VIGNETI E BORGHI, CANTINE E CAMPANILI, ENOTECHE E PIEVI

Alla cultura del vino si lega indissolubilmente la storia e la cultura di tantissimi borghi d’Italia. Vitigni e vini che tutto il mondo c’invidia hanno alzato il sipario su borghi, anche molto piccoli, dandogli una ribalta internazionale. Per molti appassionati sono mete da raggiungere almeno una volta nella vita, per gli altri occasioni di conoscenza di territori unici.
Dalle Alpi alla Sicilia l’Italia è un susseguirsi di vigneti e borghi, cantine e campanili, enoteche e pievi. Barolo e Soave, Castelvetro e Radda in Chianti, Capriolo e Montefalco, Offida e Venosa, Manduria e Aggius sono solo alcune delle mete dove la cultura del vino si mescola alla bellezza del luogo, alla sua storia, ed ai suoi tesori architettonici. 
Molti di questi borghi sono paesi certificati dal Touring con la Bandiera arancione, il riconoscimento per la qualità turistica e ambientale che l’associazione dà ai piccoli borghi accoglienti dell’entroterra. Scopriteli con noi in questa galleria di immagini

BAROLO, ECCELLENZA DELLE LANGHE

1. BAROLO, L'ECCELLENZA DELLE LANGHE

Nel cuore delle Langhe, tra paesaggi che hanno ispirato Pavese e Fenoglio, dove sapori e letteratura, castelli e cultura del vino compongono uno dei mosaici più apprezzati, Barolo rappresenta l’eccellenza, dove i vigneti che gli fanno da cornice regalano uno tra i vini più prestigiosi del mondo, che proprio dal borgo prende il nome.

Enoteche e cantine profumano di storia, eccellenze di questa terra divenuta mitica, dove il Barolo non è solo il vino raccontato e celebrato nell’interessante WIMU, il Museo del Vino situato nello splendido Castello dei Marchesi Falletti, una delle perle storiche delle terre d’Alba. Il Barolo, prodotto esclusivamente con le uve Nebbiolo, dopo un invecchiamento di 38 mesi, è protagonista della cultura gastronomica del territorio, abbinato con brasati, cibi tartufati, cacciagione ed arrosti. Nel cuore del borgo si può dedicare una visita al Museo del Cavatappi, interessante percorso nella storia e tra le curiosità di uno degli oggetti più singolari e curiosi legati al vino.
 
Info: Barolo è un borgo certificato dal Touring con la Bandiera arancione. Scopri tutti i particolari sul sito di Bandiere arancioni!

CAPRIOLO, TERRA DEL FRANCIACORTA

2. CAPRIOLO, TERRA DEL FRANCIACORTA

Tra le acque del fiume Oglio e le pendici del Monte Alto, Capriolo è terra di vino. Situato nelle terre bresciane, quelle della Franciacorta, Capriolo sorge nell’area collinare a sud del Lago d’Iseo, ed è terra di vigneti e preparazione dello spumante che prende il nome dalla zona di produzione. Franciacorta che si presenta in tre differenti versioni. La bianca, la rosè e la satèn. La prima è prodotta con uve Chardonnay e Pinot Nero, il satèn da viti di Chardonnay e Pinot Bianco, mentre il rosè con uve Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero.

Nominato per la prima volta in un documento dell'879, Capriolo fu dotato tra il IX e il X secolo del castello che fu poi concesso in feudo alla famiglia dei Lantieri di Paratico. Castello che fu, con quelli di Palazzolo sull’Oglio, Paratico, Muzziga e Venzago, uno dei capisaldi delle lotte feudali e per le acque del fiume Oglio, durate a lungo fra Bresciani e Bergamaschi.
Tra le principali ricchezze architettoniche del borgo vi sono la chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire, il Santuario di Sant’Onofrio, posto sulla cima del colle che domina l’abitato, e la chiesetta di San Carlo Borromeo Vescovo.

SOAVE ED IL SUO VINO

3. SOAVE E IL SUO VINO

È di colore giallo paglierino, dal sapore asciutto, e dal profumo intenso il vino Soave prodotto nell’omonimo borgo delle terre veronesi. Ottimo in abbinamento con primi come il riso con il ghiozzo, pesce tipico della laguna di Venezia, secondi di pesce come l’orata al forno, e di carne come il cotechino. È “La Strada del Vino Soave”, con i suoi itinerari, a svelare il meglio di quest’angolo di Veneto dove castelli, ville, chiese, storia e cultura del vino, si mescolano e si raccontano.  

Cuore di questa terra è Soave, suggestivo centro del Veronese, situato ad una ventina di chilometri dalla città di Romeo e Giulietta. Pagus romano e luogo fortificato in epoca medioevale, furono gli Scaligeri, nel XIV secolo, a dotarlo di un giro di mura con ben ventiquattro torri ed un castello, fra i più belli della regione, con sale affrescate e cimeli.
Il borgo è ricco di edifici storici tra cui il Palazzo di Giustizia, eretto dai Veneziani, con un bel portico, il Palazzo Scaligero, risalente al XIV secolo, il quattrocentesco Palazzo Cavalli, in stile gotico-veneziano, ed il rinascimentale Palazzo Pieropan
Info: Soave è un borgo certificato dal Touring con la Bandiera arancione. Scopri tutti i particolari sul sito di Bandiere arancioni!

