San Francesco del Prato fu la prima sede dei francescani a Parma, nonché una delle chiese più amate e importanti della città: basti pensare che venne edificata nel XIII secolo grazie ai contributi spontanei della popolazione. Furono molte, nel tempo, le famiglie parmensi che vollero farsi seppellire all'interno dell'edificio.
Dall'epoca napoleonica, tuttavia, tutto andò in rovina: con la soppressione degli ordini, la chiesa venne destinata a carcere e a luogo di reclusione, e molte delle sue parti modificate per il nuovo utilizzo. Qui furono imprigionati anche Gaetano Bresci, l'attentatore del re Umberto I, e Giovannino Guareschi. Il carcere fu smantellato nel 1992; da allora la grande struttura è rimasta chiusa al pubblico.
LA RINASCITA E LE VISITE AL ROSONE
Dopo anni di abbandono, tuttavia, un grande sostegno collettivo sta interessando l’opera di restauro, iniziata nel 2018. E, inutile dirlo, dalla chiesa sono emerse meraviglie inattese, come il Cristo della chiave di volta e i frammenti di affreschi quattrocenteschi sotto l’intonaco dell’abside centrale, che ora saranno restituiti alla vista, grazie a una raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding di Crédit Agricole Italia, che ha come partner la Fondazione Cariparma, la quale donerà una somma pari al totale raccolto (fino ad un massimo del 50% dell’importo obiettivo finale).
Nel frattempo, continua la possibilità di ammirare da un punto di vista privilegiato la chiesa: dopo il successo dello scorso anno, nei weekend (sabato e domenica) dal 19 settembre all’8 novembre riprendono infatti le speciali visite guidate in quota, che permettono di osservare da vicino il rosone a 16 raggi creato nel 1462 da Alberto da Verona, circondato dalla grande cornice di terracotta policroma. È un'opera straordinaria, dai significati ancora misteriosi. L'esperienza, della durata di un’ora, inizia con la narrazione della storia della Chiesa, per poi salire in quota e ammirare dall’alto tanto il finestrone incastonato nella facciata quanto il panorama sorprendente che si apre sull’anima storica della città e sul vicino Duomo di Parma.
«In un triste periodo, quello carcerario, il complesso di San Francesco è quasi stato estraniato dalla vita della città – commenta Don Alfredo Bianchi, direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Parma – Ora Parma, e non solo Parma, è tornata a reclamare attivamente il diritto e la volontà di ritrovare un simbolo artistico e un insostituibile luogo dello spirito».
San Francesco del Prato, Parma - foto Bocchia
Le visite avvengono solo previa prenotazione via telefono al numero 371 1663004 (dalle ore 17 alle 20) o tramite mail all’indirizzo: visite@sanfrancescodelprato.it.