
C’è chi vuole andare su Marte e c’è chi prova a trovare nuovi modelli di vita sul pianeta Terra.
David Farrier, autore del nuovo volume della collana Arcipelago del TCI intitolato Il genio della natura. Lezioni di vita dalla Terra che cambia è docente di letteratura inglese all’Università di Edimburgo e utilizza le sue competenze letterarie per raccontare, con uno stile avvincente come un romanzo di avventura, l’alternativa naturale alla fiducia cieca nella tecnologia e nell’efficientismo umano alle quali si affidano in molti.
L’adattamento come stile di vita
«Lavorando su questo libro sugli esseri umani e sul mondo naturale ho scoperto alcune cose sorprendenti. Per prima cosa è indubbio che gli umani sono la forza motrice dell’evoluzione nel mondo attuale, nel bene e nel male. Abbiamo un impatto decisivo sulla Terra che ha messo in moto dei cambiamenti, anche evolutivi. Siamo sempre stati convinti che sia un processo lento quello dell’evoluzione ma, cambiando le condizioni ambientali, i processi di adattamento, almeno per alcune specie, sono sempre più veloci», racconta Farrier.
La seconda lezione da tenere a mente riguarda proprio la capacità degli esseri umani di essere più o meno rapidi ad adattarsi a un pianeta che abbiamo cambiato e forgiato a nostra immagine e somiglianza ma che ora pone nuove sfide di sopravvivenza. E come realizzare questo obiettivo? «Prendendo spunto dalla natura ovviamente e collaborando tutti insieme per tornare a immaginare come il mondo può essere in futuro».
Un’esplorazione sorprendente
Un capitolo dopo l’altro Farrier conduce in un viaggio intorno al mondo, andando avanti e indietro nel tempo tra decine di aneddoti, esempi e interviste messi insieme in anni di ricerche, studi e confronti con un obiettivo preciso: «Cambiare prospettiva. Farsi ispirare dalla natura e fare ancora meglio. Uno degli elementi evidenti, appunto nel mondo naturale, è la collaborazione tra specie, anche diverse, per sopravvivere. Penso che la tendenza degli esseri umani a separarsi, a ragionare solo per interessi personalistici vada completamente rivista».

Il cambio di prospettiva è stimolato da Farrier con decine di esempi osservati in contesti molto diversi. «Quando parliamo di natura non dobbiamo per forza immaginarla selvaggia. Ho voluto dedicare un capitolo alle città proprio per questo. L’evoluzione urbana può insegnarci a costruire città sostenibili», spiega Farrier che nel libro racconta più di un esperimento in corso. Dallo studio dei coralli all’uso del micelio dei funghi fino ai living brick, mattoni viventi, e al Biorock: cemento marino che imita la forma delle conchiglie e ha proprietà simili al calcestruzzo.
Il futuro è da costruire insieme al mondo naturale
Ogni capitolo propone idee e alternative allo status quo nelle sue diverse varianti tecnofuturiste o pessimiste catastrofiste. «Una delle immagini più emblematiche è quella dei nidi che le gazze urbane realizzano con le punte metalliche messe sui davanzali delle finestre proprio per tenere lontani uccelli come le gazze. Non è sorprendente come un impedimento possa diventare un’opportunità?». In effetti lo è.
«Il capitolo che però mi ha davvero sorpreso mentre ci stavo lavorando è quello sulla comunicazione animale. I canti animali sono un sottofondo al quale non facciamo più caso ma in realtà il nostro agire sta letteralmente soffocandoli o storpiandoli. La cultura è un motore dell’evoluzione, un sistema ereditario aggiuntivo che protrae nel tempo vantaggi conquistati con fatica. Indebolendo, per esempio, il canto degli uccelli, interrompiamo quel flusso». Che poi saremmo disposti a sentire quello che gli animali hanno da dirci? Probabilmente non sarebbe nulla di lontano a esigenze basiche dalle quali ci stiamo allontanando, perdendo appunto contatto con la natura, anche umana, nella sua essenza. «Pensiamo sempre di essere la specie superiore e col tempo abbiamo inventato decine di oggetti per potenziare le nostre abilità, memorie esterne come i cellulari, i computer, ma dovremmo prenderci il tempo di riflettere e osservare. Io sono rimasto stupefatto quando ho appreso che il cervello del ragno si espande lungo tutta la ragnatela. È un super potere che lo aiuta a vivere, mangiare, accrescere il suo raggio d’azione, riprodursi, comunicare».
Il genio della natura è intorno a noi per farcelo notare. Prima di scappare su Marte c’è ancora tempo.
INFORMAZIONI UTILI
Il Genio della Natura
288 pagine
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