Il coraggio di un territorio

Che cosa hanno in comune il verdicchio di Matelica, la mozzarella Sibilla Stg, la vernaccia di Serrapetrona, la mela rosa dei Sibillini, il tartufo bianco di Amandola (nella foto)? Un territorio, l’entroterra marchigiano fra Ancona, Macerata e Fermo, unico per bellezza e ricchezza che, ferito nel 2016 dal terremoto, non si è mai arreso.
Siamo andati a scoprire questo territorio, che ancora una volta ha saputo sorprenderci per la qualità delle sue produzioni, per la sua determinazione, per il suo coraggio.
Questa gallery nasce così: dal desiderio di condividere aziende, prodotti, luoghi, persone che rendono grande una Regione, le Marche. Non solo suggerimenti di luoghi da visitare e riscoprire, dunque, ma - per una volta - l’invito esplicito e duetto ad acquistare prodotti locali. Perché sono di indiscussa qualità, lo abbiamo verificato di persona, e perché è il modo migliore che abbiamo tutti per sostenere uomini e donne colpiti dal terremoto del 2016.

Vernaccia di Serrapetrona docg

Prima tappa. Serrapetrona, paese reso noto dalla vernaccia di Serrapetrona docg, l’unico spumante italiano rosso docg. Presso la Società agricola Alberto Quacquarini è possibile ammirare il processo di appassimento, lungo 3 mesi, delle uve della Vernaccia di Serrapetrona docg - prodotto dal nobile vitigno Vernaccia Nera - una delle dieci etichette prodotte dall’azienda. Uno spettacolo protagonista ogni anno della manifestazione Appassimenti aperti.

Ma Quacquarini non è solo vini: è anche dolciumi – ottimi i panettoni natalizi e le colombe e le uova pasquali –, cioccolato, biscotteria che riprende le ricette della tradizione, come nel caso delle ciambelline alla vernaccia di Serrapetrona docg.

Vino Cotto di Loro Piceno

«Il tuo colore è forte e bello, vino stracotto del mio paesello / non che sia rosso, o bianco, o giallo, oscuro o limpido: è occhio di gallo»: così recita una poesia scritta nel 1962 da Adelaide Sorbatti Marchetti a omaggiare il prodotto simbolo di Loro Piceno: il Vino Cotto. Qui, in questo paese sulle colline di Macerata, a 436 metri di altitudine, ci accoglie la Cantina Tiberi David che produce il Vino Cotto Stravecchio “Occhio di Gallo”, con l’etichetta che nel nome evoca il colore tipico. L’invecchiamento in botti di legno è lo stadio più importante della realizzazione: l'azienda vanta Vino Cotto con oltre 40 anni di invecchiamento.
Il Vino Cotto è anche usato per insaporire le carni, per preparare il sugo dei vincisgrassi, le lasagne tradizionali marchigiane, ma anche per realizzare dolci – la crema pasticcera al Vino Cotto.

Cappellificio Sorbatti di Montappone

Altra tipicità marchigiana tutta da scoprire, questa volta da indossare, è quella del Cappellificio Sorbatti di Montappone. Qui la storia ha inizio nel 1922, quando Attilio Sorbatti e sua moglie Ester danno inizio a una tradizione che dura da oltre 80 anni. Dal fondatore Attilio ai figli Filippo, Ermanno e Nerino fino alla terza generazione: i nipoti Marco e Attilio. Nel corso degli anni l’azienda è progressivamente cresciuta pur restando a conduzione familiare. Dall’originario carattere di manifattura, ancora fondamentale, il cappellificio si è trasformato in una dinamica industria di cappelli e berretti, radicata nella tradizione imprenditoriale delle Marche.

Museo del Cappello di Montappone

A Montappone, la tradizione è tenuta alta e raccontata anche dal Museo del Cappello, che accoglie le migliori produzioni di quello che universalmente riconosciuto come distretto della produzione di cappelli più importanti d’Italia, forse anche d’Europa. Il museo racconta la tradizione dei cappelli in paglia – paglia che in questo territorio veniva intrecciata per realizzare di tutto, dalle ceste alle cinture) e la sua evoluzione.
Tra le sale è possibile riconoscere le opere realizzate dalle aziende del territorio di Montappone, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado e Falerone. Imprese che hanno saputo diversificare la produzione utilizzando oltre la paglia altri materiali naturali (lana, feltro, canapa, tessuto...) dando continuità alla storia, nel rispetto dei dettami della creatività e dell'innovazione.

Azienda agricola Marinelli di San Severino Marche

A San Severino Marche, in località Parolito, presso l’Azienda Agricola Marinelli si allevano bovini di razza Frisona e si produce il latte per la mozzarella Stg (Specialità Tradizionale Garantita) Trevalli.
Fabrizio e Luca dirigono l’azienda rispettando la tradizione ma sempre con grande attenzione al futuro. Testimonianza ne sono le nuove tecnologie utilizzate e le 16 postazioni mungitura che ogni mattina raccolgono latte crudo da 190 bovini.

