Dal 4 ottobre al 22 dicembre alla fondazione Matalon di Milano

Il Wildlife Photographer of the Year, la mostra di fotografie naturalistiche più prestigiosa al mondo, torna anche quest’anno a Milano presso la Fondazione Luciana Matalon in Foro Buonaparte 67, dal 4 ottobre al 22 dicembre.
Organizzato dall’Associazione culturale Radicediunopercento, l’evento espone le 100 immagini premiate alla 54ªedizione del concorso di fotografia indetto dal Natural History Museum di Londra.
A questa edizione hanno paretcipato 45mila fotografie provenienti da 95 Paesi, realizzati da fotografi professionisti e non, che sono stati selezionati da una giuria internazionale di esperti, in base a creatività, valore artistico e complessità tecnica.
Le foto finaliste e vincitrici delle 19 categorie del premio ritraggono animali rari nel loro habitat, comportamenti insoliti e immagini sorprendenti : ne scaturisce un’incredibile esperienza visiva, che ci trasporta in remoti angoli di deserto, negli abissi del mare o dall’intricato verde della giungla.
Vediamo assieme una selezione degli scatti esposti, in una fotogallery spettacolare. Nell'immagine, che è presente anche sulla locandina della mostra, la foto "Gattone al fresco" realizzato dal sudafricano Isak Pretorius nel South Luangwa National Park, in Zambia.

Pipe owls (civette nel tubo)

Vincitrice nella categoria giovani under 10, questo scatto è stato realizzato in una città del Punjab, in India.
Mentre era in auto con suo padre in città, Arshdeep vide un uccello sparire all’interno di un vecchio tubo di scarico. Chiese di fermare la macchina, quindi prese la fotocamera con il teleobiettivo del padre, inginocchiandosi sul sedile e aprendo il finestrino a metà, a livello del suo sguardo. Poco dopo, una civetta maculata si affacciò, seguita da un’altra, ed entrambe lo guardavano.
Le civette maculate nidificano abitualmente in buchi degli alberi, dove la femmina depone fino a 5 uova. Anche se comuni nel Punjab, questi piccoli uccelli sono difficili da vedere di giorno, essendo notturni. Questa coppia (a sinistra la femmina, più grande) è tra quelle che utilizzano siti di nidificazione urbani, in risposta all’intenso disboscamento nella regione.

Bed of seals (un letto di foche)

Foto vincitrice nella categoria Diversità-Aninali nel loro ambiente, scattata dallo spagnolo Cristobal Serrano presso il canale di Errera, Antartide.
Il mare era relativamente calmo quando Cristobal fece decollare il suo drone da un piccolo gommone. Dall’alto, il drone rivelò un piccolo lembo di ghiaccio ricoperto di foche mangiagranchi. Queste foche sono gregarie, e con spazio disponibile possono concentrarsi a centinaia sugli iceberg.

The golden couple (la coppia dorata)

La fotografia dell'olandese Marsel van Oosten ha vinto nella categoria Composizioni-Ritratti di animali ed è stata scatta in Cina, sui monti Qinling.
Mentre il gruppo di rinopitechi dorati saltava da un albero all’altro, Marsel cercava di star loro dietro, inciampando e scivolando. Gradualmente, ha imparato a prevedere il loro comportamento, ed è riuscito a inquadrare un maschio che si riposava su una roccia, . Una delle femmine del gruppo a un certo punto si sedette di fianco, ed entrambi si misero a osservare una lite tra i maschi dominanti nel gruppo di 50 individui. Grazie al sole che filtrava attraverso i rami, le pellicce dorate di questa coppia splendevano in contrasto col verde vivido della foresta.
Il rinopiteco dorato è tra i primati più belli del mondo. Vive solo in quest'area della Cina ed è a rischio estinzione: oggi si contano meno di 4mila individui.

Blood thristy (assetato di sangue)

Il fotografo tedesco Thomas P. Peschak ha realizzato questa fotografia presso le isole Galapagos, vincendo nella categoria Comportamenti-uccelli.
Grazie ad un lavoro sul cambiamento climatico Thomas si procurò un raro permesso per arrivare a Wolf Island, una parte remota delle isole Galápagos. Sdrucciolando sulle rocce per raggiungere questo altopiano, osservò una scena bizzarra: un fringuello terricolo beccotagliente stava beccando le penne di una sula di Nazca. Vista la scarsa disponibilità di alternative, aveva ovviato bevendo il sangue per sopravvivere.
Circondata da falesie ripide, e senza acqua, Wolf Island è un luogo difficile in cui vivere. Le sule possono pescare nell’oceano, i fringuelli devono limitarsi a una scarsa quantità di semi e insetti. Per sopravvivere bevono il sangue delle sule di Nazca, un comportamento forse evolutosi mentre mangiavano i parassiti delle loro piume.

