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L’Islanda non si racconta, la si deve vivere e ognuno che vi si addentra diventa suo malgrado un esploratore. Come i Vichinghi, i primi europei ad arrivare in America, come gli astronauti delle missioni Apollo: dalla terra alla luna. Epicentro di tutto Húsavík, sulla costa settentrionale, a 480 chilometri da Reykjavík, primo insediamento vichingo del Paese nel IX secolo e l’abitato più importante nei pressi dei campi di addestramento dove poco più di cinquant’anni fa due gruppi di astronauti furono spediti dalla Nasa a studiare la geologia dei vulcani e completare la loro formazione in vista dei futuri allunaggi. Trentadue astronauti che parteciparono alle due spedizioni, nove dei quali furono tra i 12 che toccarono il suolo lunare. La formazione degli equipaggi del Programma Apollo era iniziata nel 1964 in Arizona e proseguita al Grand Canyon, Texas, Oregon, New Mexico, Hawaii e Alaska. Ma le caratteristiche geologiche dell’Islanda erano le più simili a quanto avrebbero trovato sulla Luna. Un primo gruppo arrivò nel luglio del 1965, un secondo nel 1967, sempre a luglio. L’addestramento si svolse nelle Highlands, a nord del lago Mývatn, nella zona di Drekagil, Nautagil, Askja.
Pochi conoscono la parentesi islandese delle missioni Apollo, compresi gli stessi islandesi. Che pure non ignorano quanto siano stati importanti i rapporti con gli Usa fin dalla seconda guerra mondiale, quando l’occupazione delle truppe angloamericane dà un colpo di accelleratore allo sviluppo delle infrastrutture locali. Nel 1946 il Paese, per anni scalo strategico di grande importanza, entra nell’Onu e apre agli americani la base di Keflavik, che verrà abbandonata dai militari nel 2006. Nel 1986 a Reykjavík l’incontro fra Reagan e Gorbaciov segna la conclusione di quella Guerra Fredda che quattordici anni prima Bobby Fischer e Boris Spassky avevano giocato sulla scacchiera, fermando per la prima volta l’Islanda nelle carte geografiche. Negli ultimi sei anni il turismo è esploso, passando da 600mila a 1,2 milioni di presenze e la storia degli astronauti comincia a essere conosciuta e ad attirare a Húsavík, conosciuta per essere la capitale del whale watching e per il suo Museo delle balene, curiosi e appassionati.
Dal 2011 la cittadina vanta un interessante Museo dell’esplorazione, con foto, cimeli e ricostruzioni e l’Islanda ha visto riconosciuto il ruolo che ebbe nella preparazione degli astronauti. E, anche nel caso si voglia dare credito alla tesi negazionista raccontata nel libro di William Kaysing Non siamo mai stati sulla Luna, che vedrebbe autore del falso allunaggio il regista Stanley Kubrick, il Paese manterrebbe la sua importanza. La parte delle riprese riguardanti la superficie lunare infatti sarebbe stata girata in Islanda, nel territorio di Moorudalur, il resto in uno studio cinematografico.
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