Ogni viaggio è vissuto tre volte: mentre lo si organizza, quando lo si vive e quando lo si ricorda. E ricordarlo significa ripercorrere le sue tappe, attraverso foto, video, biglietti d’ingresso, e anche attraverso il passaporto e i suoi timbri. Timbri che talvolta raffigurano luoghi, e che come i francobolli rappresentano un mondo quasi scomparso, perché sempre più Paesi hanno deciso di dire addio ai timbri sul passaporto. All'elenco, già sufficientemente lungo, si sono aggiunti recentemente anche buona parte degli Stati Uniti d’America. 

 

A Singapore, ormai dal 2021, non esistono più timbri né in arrivo né in partenza. Stesso discorso in Israele, Australia, Hong Kong, Macao. In compenso il Paese estero più vicino a noi, la piccola Repubblica di San Marino, ancora lo utilizza.

Per carità, noi europei ci siamo già abituati: per circolare all'interno dell'Unione ormai non ci sono vincoli e, tanto meno, timbri. Ma un po' di nostalgia rimane. Soprattutto per chi amava collezionarli e sfogliando il proprio passaporto faceva un piccolo grande giro del mondo.