Mister whisker (il signor baffo)

E' un italiano, Valter Bernardeschi, l'autore di questo scatto realizzato alle isole Svalbard, Norvegia, e menzione d'onore nella categoria Composizioni-Ritratti animali.
Dopo aver montato la  fotocamera su due monopiedi uniti a un galleggiante, per allungarla, Valter entrò nell’acqua ghiacciata per fotografare alcuni trichechi che aveva avvistato dalla sua imbarcazione. Il suo movimento attirò l’attenzione di alcuni giovani, che iniziarono a nuotare verso di lui: Valter catturò questo ritratto intimo a distanza di monopiede.
Trichechi come questi possono vivere fino a 40 anni: la loro pelle spessa li protegge dal freddo mentre si nutrono principalmente di molluschi bivalvi, che trovano sui fondali marini arandoli con le loro zanne. 

Tigerland (nella terra delle tigri)

Menzione d'onore della sezione Diversità-Animali nel loro ambiente, questa footografia è stat realizzata nel distretto di Torngsa, in Bhutan, dal francese Emmanuel Rondeau.
Accompagnato dai ranger, Emmanuel aveva percorso un dislivello di 700 metri per posizionare otto fototrappole, scegliendo le zone in base ad avvistamenti pregressi, impronte, graffi sui tronchi o marcature di tigre. Ventitré giorni dopo, questa tigre del Bengala stava guardando direttamente verso una delle sue fotocamere.
Oggi si stima che in Bhutan vivano un centinaio di tigri, un terzo in più dall’ultimo censimento del 1998. Il piccolo Paese himalayano ha creato una rete di corridoi ecologici tra i parchi nazionali, in modo che gli animali possano spostarsi in maniera relativamente sicura.

Trailblazer (La scia incendiata)

E' il giardino botanico di Trang, in Thailandia, il luogo dove è stata realizzata questa fotografia dall'austriaco Christian Wappl.
Alla una di notte la foresta era tranquilla, ma la sua fauna notturna brillava. La grande protagonista dello spettacolo era una larva di lucciola di 7 centimetri di lunghezza, che emetteva un bagliore continuo da quattro organi luminosi posti sulla sua estremità posteriore. Con esposizione lunga e flash, Christian riuscì a ritrarre la larva come se lasciasse una scia di fuoco.
Le lucciole passano la maggior parte della propria vita come larve, mangiando invertebrati anche di molto più grandi di loro. La luminescenza è dovuta agli organi appositi, e molto probabilmente avverte i predatori del suo non essere commestibile.

School visit (visita scolastica)

Menzione d'onore nella categoira Habitat-Natura urbana, questa fotografia dell'inglese Adrian Bliss è stata realizata a Pripyat, in Ucraina.
Pripyat si trova nella Chernobyl Exclusion Zone, stabilita dopo il disastro nucleare del 1986. Disabitata, la città si è arresa alla natura: questa volpe rossa trotterellava in una classe abbandonata, e si fermò qualche istante su un tappeto di maschere antigas per bambini.
Ancora oggi, le conseguenze a lungo termine del disastro di Chernobyl non sono chiare. Di sicuro, in assenza di umani, Pripyat sembra pullulare di vita: la foresta circonda gli edifici da ogni lato e favorisce l’ingresso di cinghiali, castori, lontre, cervi e alci.

Desert relic (Reliquia del deserto)

Scatto di Jen Guyton, vincitore nella categoria Diversita-Piante e funghi.
Jen aveva camminato tutto il giorno nel deserto della Namibia  alla ricerca della pianta perfetta da fotografare, prima di individuarne una adatta. Con un punto di ripresa basso e il grandangolo, ha ritratto questa welwitschia e i colori vibranti in contrasto con il paesaggio al tramonto.
La meravigliosa e strana welwitschia può vivere più di mille anni. A partire dalla base, solo due foglie a lento accrescimento strisciano sulla superficie del deserto per tutta la sua esistenza, e col passare dei secoli si frammentano e accartocciano dando l’impressione di foglie multiple.

