Il Giro d'Italia 2020, la cui partenza era programmata sabato 9 maggio a Budapest, è stato rinviato a data da destinarsi. Per non perdere la tradizione, una squadra di scrittori e illustratori appassionati di ciclismo - i "SenzaGiro" - ha deciso di far lavorare la fantasia e raccontare ogni giorno lo svolgimento delle tappe come se la corsa avvenisse davvero, destinando le donazioni di sponsor e privati a una cooperativa sociale della Bergamasca. Il Touring è con loro: giorno per giorno, fornisce i contenuti geoturistici a corredo del racconto della tappa. Trovate:
- sul sito di SenzaGiro il racconto del progetto e le tappe;
- sul nostro sito i contenuti geoturistici - qui la pagina che li raccoglie.
Buon Giro 2020!
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Contenuti geoturistici TAPPA 8 GIRO D'ITALIA 2020
CASTROVILLARI-BRINDISI - 216 km
CASTROVILLARI-BRINDISI - 216 km
di Michele Lauro
In uno scenario maestoso con vista sulle pendici del Pollino, il corso Garibaldi di Castrovillari dà il via a una tappa che attraversa tre regioni – Calabria, Basilicata, Puglia – e tocca due mari. Lasciato il Tirreno calabro dall'altra parte delle vette, la SP 263 plana verso lo Ionio disegnando un'ansa nei pressi di Francavilla Marittima, da dove la SS92 raggiunge il lido di Villapiana. Acque cristalline e vaste distese di spiagge di sabbia o di ciottoli, naturale continuazione delle pianure interne, la costa dell'alto Ionio cosentino vanta larghi tratti incontaminati. Sfilano i lungomare orlati di palme di Trebisacce, Amendolara, Roseto Capo Spulico oltre il quale si comincia a delineare l'arco del Golfo di Taranto. Nova Siri Scalo introduce al breve litorale ionico della Basilicata, con le sue spiagge dorate. La strada corre un po' a ridosso della costa tra coltivazioni di frutta e ortaggi, nella fertile pianura bagnata da cinque corsi d’acqua (Sinni, Agri, Basento, Bradano e Cavone). Affacciate su un mare blu tutelato da riserve naturali, Policoro e Metaponto raccontano nei parchi archeologici la favola antica di una Magna Grecia che inglobò popolazioni e culture da tutto il Mediterraneo. La SS106 prosegue quindi sulla costa tarantina occidentale dalla foce del Bradano a quella del Tara, coronata da pinete e ammassi retrodunali, svoltando infine nel punto più interno del golfo verso il nucleo urbano di Taranto, che si attraversa con il doppio emozionante affaccio sugli specchi del Mar Grande e del Mar Piccolo. Superati gli insediamenti industriali, dopo San Giorgio Jonico il lungo rettifilo dell'ex strada consolare romana (oggi Strada Statale 7) piega verso il Salento messapico toccando i popolosi nuclei di Francavilla Fontana, Latiano e Mesagne, ultimo dorso collinoso che guarda la grande piana di Brindisi e, più in là, il mare Adriatico.
1. Rocca Imperiale
Sorto probabilmente intorno al Mille, il borgo dispone a cascata sul colle una scenografica piramide di case basse e minute, quasi per nulla rovinata dalle recenti espansioni. Federico II lo scelse per edificarvi, tra il 1220 e il 1225, una fortezza come tappa durante i suoi viaggi tra la Sicilia e la Puglia. E proprio dal castello federiciano, reso inaccessibile da poderose mura di cinta e da un profondo dirupo sul lato sud, il sito prese il nome di Rocca Imperiale. L’originario nucleo medievale, ben conservato, guarda dall'alto l'espansione marina al centro di un luminoso litorale che in 7 chilometri alterna sabbia, ghiaia, ciottoli e gruppi di scogli.
Sorto probabilmente intorno al Mille, il borgo dispone a cascata sul colle una scenografica piramide di case basse e minute, quasi per nulla rovinata dalle recenti espansioni. Federico II lo scelse per edificarvi, tra il 1220 e il 1225, una fortezza come tappa durante i suoi viaggi tra la Sicilia e la Puglia. E proprio dal castello federiciano, reso inaccessibile da poderose mura di cinta e da un profondo dirupo sul lato sud, il sito prese il nome di Rocca Imperiale. L’originario nucleo medievale, ben conservato, guarda dall'alto l'espansione marina al centro di un luminoso litorale che in 7 chilometri alterna sabbia, ghiaia, ciottoli e gruppi di scogli.
2. Riserva regionale orientata Bosco Pantano di Policoro
A sud di Policoro, ossia l’antica colonia greca di Siris, la riserva tutela l’area a ridosso della foce del Sinni: un bosco-relitto della magnifica foresta planiziale di latifoglie che fino alla riforma agraria, spingendosi con la sua impenetrabile vegetazione fino al mare, ricopriva gran parte della costa ionica. Ne rimangono oggi circa 1100 ettari, in un intreccio di zone boschive e aree acquitrinose, paradiso per gli amanti del birdwatching in quanto punto di sosta di uccelli migratori come fenicotteri, gru e cicogne. Gli ampi, immacolati arenili verso la foce del Sinni sono frequentati dalle tartarughe marine Caretta caretta.
A sud di Policoro, ossia l’antica colonia greca di Siris, la riserva tutela l’area a ridosso della foce del Sinni: un bosco-relitto della magnifica foresta planiziale di latifoglie che fino alla riforma agraria, spingendosi con la sua impenetrabile vegetazione fino al mare, ricopriva gran parte della costa ionica. Ne rimangono oggi circa 1100 ettari, in un intreccio di zone boschive e aree acquitrinose, paradiso per gli amanti del birdwatching in quanto punto di sosta di uccelli migratori come fenicotteri, gru e cicogne. Gli ampi, immacolati arenili verso la foce del Sinni sono frequentati dalle tartarughe marine Caretta caretta.