Trevalli Cooperlat - Sibilla di Amandola

Quando si pensa ai prodotti tipici della cucina marchigiana, è difficile venga in mente la mozzarella. Eppure basterebbe fare un salto ad Amandola, nel Parco nazionale dei Monti Sibillini, tra l’altro un territorio colpito duramente dal terremoto. Qui, in località Piandicontro, si trova uno dei tre stabilimenti Trevalli Cooperlat, quello a marchio Sibilla, che produce appunto formaggi freschi a pasta filata: mozzarelle, trecce, bocconcini, ricotte fresche, ogni giorno. «In quei terribili giorni del 2016 gli operai dormivano in fabbrica, perché si sentivano più sicuri ma anche per non volevamo interrompere la produzione», racconta il presidente Piero Petrotti.
La mozzarella Sibilla è certificata dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali Stg, Specialità Tradizionale Garantita. Un gioiello di sapore e un piccolo miracolo per le Marche, che fra le regioni italiane produttrici di latte è terzultima.

Tartufo bianco pregiato di Amandola

Sempre ad Amandola, l’autunno regala un altro prodotto del territorio di valore assoluto: il tartufo bianco pregiato dei Sibillini, protagonista ogni anno a novembre della manifestazione Diamanti a Tavola che nel 2017 ha festeggiato la 20ª edizione. Una piccola mostra mercato dedicata ai tartufi locali, bianchi e neri – ricordiamo che il tartufo bianco può costare anche 4000 euro al chilo – ma anche alle altre eccellenze locali artigianali e culinarie.

Museo del paesaggio dei Sibillini di Amandola

Amandola ospita anche il Museo del paesaggio dei Sibillini, la cui sede è stata danneggiata dal terremoto: in tempi record l’esposizione è stata riallestita in un’altra sede, sempre in paese (e-mail: info.amandola@sibillini.net). Merita una visita perché è un museo di nuova concezione, moderno, vivace, pensato per i viaggiatori e per le scuole: pannelli girevoli, postazioni multimediali, giganteschi plastici raccontano in modo chiaro e immediato il territorio, le sue caratteristiche, le sue bellezze.

Mela rosa dei Sibillini

Piccolo è bello, sembra il titolo ideale per Montedinove (Ascoli Piceno), Comune con meno di 500 abitanti nella Comunità Montana dei Sibillini (561 metri slm), le cui mura medievali raccontano un passato di controllo del territorio. Qui si coltiva la mela rosa dei Monti Sibillini, un’antica varietà di mela, piccola, irregolare e schiacciata alle estremità, dal gusto dolce e acidulo. Buone ma poco appariscenti, la loro coltivazione era stata quasi completamente abbandonata nonostante la grande resistenza al freddo: negli ultimi anni sono tornate in coltura, grazie al lavoro della Comunità Montana: lo stesso Comune di Montedinove ha piantato 400 alberi per incrementarne la coltivazione e da 8 anni le celebra con una manifestazione dedicata, il primo finesettimana di novembre.

Vini Belisario, Verdicchio di Matelica

Il verdicchio di Matelica è una delle doc più importanti e note delle Marche. Prodotto nell’area di Matelica e di Fabriano, nelle province di Ancona e Macerata, prevede uve verdicchio minimo 85% e si differenzia dal verdicchio dei Castelli di Jesi per una maturazione delle uve più lenta che dà al vino più corpo e una maggiore longevità.

Da non perdere i Vini Belisario di Matelica. L’azienda, nata nel 1971, ha appena celebrato i 50 anni di attività. Oggi conta 300 ettari vitati: è il più grande produttore di verdicchio di Matelica doc e tutti i vigneti, che coltiva direttamente, sono attorno alla cantina, in valle Esina. L’azienda è anche certificata per la vinificazione di uve da coltura biologica, con circa 24 ettari di vigneti bio. Fra i vini bianchi produce anche pecorino, passerina, esimo bianco; far i rossi colli maceratesi doc, rosso Conero, lacrima di Morro d’Alba.

Hotel e ristoranti fra Borgo Lanciano e Montegiorgio

Per finire, due consigli su dove mangiare e dormire, presso due luoghi che al pari delle aziende finora citate, fanno parte della storia e della cultura del territorio. L’Hotel Oscar & Amorina di Montegiorgio, in provincia di Fermo, un albergo vecchio stile, guidato con cura e amore ancora oggi da Oscar, sulla soglia dei 90 anni, e della sua famiglia. La cucina, guidata dal gusto dello chef Francesco Conti, propone i piatti della tradizione marchigiana, le migliori carni alla brace, i dolci della tradizione preparati oggi come un tempo.
Il Relais Benessere Borgo Lanciano a Castelraimondo, in provincia di Macerata è un albergo diffuso frutto della  ristrutturazione di antichi casali che ha saputo mantenerne inalterato lo stile aggiungendovi comfort e servizi. immerso in un ampio parco e circondato da dolci e verdi colline, dispone di 49 fra camere e suite, di un centro benessere spa e una piscina esterna per la bella stagione e di un ampio ristorante ideale anche per ricevimenti e cerimonie. Un luogo al tempo stesso accogliente e ritirato, in posizione ideale per scoprire le bellezze del territorio e con un cielo notturno stellato indimenticabile.