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Vent'anni dopo. Come i moschettieri di Alexandre Dumas, gli eroici si contano e scoprono che il romanzo iniziato vent'anni prima è pieno zeppo di personaggi al punto che diventa quasi impossibile seguirne la trama senza perdersi in tante storie. Nel 1997 erano in novantadue a pedalare quasi per gioco sulle strade bianche, intorno al villaggio di Gaiole, storico borgo del Chianti meridionale.
A guidare l'idea un po' balzana di mettere qualche decina di inguaribili “cicloromantici” in sella ad una bici d'epoca – vale a dire una bicicletta che avesse addosso i segni della storia, umile o illustre che sia – e portarli a pedalare su e giù per le colline del Chianti meridionale, tra il castello di Brolio e Panzano, tra Radda e Badia a Coltibuono, furono una manciata di amici.
Non avevano la cappa e la spada di protagonisti di Dumas, ma fili dei freni a baffo sui manubri e cambi a manetta. E fieramente repubblicani, come terra di Toscana comanda, l'unica corona che servivano e a cui tenevano religiosamente fede era l'ingranaggio più grande della trasmissione del moto dai pedali alla ruota.
Non avevano la cappa e la spada di protagonisti di Dumas, ma fili dei freni a baffo sui manubri e cambi a manetta. E fieramente repubblicani, come terra di Toscana comanda, l'unica corona che servivano e a cui tenevano religiosamente fede era l'ingranaggio più grande della trasmissione del moto dai pedali alla ruota.
I NUMERI E LO SPIRITO
Nacque così, vent'anni fa, l'Eroica, oggi la più famosa ciclostorica del mondo. I novantadue partecipanti sono oggi più di cinquemila, e solo perché da qualche anno si è deciso di porre un limite alle iscrizioni. Il territorio comunale di Gaiole conta poco più di 2700 abitanti, frazioni e poderi compresi, e si può immaginare l'impatto di una massa di iscritti più del doppio della normale popolazione, a cui sommare un contorno di partecipanti alla manifestazione che fa perlomeno triplicare la cifra. Da molti anni ormai quasi un terzo degli iscritti proviene dall'estero, a dimostrazione dell'attrattiva internazionale della manifestazione. Esempio, direbbero gli esperti sociomassmediologici, di fenomeno glocal.
foto Guido P. Rubino
Ma che cosa riesce ancora a preservare l'Eroica dal quasi deterioramento che quasi sempre colpisce una manifestazione quando diventa fisiologicamente più grande di se stessa? E anche adesso che, dopo vent'anni, l'Eroica è diventato un brand, e che gli originari ideatori hanno in parte passato la mano a chi ha risorse e capienze imprenditoriali in grado di confrontarsi con una dimensione internazionale e, inevitabilmente, commerciale dell'evento, che cosa rende ancora irresistibilmente affascinante darsi appuntamento in piazza a Gaiole la prima domenica mattina di ottobre? Le risposte sono più d'una, molto probabilmente.
foto Guido P. Rubino
PASSIONE E PAESAGGIO
La prima è che, una o centomila l'Eroica non sarà mai nessuna finché la prima domenica d'ottobre si continuerà, anche a dispetto delle “necessarie” logiche di marketing e di promozione, a respirare e a vivere quell'atmosfera di consonanza tra chi organizza e chi partecipa.
La prima è che, una o centomila l'Eroica non sarà mai nessuna finché la prima domenica d'ottobre si continuerà, anche a dispetto delle “necessarie” logiche di marketing e di promozione, a respirare e a vivere quell'atmosfera di consonanza tra chi organizza e chi partecipa.
Due diverse facce della medesima passione: quella della bicicletta come mezzo d’eccellenza per “entrare nel paesaggio”. E la seconda è, appunto, il paesaggio stesso. Ora che il modello è stato esportato, con successo e a beneficio del motto ciclomarxista “Eroici di tutto il mondo unitevi”, in California e in Olanda, in Inghilterra e in Sudafrica, in Uruguay, in Spagna e in Giappone, si apprezza ancor di più il paradigma, l'archetipo originale.
