A scorrere le classifiche di lettura di queste ultime settimane si direbbe che lo spazio per libri impegnati che raccontano il mondo e la vita sia davvero limitato. Regnano i casi editoriali di libri che tutti giudicano letterariamente bruttini eppure vendono lo stesso, o di grandi classici della leggerezza, da Coelho in giù. Così per trovare qualcosa da sfogliare che, senza essere per forza militante, parli dello stato del mondo l'occasione giusta è il quarto Salone dell'editoria sociale che si tiene negli spazi di Porta Futuro, a Roma, dal 18 al 21 ottobre.
Un'occasione che, prendendo spunto dai buoni libri pubblicati da piccoli editori indipendenti, si interroga sul rapporto tra le "Americhe e noi", anche in vista delle prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti. In 51 incontri con oltre 200 ospiti ci sarà spazio per provare a ragionare sul come è cambiata l'America in questi anni e su come siamo cambiati noi. Un modo per capire dove stiamo andando e come possiamo costruire un futuro più sostenibile. Tra i tanti interventi di valore anche il sociologo Zygmunt Bauman, don Vinicio Albanesi, il giornalista Marino Sinibaldi, Marco Rossi-Doria (attuale sottosegretario all'istruzione), il filosofo Mario Perniola e i giornalisti americani Robert Fisk e Tariq Alì.
Quattro giorni di presentazioni e dibattiti, con 21 stand di piccoli editori indipendenti dove sfogliare (e trovare) quello che spesso in libreria occupa al più uno scaffale secondario. Un salone sobrio e concreto, si è detto delle scorse edizioni. L'occasione per ricordare e ricordarsi che i libri li fanno le parole, i contenuti, quel c'è scritto sulla pagina bianca e non il marketing o la pubblicità.
Info: Salone editoria sociale, Porta Futuro, via Galvani 108, ingresso libero.