CASTELVETRO E IL LAMBRUSCO GRASPAROSSA

4. CASTELVETRO E IL LAMBRUSCO GRASPAROSSA

Sono le tante torri, risalenti ai tempi del castello medioevale, i simboli di questo borgo, torri che svettano sulla fertile campagna circostante ricca di vigneti. Castelvetro è infatti dal 1994 “Città del Vino”, famosa per il Lambrusco Grasparossa.

Interamente situata in provincia di Modena, la zona di produzione del Lambrusco Grasparossa rosso ha in Castelvetro il cuore della sua area di produzione. Particolarmente profumato, dal colore rosso rubino e dalla spuma vivace, dal sapore che va dall’amabile al dolce, dal semisecco al secco, si abbina con primi piatti conditi con carne, arrosti, formaggi e paste al forno.
Imperdibile una visita a una delle cantine del territorio, possibilmente in settembre, quando viene celebrato nella Sagra dell’Uva e del Lambrusco Grasparossa, tra mercatini, degustazioni, spettacoli e la sfilata dei Carri di Bacco, occasione per scoprire Castelvetro che ha nel Castello di Levizzano Rangone, appartenuto al marchese Bonifacio di Toscana, padre di Matilde di Canossa, uno dei gioielli della zona, dove sono custodite le belle Stanze del Vescovo, dagli antichi soffitti lignei e dalle decorazioni affrescate con scene cavalleresche.
Info: Castelvetro di Modena è un borgo certificato dal Touring con la Bandiera arancione. Scopri tutti i particolari sul sito di Bandiere arancioni!

RADDA, TERRA DI CHIANTI CLASSICO

5. RADDA, TERRA DI CHIANTI CLASSICO

Racchiuso all’interno della cerchia muraria in parte integra, a testimonianza dell’importanza strategica del borgo, il centro storico è costituito da un asse viario principale sul quale si apre la piazzetta sulla quale sorgono il quattrocentesco Palazzo del Podestà, per quattro secoli sede del Capitano della Lega del Chianti, e la chiesa parrocchiale.

Immerso tra i vigneti, Radda è terra di Chianti classico, vino toscano apprezzato in tutto il mondo, con il suo colore rubino vivace, tendente al granato, dal sapore armonico e leggermente tannico. Ottimo se gustato con formaggi stagionati, arrosti, cacciagione e primi piatti saporiti. Imperdibile una gita tra i colli vitati della zona, ai margini del borgo, tra cantine ed enoteche, storici produttori ed angoli incantevoli tra Firenze e Siena.
Info: Radda in Chianti è un borgo certificato dal Touring con la Bandiera arancione. Scopri tutti i particolari sul sito di Bandiere arancioni!

MONTEFALCO E IL SAGRANTINO

6. MONTEFALCO E IL SAGRANTINO

Del Sagrantino di Montefalco, nome riconducibile ai frati francescani che ne coltivavano le uve e ne ricavavano un passito destinato alle funzioni religiose, si parla già nel XVI secolo. Vino DOCG la cui produzione è consentita nei comuni di Montefalco ed in parte in quelli di Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi, Bevagna e Giano dell’Umbria, nelle terre perugine, è di colore rosso rubino intenso, dal profumo che ricorda quello delle more di rovo e dal sapore asciutto e armonico, e da gustare con piatti saporiti come lo stufato di cinghiale.

A 472 metri d’altitudine, Montefalco è situato su una collina che domina la pianura dei fiumi Clitunno e Topino, ed è circondato da vigneti e uliveti. Da vedere la sua bella cinta muraria con la merlata Porta di Sant’Agostino e le sue torri, la duecentesca chiesa di Sant’Agostino, che custodisce affreschi di Ambrogio Lorenzetti, la Piazza del Comune con il duecentesco Palazzo Comunale, e le tante chiese e cappelle. Ideale visitare Montefalco nel mese di maggio, per la manifestazione “Cantine Aperte”, ed in settembre per l’“Enologica Montefalco”, mostra mercato dei vini e occasione per la presentazione della nuova annata del Sagrantino.
Info: Montefalco è un borgo certificato dal Touring con la Bandiera arancione. Scopri tutti i particolari sul sito di Bandiere arancioni!

 

UNA PANORAMICA DI OFFIDA /foto comunedioffida.ap.it

7. IL PECORINO DI OFFIDA

Tra le valli del Tesino e del Tronto, il borgo di Offida sorge su uno sperone roccioso nel cuore delle terre ascolane, e propone una ricca serie di gioielli architettonici tra cui la bella chiesa trecentesca di Santa Maria della Rocca, tra i principali monumenti della regione, costruita in laterizio in stile romanico-gotico; il Palazzo comunale, risalente al periodo compreso tra il XIII ed il XIV secolo, dalla bella facciata con un bel portico a sette arcate e con la bella loggetta che di arcate ne ha ben quattordici, mentre all’interno vi è una piccola pinacoteca. Tante le chiese e chiesette che punteggiano il territorio insieme ai resti di mura medievali e torri.

