Sud e isole protagonisti della classifica di The Fork delle destinazioni gastronomiche più richieste dell'estate 2019
Viaggi e food: un matrimonio sempre più consolidato. Continua a crescere, infatti, l’importanza della gastronomia nella scelta della meta delle vacanze. «Secondo l’ultimo Rapporto sul turismo enogastronomico italiano, negli ultimi anni il 45% dei turisti italiani ha viaggiato spinto da una motivazione legata all’enogastronomia. Una scelta che si riflette nelle prenotazioni online dei ristoranti, che nei mesi estivi in Italia crescono del 40% concentrandosi soprattutto nelle località turistiche», spiega Almir Ambeskovic, Head of Western Europe in TheFork e responsabile anche di TheFork Italia.
Proprio TheFork, sito e app che permette di prenotare, in Italia, circa 17.000 ristoranti, ha stilato una classifica delle mete gastronomiche dell’estate 2019. Ovvero di quelle località che in estate hanno il maggior incremento di prenotazioni nei ristoranti, pizzerie, trattorie. Vediamo allora quali sono le 10 destinazioni gastronomiche top dell’estate italiana 2019, partendo dalla decima posizione, e per ogni località i piatti della tradizione che non vi dovete perdere.
Proprio TheFork, sito e app che permette di prenotare, in Italia, circa 17.000 ristoranti, ha stilato una classifica delle mete gastronomiche dell’estate 2019. Ovvero di quelle località che in estate hanno il maggior incremento di prenotazioni nei ristoranti, pizzerie, trattorie. Vediamo allora quali sono le 10 destinazioni gastronomiche top dell’estate italiana 2019, partendo dalla decima posizione, e per ogni località i piatti della tradizione che non vi dovete perdere.
10. Sorrento (Campania)
Il Sud Italia la fa da padrone in questa speciale classifica, e questo vale sia per la costa tirrenica sia per la costa ionica. La cucina tipica della provincia sorrentina è caratterizzata da piatti semplici a base di ingredienti di grande qualità prodotti in loco. Olio, pomodori, mozzarella e spezie danno origine per esempio ai cannelloni (una volta chiamati “strascinate”), o ai peperoni ripieni (“mbuttunati”). Da non perdere anche i limoni, prodotto tipico di tutta la Costiera Amalfitana.
Sorrento
- i peperoni “mbuttunati” ripieni
9. Matera (Basilicata)
Al nono posto il capoluogo della Basilicata, nonché Capitale europea della Cultura in carica. La ricercata cucina dei Sassi – così è soprannominata la cucina di Matera – fa parte di una tradizione molto antica. La gastronomia locale si basa sopratutto su legumi, carni e formaggi, senza contare il famoso pane di Matera e il noto peperone crusco. Quest’ultimo è un peperone dolce secco, una varietà molto particolare e di scarsa diffusione fuori dal territorio lucano.
Matera
- i peperoni cruschi
8. Trapani (Sicilia)
Ottavo posto per la punta occidentale della Sicilia, un’area fra l’altro che eccelle anche nella qualità delle acque. La zona del trapanese è quella che maggiormente in Sicilia ha risentito delle contaminazioni straniere, specialmente di quella araba. La cucina del luogo è prevalentamente a base di pesce; sono famose le tonnare di quest’area siciliana e soprattutto il cous cous, a base naturalmente di pesce e di solito piccante.
Trapani
- il cous cous di pesce
7. Siracusa (Sicilia)
La cucina siracusana affonda le sue radici nell’epoca greca. Non molti sanno, peraltro, che Siracusa è definita patria di quella che fu la prima scuola di cucina in Occidente. A farla da padrone nella gastronomia locale è sicuramente il pesce, spesso cucinato sotto forma di zuppa.
Siracusa
- zuppa di pesce alla siracusana
6, Agrigento (Sicilia)
La cucina di Agrigento unisce sia una tradizione marina come quella delle isole Pelagie che una tradizione più montana come quella dei Monti Sicani. Questa sua duplice natura rende sia carne che pesce molto presenti sul territorio. Un delizioso piatto tipico di questa località è il cous cous di pistacchio.
5. Taormina (Sicilia)
La cucina siciliana è frutto della combinazione e dell’intreccio di tutte le culture che vi hanno abitato durante i secoli. Le specialità culinarie sono spesso a base di pesce spada, sardine, buonissimi capperi, peperoncino e ovviamente mandorle. E tipico di Taormina (nella foto, lo splendido Teatro greco, tuttora utilizzato per spettacoli e concerti) è il vino alla mandorla, una ricetta antica che combina uve cataratto, erbe aromatiche, mandorle ed essenze agrumarie.
Taormina
- pesce spada capperi e olive
4. Olbia (Sardegna)
Dalla Sicilia ci spostiamo in Sardegna, man mano che ci avviciniamo ai vertici di questa speciale classifica. L’arte culinaria sarda è un mix perfetto di innovazione, creatività e rispetto per la tradizione. Le materie prime non mancano, fra formaggi, insaccati, frutti di mare, crostacei. Sicuramente da assaggiare le seadas al miele e i culurgiones, una pasta fresca ripiena, simile ai ravioli.
Olbia
- i culurgiones
3. Alghero (Sardegna)
Restiamo in Sardegna per la terza posizione. Alghero è una città affascinante, conosciuta per i suoi paesaggi sensazionali e le sue spiagge. La cucina locale nasce spesso da una fusione con la cucina catalana. Tipico di questa zona è l’Anghelo Ruju, vino liquoroso dal colore rosso granato, ottenuto da uve cannonau passite (appassite) al sole per 15-20 giorni.
Alghero
- le seadas
2. Positano (Campania)
Ritorniamo in Campania per la seconda posizione in classifica: Positano è una delle più belle località della Costiera Amalfitana. I limoni sono senza dubbio l’elemento caratteristico di queste zone, le cui coltivazioni a terrazzamento vengono qui chiamate “giardini”.
Positano
- i limoni
1. Gallipoli (Puglia)
Una delle perle del Salento guida la speciale classifica di The Fork delle destinazioni gastronomiche top dell’estate italiana 2019. La cucina gallipolina rispecchia in parte la tipica cucina salentina, a base quindi di ingredienti poveri e contadini, con una predominanza di verdure, ortaggi e legumi. Un esempio di cucina povera è sicuramente la “scapece”. Si tratta di una ricetta antichissima, che risale a tempi in cui il popolo di Gallipoli cercava un modo per conservare il pesce.
Gallipoli
- lo scapece è un piatto tradizionale locale composto da piccoli pesci fritti e fatti marinare tra la mollica di pane imbevuto di aceto e zafferano.
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