Night flight (Volo notturno)

Questo scatto dell'americano Michael Patrick O’Neill realizzato a Palm beach, Florida (Usa), è il vincitore nella categoria Habitat-Subacquee.
Nel cuore della notte, su un fondale profondo, Michael stava seguendo un pesce volante: di giorno questi animali sono straordinariamente veloci, ma di notte nuotano lentamente appena sotto la superficie. Il fotografo ha provato diverse impostazioni di tempo e flash, sempre senza perdere di vista il suo soggetto, fino a realizzare questo scatto incredibile.
Muovendo la loro coda biforcuta, i pesci volanti come il giovane in foto si muovono nell’acqua fino a decollare sopra la superficie: aprendo le lunghe pinne pettorali, possono planare per parecchie centinaia di metri e sfuggire così ai predatori acquatici.

Inner fire (il fuoco dentro)

Arriva dalla penisola russa della Kamchatka questa fotografia del sovietico Denis Budkov, menzione d'onore nella categoria Diversità-Ambienti della Terra.
Il vulcano Plosky Tolbachik ha smesso di eruttare nel 2013, ma cinque anni dopo le rocce fuse ancora brillavano mentre Denis percorreva la salita. All’improvviso, il calore lo bloccò e andare più vicino era  fuori discussione. Appena il sole tramontò, scattò questa fotografia.
Con 300 vulcani di cui 20 attivi, la penisola della Kamchatka è tra le aree più vulcanicamente movimentate del pianeta; il Plosky Tolbachik è a nord, e ha una storia di eruzioni lunga migliaia di anni. L’ultimo episodio è durato un anno e ha lasciato uno nuovo strato lavico spesso 50 metri.

The ice pool (la piscina di ghiaccio)

Lo spagnolo Cristobal Serrano vince anche nella categoria Composizioni-Visioni creative con questa spettacolare immagine aerea realizzaaa anch'essa presso il canale di Errera in Antartide.
«Gli umani hanno provato a spiccare nell’arte della scultura, ma gli iceberg mostrano come non ci siano eguali con l’arte della natura», sostiene l'autore. Per rivelare la bellezza di questa spettacolare scultura glaciale, ha usato un drone, facendolo volare alto in modo da non disturbare le foche. Il punto di vista aereo mostra una piscina a forma di cuore al centro dell’iceberg.
L’area azzurra al centro dell’immagine mostra dove l’iceberg si è sciolto sotto la linea della superficie del mare, creando una piccola piscina poco profonda, che contrasta con l’oceano scuro e profondo circostante.

Simple beauty (una bellezza semplice)

Una delle foto più curiose è questa, realzzata dall'olandese Theo Bosboom presso l'isola di Lewis, al largo della Scozia.
L'autore scoprì questa alghe in una piccola pozza di scogliera su una spiaggia. Facendo delle prove con diverse lunghezze focali, e usando un filtro polarizzatore per ridurre i riflessi, attese che il mare si calmasse per realizzare questo scatto che «mostra la bellezza semplice di strutture e pattern creati dalla natura».
Queste alghe appartengono a una specie  provvista di vescicole piene d’aria, che permettono loro di galleggiare vicino alla superficie e raggiungere meglio i raggi solari.

Life among litter (la vita in mezzo ai rifiuti)

Chiudiamo la nostra magnifica carrellata con questo scatto del francese Greg Lecoeur, menzione d'onore al Wildlife Photojournalism Award: Immagine singola, realizzato nell'arcipelago Raja Ampat, in Indonesia. Perchè sia di monito per il futuro, di tutto quello che stiamo facendo all'ecosistema, soprattutto quello marino.
«L’oceano è vittima delle attività umane» spiega Greg. Questo antennaride non poteva nascondersi in mezzo alla plastica, e il pezzetto di sargasso vicino non era che un frammento delle isole galleggianti che normalmente danno rifugio a questo pesce.
Maestro di mimetismo e vorace predatore all’agguato, l’antennaride normalmente attende le prede su zattere galleggianti di sargassi, usando l’esca sulla propria testa per attirarle. Negli ultimi decenni, l’antennaride ha dovuto cominciare a dividere il proprio habitat con milioni di tonnellate di rifiuti non biodegradabili che finiscono in mare ogni anno.