L’apertura di una nuova area camper è un segnale importante di ripresa per un borgo, un punto di riferimento fondamentale per un turismo sempre crescente che attraversa il territorio per apprezzarne le qualità più autentiche: paesaggistiche, artistiche, enogastronomiche connesse spesso nelle pratiche di chi ama il viaggio outdoor.
Questa volta andiamo in Toscana, nella provincia di Arezzo. Qui a Pratovecchio, piccolo centro del comune sparso di Pratovecchio Stia, si può disporre dallo scorso novembre di una nuova area camper, attrezzata di tutto punto per l’accoglienza dei tantissimi appassionati del turismo all’aria aperta che dalle regioni italiane e (tantissimi) dal nord Europa raggiungono la Toscana.
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L’area sosta camper si chiama "Capodarno" e occupa un’area di 4200 metri quadrati nella zona tra il fiume Arno e piazza del Mulino a Pratovecchio. In prossimità della Ciclovia dell’Arno e del centro storico di Pratovecchio, l’area rappresenta una grande opportunità di ricettività e promozione turistica per il Casentino.
L'area Camper "Capodarno" / foto Comune di Pratovecchio Stia
Possono stazionarci fino a 53 camper, tra stalli di sosta, disponendo di servizi di carico e scarico, impianto di distribuzione di energia elettrica, approvvigionamento idrico, connessione internet e videosorveglianza di prossima attivazione. L’area è recintata su tutto il perimetro e fornita di illuminazione pubblica. Il costo dell’opera? Duecentomila euro, finanziati con fondi comunali e regionali, ottenuti grazie al “Fondo regionale per la montagna 2020”.
“Entro giugno 2023 sarà riqualificata anche l'altra area di Stia per altri 18 posti, superando così complessivamente le 70 piazzole – spiega Mariano Piantini, responsabile della comunicazione del Comune di Pratovecchio Stia. Chi sosta e ha voglia di scoprire il territorio può scegliere tra facili escursioni nel fondovalle, oppure spingersi all’interno del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi.
Castello di Porciano / foto Comune di Pratovecchio Stia
Stia, piazza Tanucci / foto Comune di Pratovecchio Stia
"Il nostro territorio esprime un potenziale di attrattività enorme – continua Piantini -. In valle arrivano turisti di ogni tipo, dal motociclista nel weekend, ai camminatori sulla via di Francesco, l’appassionato di fotografia che nel parco trova molte suggestioni. Come attori turistici abbiamo il dovere di crederci di più. E parlando di metodo dovremmo fare rete, imparare forse dagli emiliani e dai romagnoli, e non rimanere frenati da atteggiamenti troppo campanilistici. L’area è accessibile tutto l’anno h24 grazie a un’app dedicata (InArea) che consente di gestire in completa autonomia l'ingresso e l'uscita, l'erogazione dei servizi e i pagamenti elettronici. Sono i benvenuti anche gli amici a quattrozampe".
“Dare un servizio efficiente allunga le soste, può trasformare un semplice transito verso il Chianti o la Maremma in una occasione di scoperta – continua Piantini -. La nostra valle è lunga circa trenta chilometri, ci sono molti borghi minuscoli tra cui perdersi un po’ e assaporare ritmi lenti. Di sicuro interesse sono il centro storico di Stia e il Museo dell’Arte della Lana all'interno dello storico lanificio di Stia, che nei primi decenni del Novecento era una delle principali realtà tessili italiane. Come anche da vedere sono il castello di Porciano o il Castello e la Pieve di San Pietro a Romena.
Castello di Romena / foto Comune di Pratovecchio Stia
Museo della Lana / foto Comune di Pratovecchio Stia
Una volta raggiunto il Parco delle Foreste Casentinesi, si può scegliere se visitarlo a piedi, in mountain bike, a cavallo o, in inverno, con gli sci da escursionismo lungo i circa 700 chilometri della rete sentieristica. Due poli di grande fascino ed importanza spirituale sono il Santuario della Verna (1213), a cui si collegano le stimmate di San Francesco (1224), e quello di Camaldoli, fondato nel 1024 dal benedettino romagnolo san Romualdo.
“La nostra speranza – conclude Piantini - è che una nuova struttura aumenti le possibilità per chi si muove con spirito curioso e intraprendente di entrare in contatto con le nostre comunità”.
Parco delle Foreste Casentinesi / foto Shutterstock
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