Offida è anche artigianato ed enogastronomia. Al merletto a tombolo, eccellenza artigianale di quest’angolo delle Marche, si unisce il vino tipico locale, l’Offida Pecorino DOC, di colore giallo paglierino dai riflessi verdognoli, che ben si abbina a piatti a base di pesce, formaggi non stagionati e carni bianche.

VENOSA E L’AGLIANICO DEL VULTURE /foto Cantine Venosa

8. VENOSA E L’AGLIANICO DEL VULTURE

Sorge su uno sperone di origine vulcanica l’antica Venosa, borgo lucano d’origine del poeta Quinto Orazio Flacco. Caratterizzata da vari siti archeologici, a testimonianza del succedersi di svariate fasi culturali è un susseguirsi di porticati e strade lastricate, che contraddistinguono il suo interessante centro storico dove meritano una visita le botteghe artigiane e non solo.
 
Anche la tavola propone interessanti prodotti tra cui il vino tipico locale, l’Aglianico, probabilmente originario della Grecia ed introdotto in Italia intorno al VII-VI secolo. Vitigno adatto ai climi prevalentemente soleggiati che regala un vino di colore rosso rubino e dal sapore asciutto che ben si abbina con le carni rosse e bianche cotte allo spiedo, la selvaggina ed i formaggi particolarmente stagionati.

Sono “Aglianica” e “Riflessi di Stelle” gli appuntamenti annuali in cui in zona si celebra l’Aglianico. Il primo si svolge, a rotazione, in uno dei comuni dove si produce, quindi anche a Venosa, mentre il secondo è organizzato da “Cantina di Venosa” la notte del 10 agosto, quella di San Lorenzo, con degustazioni di Aglianico.

MANDURIA, LA TERRA DEL PRIMITIVO

9. MANDURIA, LA TERRA DEL PRIMITIVO

Manduria è una cittadina delle Murge tarantine. Fondata dai Messapi, antica popolazione illirica, passò sotto il dominio romano con gli altri centri messapici della penisola salentina, per essere poi distrutta dai Saraceni ed essere restituita al suo antico nome di Manduria nel 1789 da Ferdinando I di Borbone, re delle due Sicilie. Autentico groviglio di stradine strette e tortuose, il centro storico merita una visita; tra i monumenti principali vi sono sicuramente la quattrocentesca chiesa collegiata romanica, l’ottocentesca chiesa di Santa Lucia, il ghetto ebraico medievale, la torre dell’orologio e numerosi edifici gentilizi situati all’interno dell’antica cerchia muraria messapica.

Prodotto principale dell’agricoltura locale è il vino Primitivo di Manduria DOP, di colore rosso tendente al violaceo ed all’arancione, dal sapore gradevole e pieno. Ottimo se abbinato con i piatti tipici della cucina locale. Nella versione dolce naturale è invece adatto con formaggi erborinati, dessert dolci e con la pasticceria a base di pasta di mandorla. Apprezzabile anche come vino da meditazione. Da vedere il Museo della Civiltà del Vino Primitivo, interessante percorso nella cultura contadina locale.

AGGIUS E IL VERMENTINO DI GALLURA /foto Aggius Comunità Ospitale

10. AGGIUS E IL VERMENTINO DI GALLURA

È tra rocce granitiche, muretti a secco e nuraghi, all’ombra di una cresta seghettata che sfiora gli ottocento metri, che sorge il borgo di Aggius. Tipico centro della Gallura, nel profondo nord della Sardegna, tra rocce, boschi secolari di lecci, sughere, pascoli, macchia mediterranea e vigneti, quelli dai quali si ricava il Vermentino di Gallura, vino dal colore giallo paglierino intenso con leggeri riflessi verdognoli, dal profumo intenso e dal sapore dal secco all’amabile con il retrogusto talvolta amarognolo. Apprezzabile come aperitivo, ma anche abbinato con il pesce arrosto, crostacei e molluschi. Ottimo se gustato con il formaggio pecorino dolce. 

La storica presenza spagnola ha profondamente influenzato, nei secoli, le tradizioni, gli usi, i dialetti ed i costumi di Aggius, fino a quando passò sotto il dominio dei Savoia. Contraddistinto dal granito a vista, il centro storico del borgo, tra vie e piazze, presenta quattro importanti edifici religiosi; la Parrocchiale dedicata a Santa Vittoria, quella dedicata alla Madonna D’Itria, e gli oratori di Santa Croce e del Rosario. Da vedere il Museo del Banditismo, che raccoglie reperti relativi ai fuorilegge preseguiti durante la dominazione piemontese, e quello Etnografico “Oliva Carta Cannas”, il più grande della regione, dove approfondire, tra le altre cose, le produzioni alimentari locali di olio di lentisco, pane, formaggio e vino.
Info: Aggius è un borgo certificato dal Touring con la Bandiera arancione. Scopri tutti i particolari sul sito di Bandiere arancioni!