettone è diventato un dolce natalizio davvero "nazionale".
Così un laboratorio siciliano, Agalia di Bronte, ha creato un panettone artigianale tradizionale (45 € al chilo) aromatizzato con Agalia (un distillanto di agave ed erbe bonatiche siciliane), uvetta, arancia e cedro candito. A Ferrara la Pasticceria Ferrarese Chocolat di Cristiano Pirani propone un innovativo Panettone albicocca, rum e cioccolato al caramello, che rimane comunque nel solco della tradizione, come il Panettone al cremino, ottenuto aggiungendo all’impasto cioccolato fondente e pasta di nocciole Piemonte. Tradizione da cui si invece si scosta il Panettone salato pugliese, sempre di Pirani, un lievitato con impasto salato che contiene al suo interno pezzi di pomodorini essiccati e pomodorini canditi, accompagnato da olive verdi e nere, origano, pepe e scaglie di ricotta salata.
Dalla Sicilia arriva anche il panettone Fastuka, di Vincente Delicacies, un panettone artigianale ricoperto di cioccolato bianco e Pistacchi di Sicilia pralinati al Cioccolato Bianco racchiuso in confezione con vasetto di crema spalmabile al Pistacchio Verde di Bronte DOP. Come anche il Panettone Modicano, un soffice panettone pandorato ricoperto di cioccolato di Modica IGP e pistacchi, proposto dalla pasticceria Pistì, sempre di Bronte. Non mancano poi i panettoni della capitale del panettone, Milano, dove l’antica tradizione della pasticceria Martesana si sposa con la creatività di Moschino, così nase il panettone d’oro, con una preziosa glassa dorata che riveste d’eleganza il panettone che tutti conosciamo (69 € al chilo).
Nell’eterna disputa tra chi preferisce il panettone e chi il pandoro si inserisce anche il Nadalin, ovvero un dolce tipico del veronese, considerato il predecessore del pandoro. Melegatti si sarebbe ispirato alla caratteristica forma a stella del Nadalin per realizzare il proprio pandoro. In principio era un dolce poco lievitato e non molto alto, quasi come una pagnotta dolce con canditi e pinoli, che al tempo per ammorbidirlo veniva intinto nel Vin Recioto. Oggi la versione dalla pasticceria Lorenzetti di San Giovanni Lupatoto (VR) è molto soffice e non molto alta, sempre a forma di stella ad otto punte, arricchito di mandorle tostate e pinoli. Ce n’è davvero per tutti i gusti.
0 like