L'Eroica delle strade bianche del Chianti e della val d'Orcia, tra il profilo turrito di Siena e i morbidi rilievi delle Crete, lungo i declivi da quasi due secoli pettinati dai filari delle viti tenute a palo, e inframmezzati da macchie di lecci, querce e castagni. Un paesaggio disegnato almeno da cinque secoli di storia, ovvero da quando la proprietà terriera signorile ed ecclesiale ha stabilito in queste colline i suoi possedimenti e le sue fattorie, in un mirabile esempio di sfruttamento agricolo di un terreno prevalentemente montuoso e sassoso. Il sistema di colonizzazione mezzadrile ha lasciato il segno, oltre che nelle attività vitivinicole, nei numerosi manufatti edilizi, badie, ville, fattorie e case coloniche, che insieme ai castelli, testimonianza della secolare contesa tra Firenze e Siena, rendono inconfondibile il profilo del paesaggio.
foto Guido P. Rubino
Lo spirito eroico, quello che fa riscoprire, come dice Giancarlo Brocci, che sta all'Eroica come Dante sta alla lingua italiana, “la bellezza della fatica e il gusto dell'impresa”, non può fare a meno del paesaggio. Così, quelli che domenica si accontenteranno della “passeggiata” di 45 km, o del percorso corto di 75, oppure quelli più audaci che affronteranno partenze antelucane per portare a termine i percorsi da 115 – Chianti Classico - , da 135 o, da autentici eroi della resistenza in sella, quello da 209 km, non potranno prescindere dal paesaggio in cui inquadreranno la loro esperienza a pedali.
foto Guido P. Rubino
DOVE FATICA E BELLEZZA SI ASSOMIGLIANO
Perché in quel paesaggio, e nella sua impareggiabile bellezza, troveranno lo stesso segno della fatica che stanno facendo. Poiché il bello non si ottiene gratuitamente, ma bisogna conquistarselo e poi difenderlo con lo stesso spirito di dedizione che uno sportivo, e un ciclista in particolare, mette nelle sue imprese a pedali.
Il castello di Brolio, che fu del barone Ricasoli, pioniere dell'imprenditoria vitivinicola ottocentesca, oltre che illustre statista dell'Italia postunitaria; le vedute di Siena; i borghi medievali di Radda e Castellina, nel Chianti; di Buonconvento e Lucignano d'Asso; la rocca di Montalcino; e la partenza e arrivo sulla piazza di Gaiole, fin dal Duecento storico capoluogo di terziere della Lega del Chianti e ora “santuario internazionale” del ciclismo vintage. Sono tutti esempi di come il paesaggio sia una conquista estetica dell'uomo e che l'uomo stesso ha il dovere di rispettare e di tramandare di generazione e in generazione conservandone la bellezza, anche a costo della fatica.
A contorno delle pedalate di domenica 2 ottobre, un calendario di appuntamenti arricchisce fin da giovedì sera le giornate eroiche: spettacoli teatrali, mostre di biciclette storiche e di prodotti del territorio, incontri di cultura ciclistica, attrazioni golose tra vino e prodotti tipici.
Perché in quel paesaggio, e nella sua impareggiabile bellezza, troveranno lo stesso segno della fatica che stanno facendo. Poiché il bello non si ottiene gratuitamente, ma bisogna conquistarselo e poi difenderlo con lo stesso spirito di dedizione che uno sportivo, e un ciclista in particolare, mette nelle sue imprese a pedali.
Il castello di Brolio, che fu del barone Ricasoli, pioniere dell'imprenditoria vitivinicola ottocentesca, oltre che illustre statista dell'Italia postunitaria; le vedute di Siena; i borghi medievali di Radda e Castellina, nel Chianti; di Buonconvento e Lucignano d'Asso; la rocca di Montalcino; e la partenza e arrivo sulla piazza di Gaiole, fin dal Duecento storico capoluogo di terziere della Lega del Chianti e ora “santuario internazionale” del ciclismo vintage. Sono tutti esempi di come il paesaggio sia una conquista estetica dell'uomo e che l'uomo stesso ha il dovere di rispettare e di tramandare di generazione e in generazione conservandone la bellezza, anche a costo della fatica.
A contorno delle pedalate di domenica 2 ottobre, un calendario di appuntamenti arricchisce fin da giovedì sera le giornate eroiche: spettacoli teatrali, mostre di biciclette storiche e di prodotti del territorio, incontri di cultura ciclistica, attrazioni golose tra vino e prodotti tipici.
foto Guido P. Rubino
INFORMAZIONI UTILI
Scopri il programma completo e gli itinerari dell'Eroica sul sito dedicato www.eroicagaiole.it
Per dormire a Gaiole e dintorni, consultate la nostra selezione di alberghi, agriturismi e b&b.
Per mangiare a Gaiole e dintorni, consultate la nostra selezione di ristoranti e agriturismi
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foto Guido P. Rubino
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