Il Signore degli Anelli è una delle saghe più ambiziose e popolari della letteratura mondiale. Un universo intero costruito nella Terra di Mezzo, nato più di mezzo secolo fa dalla fantasia e dalla penna dello scrittore britannico John Ronald Reuel Tolkien. Per ricostruirne il percorso umano e il lavoro accademico (era docente di Letteratura inglese a Oxford), la capacità narrativa e poetica, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ospita la mostra Tolkien. Uomo, Professore, Autore

Un articolato percorso espositivo destinato nei prossimi mesi a girare l’Italia, un viaggio tra manoscritti autografi, lettere, memorabilia, fotografie e opere d’arte ispirate alle visioni letterarie di questo autore poliedrico, austero professore universitario capace di vendere milioni di copie con la sua saga. Autore che, interpretato strumentalmente in chiave antimodernista, è suo malgrado diventato simbolo dell’Occidente e dei suoi valori, della nostalgia di una perduta società cristiana e dal rimpianto per la cultura medievale. Mentre è stato soprattutto un grande scrittore capace di costruire mondi e far appassionare i lettori di qualsiasi età e qualsiasi Paese. Il che non è affatto poco. 

Organizzata a cinquant’anni dalla scomparsa dell'autore e dalla prima edizione italiana de Lo Hobbit, romanzo prequel del Signore degli Anelli, la mostra prosegue fino all’11 febbraio 2024. È la prima esposizione di queste dimensioni mai dedicata in Italia allo scrittore. 

Grande spazio è dedicato anche agli adattamenti cinematografici vecchi e nuovi, dal film d’animazione di Ralph Bakshi alla trilogia de Il Signore degli Anelli del regista Peter Jackson, capace di rappresentare sul grande schermo una delle saghe più ambiziose e popolari della letteratura mondiale conquistando 17 premi Oscar.

Particolare rilevanza viene data al suo rapporto con l’Italia: «Sono innamorato dell'italiano, e mi sento alquanto sperduto senza la possibilità di provare a parlarlo», si legge in una sua lettera, e nella rassegna non mancano le testimonianze del viaggio a Venezia e Assisi nel 1955; così come i tanti contatti, diretti e indiretti, con studiosi e intellettuali del nostro Paese.