Perché andarci? Perché la Nuova Aquitania è considerata a ragione la Toscana d’Oltralpe. Sostituite alle calme acque del Tirreno quelle spumeggianti dell’Atlantico e alla grossetana spiaggia della Pincipessa il paesaggio lunare della duna più grande d’Europa, il Pilat. Quanto poi a vini e gastronomia la battaglia è senza esclusione di colpi. I vini bordolesi sono rinomati e apprezzati nel mondo tanto quanto i vini toscani e alla straordinaria cucina popolare qui si risponde con un livello di ristorazione e accoglienza che non ha pari in Francia.
Muoversi in tram, treno e bus è fattibile, ma il mezzo votato per non perdere il meglio della regione in pochi giorni è di sicuro un’auto. Si può noleggiarla all’aeroporto di Bordeaux-Merignac e raggiungere il centro cittadino percorrendo prima la A630 fino all’uscita 12, e seguire l’avenue Mitterand fino ad incrociare il Boulevard Leclerc, uno dei segmenti che incorniciano il centro storico fino alle sponde della Garonna.
BORDEAUX, CAPITALE COOL DELLA FRANCE DU SUD
“Io ci vivrei”: è un mantra che ricorre spesso nei pensieri di chi si muove, viaggia, è aperto ad accogliere nuove esperienze e raccogliere le lusinghe dei luoghi che visita. E la capitale della Nouvelle Aquitaine e del dipartimento della Gironda esercita attrazioni fatali. Bordeaux, la “bella addormentata” di Francia si è risvegliata: dinamica, effervescente, giovanile, con un centro storico dichiarato nel 2007 patrimonio Unesco. In una parola che anche i “galletti” hanno sdoganato: Bordeaux? c’est cool! Tanto trendy da essere in prima fila per la candidatura dell’Expo 2025.
“Io ci vivrei”: è un mantra che ricorre spesso nei pensieri di chi si muove, viaggia, è aperto ad accogliere nuove esperienze e raccogliere le lusinghe dei luoghi che visita. E la capitale della Nouvelle Aquitaine e del dipartimento della Gironda esercita attrazioni fatali. Bordeaux, la “bella addormentata” di Francia si è risvegliata: dinamica, effervescente, giovanile, con un centro storico dichiarato nel 2007 patrimonio Unesco. In una parola che anche i “galletti” hanno sdoganato: Bordeaux? c’est cool! Tanto trendy da essere in prima fila per la candidatura dell’Expo 2025.
Prospettive e giochi d'acqua in place de la Bourse
Affascina già dai primi passi a fianco del corso della Garonna. Se si ha noleggiato la macchina in aeroporto il consiglio è lasciarla ai margini della città in un parcheggio a pagamento, oppure trovare parcheggio lungo i primi tratti urbani del fiume dove si può pagare alle colonnine e salire sui tram che fanno a spola tra centro e periferia sfrecciando sul lungofiume. Basta forse una giornata per intuire il carattere forte e identitario della città, crocevia del commercio marittimo francese, arricchita con armatori navali e traffici dalle colonie d’oltremare tra il ‘700 e l’800.
Rivoluzionari sì ma non radicali, antimonarchici e anticonformisti, ma propensi a non demonizzare la ricchezza e i commerci. Oggi il termine abusato è radical (chic?) e può associarsi bene agli eredi dei girondini. Se ne ha una prima rappresentazione già sulle rive della fiume, un’edizione “polisportiva” delle rambla iberiche. Pattinatori, runner, giocatori di calcio, pallamano (molto popolare nel sud francese), basket e ovviamente rugby, lo sport in cui Bordeaux contende a Toulouse lo scettro di capitale dell’Esagono: tutti trendy e sportivi a Bordeaux, da o a 99 anni.
Ma quando dal fiume si sale sul Pont de Pierre, si cambia abito. Ora si entra nel centro storico e sempre un po’ scapigliati si possono ammirare l’esplanade des Quinconces, tra le più vaste d’Europa; la place de la Comedie e la Porte de la Grosse-Cloche, per molti il simbolo monumentale della città. Ovviamente gli stimoli culturali sono primari in una città vocata al turismo: dal musée d’Aquitaine a quello des Beaux-Arts, con una collezione di tele fiamminghe che vale da sola l’ingresso. Da non perdere Il più recente Capc Musée d’art Contemporain, allestito negli ex magazzini coloniali (1824). Ma ultimo per anagrafica e forse primo a livello simbolico è la nuova Cité du Vin (leggi la nostra news dedicata), un museo di dieci piani dedicato al mondo del vino, che dal 2016 raccoglie il meglio della produzione locale: più di 5000 domaines (le tenute dei vignaioli) per 57 denominazioni, di cui la maggior parte riporta l’Appélation d’Origine Controlée: AOC.
La struttura avvolgente della Cité du Vin
Si respira quindi una atmosfera energica e insieme rilassata, accesa dai locali à la page ma non frenetica. Tante enoteche (ovviamente), bistrot e ristoranti, molti rinomati, qualcuno “pluristellato”. Moltissimi anche i locali etnici, che però non fanno a pugni con le vetrine alla moda e le i locali smart. Ultima suggestione cittadina: prima di ripredere l’auto e scoprire la regione, non mancate l’appuntamento gastronomico di ogni bordolese: il Marché des Capucins per un aperò con vino bianco e ostriche. Tre taglie. Prendete la media, limone, pepe e l’oceano sarà più vicino.
