Rango, in provincia di Trento, svela un volto inedito, fatto di luci, addobbi e segni dedicati alla più importante festa dell’inverno, in una atmosfera rarefatta, che esalta i volt, le piazzette e gli androni della antica architettura contadina, invitando a passeggiate lente e rigeneratrici. E, anche se quest’anno non è caratterizzato dalla presenza dei famosi mercatini, che a causa della pandemia devono dare appuntamento all’anno prossimo, propone alcune chicche che da sole valgono la pena della gita fuori porta. A partire dal presepe sulla fontana quadrata della piazza centrale, un tempo abbeveratoio per le greggi, che ospita uno straordinario presepe artigianale, interamente fatto a mano: un borgo nel borgo! Il presepe infatti riproduce gran parte del borgo di Rango: l’entrata, con la scalinata di accesso e il portech della Flor, dove un tempo si fermavano pellegrini, mercanti e pastori con le greggi in cerca di ristoro. E la piazza stessa, con i ballatoi e le rastrelliere in legno delle case colme di pannocchie. La Natività è circondata da scene del mondo contadino e dei vecchi mestieri: l’arrotino (moleta), l’impagliatore di sedie (caregheta), il calzolaio, l’ombrellaio.
E poi, si inizia la visita, tra le piazze del borgo coi due grandi alberi di Natale, anch’essi illuminati di notte, mentre nei punti più suggestivi e caratteristici, dai volt, alle vecchie stalle, sono stati allestiti i presepi, grandi e piccoli, realizzati dagli artigiani del luogo. Il richiamo alle bifore, altro elemento caratterizzante della architettura di Rango, viene sancito, lungo le principali vie del borgo, dalle bifore realizzate in nocciolo e frassino. Ancora qualche passo ed ecco, in un altro volt, ci si imbatte nel “el filò”, che ricorda gli usi di un tempo quando, nelle sere d’inverno, la gente del paese si ritrovava nelle stalle per filare, aggiustare attrezzi e stringersi nel calore della comunità, e di un buon bicchiere di vino. Gli animali della stalla sono realizzati unicamente con materiali vegetali da un’artigiana locale.
Ma tra radici e modernità, da assaporare, in diversi punti del borgo, le sculture lignee dei Simposi di Scultura che si sono tenuti a Rango e Balbido negli anni. E ancora, tra gli spunti di visita, imperdibile per i bambini: il Museo della Scuola, dove sono conservati oggetti e materiale didattico della prima metà del Novecento. Immancabili infine, i murales di legno: due grandi opere a muro realizzate da un artista di Rango con centinaia di tronchetti di legno. Una descrive il lavoro del moleta, l’arrotino con la sua slàifera, la macchina per arrotare, mentre l’altra è dedicata a una donna che raccoglie l'acqua alla fontana con secchi di rame, che qui vengono chiamati brentola e craziadei.
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