3. Metaponto
Quella che fu una delle più importanti città della Grecia d’Occidente sorge in una vasta zona bonificata dalla riforma agraria del 1950. L’impianto urbano riscontrabile nei resti dell’antica Metapontum (VI-V secolo a.C.) è tutelato da un grande Parco archeologico che comprende, oltre alle architetturesuperstiti, numerose necropoli, tracce di empori micenei e un insediamento neolitico. Particolarmente affascinanti sono i resti del tempio di Hera, santuario extraurbano della colonia greca, detto Tavole Palatine perché un’antica credenza popolare lo voleva sede delle riunioni dei paladini di Francia, accorsi qui per difendere la costa dai saraceni. È l'unico luogo di culto in parte rimasto in piedi: 15 colonne di calcare locale che guardano l'orizzonte solenni da una collina. Un viale che corre tra orti e campi coltivati collega il borgo al Lido di Metaponto, punteggiato di pinete e filari di eucalipto che si allungano tra le foci del Bradano e del Basento.
Quella che fu una delle più importanti città della Grecia d’Occidente sorge in una vasta zona bonificata dalla riforma agraria del 1950. L’impianto urbano riscontrabile nei resti dell’antica Metapontum (VI-V secolo a.C.) è tutelato da un grande Parco archeologico che comprende, oltre alle architetturesuperstiti, numerose necropoli, tracce di empori micenei e un insediamento neolitico. Particolarmente affascinanti sono i resti del tempio di Hera, santuario extraurbano della colonia greca, detto Tavole Palatine perché un’antica credenza popolare lo voleva sede delle riunioni dei paladini di Francia, accorsi qui per difendere la costa dai saraceni. È l'unico luogo di culto in parte rimasto in piedi: 15 colonne di calcare locale che guardano l'orizzonte solenni da una collina. Un viale che corre tra orti e campi coltivati collega il borgo al Lido di Metaponto, punteggiato di pinete e filari di eucalipto che si allungano tra le foci del Bradano e del Basento.
4. Mesagne
La messapica Medania conserva nel nome traccia della strategica posizione sull’ultimo dorso collinoso della piana brindisina,in un paesaggio rurale di uliveti, vigneti e masserie. Il borgo antico dalla curiosa pianta a forma di cuore si stringe attorno alla chiesa Madre, dalla bella facciata affollata di statue come un grande retablo di pietra. Del poderoso castello, originariamente voluto da Roberto il Guiscardo (1062) e trasformato in dimora baronale nel Seicento, resta un torrione a pianta quadrata, mentre l’elegante loggia è rinascimentale. La provinciale che corre parallela alla statale 7 in direzione Latiano conduce al Parco archeologico di Muro Tenente, insediamento messapico di cui sono visibili notevoli resti di fortificazioni, capanne dell’età del Ferro e sepolture.
La messapica Medania conserva nel nome traccia della strategica posizione sull’ultimo dorso collinoso della piana brindisina,in un paesaggio rurale di uliveti, vigneti e masserie. Il borgo antico dalla curiosa pianta a forma di cuore si stringe attorno alla chiesa Madre, dalla bella facciata affollata di statue come un grande retablo di pietra. Del poderoso castello, originariamente voluto da Roberto il Guiscardo (1062) e trasformato in dimora baronale nel Seicento, resta un torrione a pianta quadrata, mentre l’elegante loggia è rinascimentale. La provinciale che corre parallela alla statale 7 in direzione Latiano conduce al Parco archeologico di Muro Tenente, insediamento messapico di cui sono visibili notevoli resti di fortificazioni, capanne dell’età del Ferro e sepolture.
5. Brindisi
Un tempo terminale della Via Appia e principale porto imperiale verso l’Oriente, oggi porta d'ingresso (e aeroporto) dell'alto Salento, Brindisi è intimamente legata al mare. Sorge su una penisoletta racchiusa fra due bracci detti rispettivamente seno di Ponente e di Levante, che costituiscono il porto interno, comunicante attraverso il canale Pigonati (A3) con il porto medio e, mediante un altro imbocco, con il porto esterno. Sull’isola di Sant’Andrea sorge il castello voluto da Ferdinando I d’Aragona nel 1445, detto anche "castello di mare" per distinguerlo da quello svevo o ‘di terra’, cinquecentesco. Appena fuori città in direzione della costa settentrionale, si staglia nella campagna la duecentesca chiesa di S. Maria del Casale, romanico-gotica, con rivestimento policromo in facciata e decorata da affreschi bizantineggianti del XIV secolo.
Un tempo terminale della Via Appia e principale porto imperiale verso l’Oriente, oggi porta d'ingresso (e aeroporto) dell'alto Salento, Brindisi è intimamente legata al mare. Sorge su una penisoletta racchiusa fra due bracci detti rispettivamente seno di Ponente e di Levante, che costituiscono il porto interno, comunicante attraverso il canale Pigonati (A3) con il porto medio e, mediante un altro imbocco, con il porto esterno. Sull’isola di Sant’Andrea sorge il castello voluto da Ferdinando I d’Aragona nel 1445, detto anche "castello di mare" per distinguerlo da quello svevo o ‘di terra’, cinquecentesco. Appena fuori città in direzione della costa settentrionale, si staglia nella campagna la duecentesca chiesa di S. Maria del Casale, romanico-gotica, con rivestimento policromo in facciata e decorata da affreschi bizantineggianti del XIV secolo.
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