TRA MÉDOC e SAINT-EMILION, UN RALLY DA BUONGUSTAI
È tempo di uscire dai confini cittadini per scoprire una delle regioni più preziose per l’economia francese, il Médoc. Ovviamente il mezzo principale per godersi l’uscita giornaliera è l’auto. Se non l’avete già noleggiata in aeroporto è tempo di cercarne una in città per poi dirigersi a nord-ovest di Bordeaux, lungo la sponda occidentale dell’estuario della Gironda. Si può prendere a riferimento la cittadina di Pauillac, cuore della regione dei vignerons, circondata da rinomati vitigni tra cui l’Haut-Médoc, il Margaux e il Saint-Julien. Qui si possono degustare ben 18 crus celebri nel mondo. Chi non ha mai sentito nominare il Latour o il Lafite Rothschild?
È tempo di uscire dai confini cittadini per scoprire una delle regioni più preziose per l’economia francese, il Médoc. Ovviamente il mezzo principale per godersi l’uscita giornaliera è l’auto. Se non l’avete già noleggiata in aeroporto è tempo di cercarne una in città per poi dirigersi a nord-ovest di Bordeaux, lungo la sponda occidentale dell’estuario della Gironda. Si può prendere a riferimento la cittadina di Pauillac, cuore della regione dei vignerons, circondata da rinomati vitigni tra cui l’Haut-Médoc, il Margaux e il Saint-Julien. Qui si possono degustare ben 18 crus celebri nel mondo. Chi non ha mai sentito nominare il Latour o il Lafite Rothschild?
Per non perdersi tra le mille tentazioni del gusto e fare scelte oculate tra gli chateaux da visitare, l’ufficio turistico di Pauillac ospita la Maison du Tourisme et du Vin. Uno degli chateaux più gettonati dagli appassionati è lo Chateau Lanessan, organizzato per in proposte di visite guidate di circa un’ora, con una sezione dedicata ai più piccoli.
Ora si può lasciare il Medoc e fare demi-tour (la nostra inversione a U) per spingervi in auto verso le colline a est di Bordeaux. Sono 40 chilometri di strada da percorrere principalmente sulla N89, ma la meta vale lo sforzo (e la convivenza con molti turisti). Saint-Emilion è infatti una è una delle più suggestive località della regione. Il borgo medievale è da sempre stato sulle rotte pellegrine e l’intensa attività produttiva e la qualità dei “rossi” locali ha aperto le porte dell'élite dei siti Unesco ai suoi vigneti.
VERSO L’OCEANO, TRA ARCACHON E LA DUNA DEL PILAT
Fatta scorta di calici d’autore ci si può dedicare alla natura scintillante della costa oceanica. La prima meta è da due secoli l’approdo vacanziero per la borghesia bordolese (e non solo), ovvero Arcachon e il suo bacino, un triangolo di mare chiuso a ovest dalla striscia di Cap Ferret e da sempre luogo d’elezione per la produzione delle ostriche. Bastano un paio d’ore per respirare l’atmosfera retro-chic, magari passeggiando tra le ville in stile coloniale del quartiere della Ville d’Hiver. Ma il consiglio è non farvi conquistare dal clima da dolce vita e ripartire verso sud per una vera esperienza naturalistica.
Fatta scorta di calici d’autore ci si può dedicare alla natura scintillante della costa oceanica. La prima meta è da due secoli l’approdo vacanziero per la borghesia bordolese (e non solo), ovvero Arcachon e il suo bacino, un triangolo di mare chiuso a ovest dalla striscia di Cap Ferret e da sempre luogo d’elezione per la produzione delle ostriche. Bastano un paio d’ore per respirare l’atmosfera retro-chic, magari passeggiando tra le ville in stile coloniale del quartiere della Ville d’Hiver. Ma il consiglio è non farvi conquistare dal clima da dolce vita e ripartire verso sud per una vera esperienza naturalistica.
Seguendo il profilo della costa si può percorrere in auto la D218 in direzione Biscarrosse (dove c’è anche un frequentatato Parco Acquatic) e in una decina di chilometri raggiungere la Duna del Pilat. È la più grande duna d’Europa, è alta in media più di 100 metri e si estende per circa 3 chilometri dalla foce del bassin d’Archachon verso sud. Questo gigante di sabbia (che si mangia alberi e case con una velocità di 4 metri all’anno) divide l’oceano e un tappeto di pinete che si estendono verso est. Per risalirla ci sono scalette e percorsi segnalati, e una volta arrivati in cima si ha la sensazione di galleggiare sull’oceano da una parte e su un immenso tappeto verde scuro dall’altra. Magnifica. Nessun altro aggettivo rende l’idea di questo immenso paesaggio da non perdere.
Le scalette per guadagnare i 100 metri e il panorama della duna più grande d'Europa, il Pilat
INFO
- A Bordeaux si arriva comodamente con molte compagnie aeree low cost: easyjet (da Milano Malpensa e Venezia), HOP! (Roma Fiumicino), Ryanair (Roma Ciampino), Volotea (Venezia), oltre ad altre linee stagionali.
- Info sulla regione sul sito della Nouvelle Aquitaine, su Bordeaux sul sito dell'ufficio del turismo.
- A Bordeaux si arriva comodamente con molte compagnie aeree low cost: easyjet (da Milano Malpensa e Venezia), HOP! (Roma Fiumicino), Ryanair (Roma Ciampino), Volotea (Venezia), oltre ad altre linee stagionali.
- Info sulla regione sul sito della Nouvelle Aquitaine, su Bordeaux sul sito dell'ufficio del turismo.
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