FICO Bike Tour, ovvero 1000 chilometri di bicicletta. 46, giorni, 40 tappe in altrettante aziende che hanno fatto e continuano a sostenere l’eccellenza italiana. 40 produttori che nell’autunno del 2017 faranno germogliare alle porte di Bologna un grande parco dell’agroalimentare italiano, la Fabbrica Italiana Contadina di Eataly World: FICO.
TCI patrocina l'evento e sostiene a tutto fiato il viaggio del giovane agronomo-biker Simone Greco. 
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“Ciao a tutti i lettori Touring, mi sento bene, in forma, pieno di stimoli, solo un po’ affaticato dopo le ultime salite sulle Alpi, specialmente il Col di Tenda, che fino ad ora avevo solo ammirato nelle telecronache del Giro d’Italia”. Simone Greco è al telefono e ha appena superato le gallerie liguri: niente bicicletta questa volta. Oggi è la giornata della sosta per recuperare energie e rimettere ordine ai pensieri. Qual è la sensazione che emerge più forte?
“È l’impegno di rappresentare un progetto così ambizioso come FICO, la Fabbrica Italiana Contadina made in Eatalyworld. Capirne davvero il senso, maturare una consapevolezza che arriva tappa dopo tappa, ma soprattutto dopo il contatto con realtà aziendali e storie familiari entusiasmanti, realtà così diverse che testimoniano davvero una diversità che non è solo nel prodotto ma nella cultura intrinseca e nella filosofia di chi lo ha saputo creare"
Simone e la sua Bianchi dal 13 settembre hanno macinato chilometri su strade perlopiù piemontesi, anche se la sosta arriva in terra Ligure, prima di solcare l’appennino verso l’Emilia Romagna. Raccontaci allora le tue prime esperienze.
UN CAFFÈ E SI PARTE
“Il primo giorno sono stato nel Lavazza training center di Torino. È stata un’immersione nel complesso mondo del caffè. Ero sorpreso e ammirato dall’approccio così tecnico e scientifico a un prodotto tanto domestico come il caffè. Il primo contatto è stato ovviamente con un irrinunciabile espresso, prima di seguire la trainer Giulia, una dei tredici professionisti dello staff di Torino”. Nel mondo sono ben 35.000 gli studenti professionisti che Lavazza forma nei suoi 50 training center. Guidato da una seconda trainer, Simone è riuscito a dare vita alla “FICO-Miscela”: 100% di arabica con tre diverse tipologia di macinazione (Filtro, Moka, Espresso).
L'arte del caffé alla Lavazza di Torino /foto Andrea Guermani
SPEZIE, CARNI (PIEMONTESI) E DOLCI
Nei successivi tre giorni la bicicletta di Simone ha incrociato mondi aziendali molto diversi tra loro: dalle Spezie di Elika a Pancalieri, raccolte per l’occasione nei filari di un giardino di 500 metri quadri; la carne de La Granda a Villafalletto (la sede è a Genola), in una filiera che sposa le buone pratiche agricole e l’allevamento della razza Piemontese; e i dolci Balocco di Fossano, realtà che Simone ha vissuto dal dietro-le-quinte dello stabilimento alla vetrina della "boutique" dolciaria.
Il magazzino della Balocco diventa una ciclabile per FICO
“I professionisti impiegati nelle aziende che sto visitando sono molto stupiti dal mio arrivo in bicicletta da corsa – racconta Simone -. Il contrasto li diverte e un po’ li spiazza. Poi l’atmosfera si scioglie e si riescono a intravedere le diverse anime di grandi realtà della produzione nostrana: dal grande gruppo multinazionale alla piccola realtà di una farm, e mentre a Elika nell’azienda Bonetto, ci siamo cucinati un bel risotto insieme, i Balocco mi hanno invece impressionato per una gestione davvero intima e familiare di una realtà non certo locale”.
I filari di Elika /foto Claudio Allais
PAESAGGIO, BIRRA, CIOCCOLATO E OLIO D’OLIVA
Prima di rientrare in azienda usciamo un po’… parliamo di paesaggio e bicicletta. Tre immagini che ti sono rimaste impresse? “Le distese di campi in tutto il Piemonte durante la raccolta del mais, i panorami delle Langhe e la salita al Col di Tenda”. Problemi meccanici? “Fortunatamente nessuno, il tempo è stato bello, la bici filava e nemmeno una foratura”.
Hai invece chiuso la settimana con tre eccellenze molto diverse tra loro. La Birra Baladin a Fossano, il cioccolato Venchi di Castelletto e l’olio di Oliva Roi in piena Valle Argentina.
“Conoscevo già la realtà dei Baladin, una storia avvincente che mi ha appassionato vedere dal vivo”. Siamo nelle Langhe, a Piozzo e proprio tra vigneti celeberrimi è nata infatti una delle realtà più importanti della birra artigianale italiana. Qui Simone (dopo essersi perso nei dintorni e dopo essere stato rimesso in retta via da un paesano) ha conosciuto le realtà create dal 1986 Teo Musso: il Pub, il Brewpub, la cantina di fermentazione e  “la fabbrica contadina di birra viva”, il nuovo luppoleto e il Baladin Open Garden.
Nel luppoleto Baladin
E dal “signore” della birra ecco l’approdo a Castelletto, il regno di cioccolato delle signore Venchi dove Simone si è addentrato nel mondo della lavorazione del cacao, trattato in una filiera etica che verrà riprodotta nel progetto Fabbrica Italiana Contadina.   
Un momento della produzione del cioccolato Venchi /foto Costamagna
Dopo il cioccolato Venchi scartiamo l’espressione “dulcis in fundo”. Perché, scavalcate le Alpi e approdati a Badalucco, il premio alla fatica è una delle esperienze gourmand per eccellenza, la degustazione dell’olio, ma non un olio qualsiasi, l’olio Roi, che nasce tra dall’incontro delle olive taggiasche alla lavorazione tradizionale a pietra.
Olio Roi /foto David Tinius Rossi
L’ultima domanda è quasi scontata se fatta a un ciclista. Ma la tua dieta è regolata al millimetro vero? Simone se la ride e chiude la telefonata rassicurandoci: “Un ciclista deve sempre alimentarsi un po’ di più del normale fabbisogno calorico. Credo che in questo viaggio non avrò problemi in questo senso”. Alla prossima puntata, all'insegna delle eccellenze romagnole.
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Simone durante la prima settimana del FICO Bike Tour /foto Claudio Allais