I cuochi sveleranno i segreti per l’utilizzo di questa spezia e proporranno degustazioni nei ristoranti di Città della Pieve aderenti all’iniziativa.
La manifestazione offrirà anche quest’anno la possibilità di visitare le coltivazioni, sotto la guida degli operatori del Consorzio di promozione e tutela. Qui i turisti potranno sperimentare di persona le varie fasi della raccolta, della sfiorita e dell'essiccazione. Altro punto fermo delle Giornate di valorizzazione dello zafferano resta la mostra mercato dei prodotti tipici, allestita presso il mercato coperto in via Vittorio Veneto. E naturalmente la manifestazione può essere l'occasione per scoprire i gioielli d'arte del borgo umbro, che custodisce fra l'altro un capolavoro di Pietro Perugino, l'Adorazione dei magi.
UN'ORIGINE SPAGNOLA?
Nonostante sia coltivata in diverse zone d'Italia da secoli, lo zafferano è tuttora una spezia misteriosa e le cui radici si perdono nella leggenda. Il nome è indubbiamente di origine araba, ma quando e dove sia arrivato nello Stivale, è difficile stabilirlo con esattezza. La teoria più condivisa è che si debba ringraziare un monaco abruzzese del Tribunale dell'Inquisizione che lo portò in patria dalla Spagna nel XVI secolo. Ma in quell'epoca iniziò a diffondersi anche nel resto del Paese (e forse era già presente in Sicilia, dove oggi è però praticamente scomparso), tanto che oggi lo zafferano può fregiarsi della dop in tre distinte zone d'Italia.
ZAFFERANO: TRE DOP PER 19 CITTA'
La prima e più nota è quella dell'Altopiano dell'Aquila, che comprende (oltre al capoluogo) altri 12 Comuni il più noto dei quali è Navelli. Da quest'area arriva il 95% dello zafferano prodotto in Italia.
La seconda dop è quella dello zafferano di San Gimignano (come Città della Pieve, bandiera arancione Tci), magnifico borgo medievale turrito in provincia di Siena, chè è anche città del vino - la celebre vernaccia - e dell'olio. Da sempre lo zafferano ha un ruolo di primo piano nell'economia della Città. Basti pensare che nel 1228 il Comune, obbligato a pagare debiti contratti durante l'assedio al Castello della Nera, utilizzò la spezia assieme al denaro contante. Tra ottobre e novembre lo zafferano dop di san Gimignano è protagonista di una mostra mercato ospitata all'interno del borgo.
Senza potersi (ancora) fregiare della dop, lo zafferano oggi è diffuso in Toscana anche nel Grossetano e nell'area di Padule di Fucecchio, tra Firenze e Pistoia. Proprio Fucecchio ospita, la prima settimana di novembre, una fiera di prodotti a base di zafferano, apistiche e di cultura locale.
In Umbria, oltre a Città delle Pieve (che condivide con altri 14 Comuni l'area di produzione del Croco di Pietro Perugino - Zafferano di Cittá della Pieve) ci sono tre località in cui nell'ultimo decennio la diffusione spontanea del crocus sativo ha reso possibile una coltivazione dello zafferano: Gubbio, Spoleto e Cascia.
IN SARDEGNA E' "SU TZAFFARANU"
Ci sono poi altre due regioni insospettabili dove oggi lo zafferano è coltivato e commercializzato: l'Emilia-Romagna e la Sardegna, dove si trova la terza e ultima dop. Dal 2011 sull'Appennino reggiano, all'interno del parco nazionale dell?Appennino Tosco-Emiliano, opera l’Associazione produttori zafferano del Ventasso, con sede a Ramiseto (Re).
I LINK
Sull'evento Zafferiamo… e Città della Pieve (Pg): www.cittadellapieve.org
Per scoprire San Gimignano e le altre località bandiere arancioni Tci: www.bandierearancioni.it