Il turismo in montagna continua a dibattersi in Italia alla ricerca di motivazioni convincenti; ma è tutt'altro che facile attirare nuovi amici e appassionati, o per meglio dire nuovi clienti.
D'altra parte l'area montana italiano, soprattutto quella alpina, solo nel turismo oggi può trovare quel sostentamento per un'economia altrimenti asfittica, se non decotta.
Tramontato l'artigianato, chiuse le piccole industrie nei centri d fondovalle, al comparto montano resta l'unica carta da giocare: l'economia turistica. Ma è una carta da giocare bene perché anche qui la concorrenza di Oltralpe è ben agguerrita e ricca di proposte innovative, allettanti e spesso a prezzi concorrenziali.
In montagna, che sia estate o che sia inverno, si va per praticare fondamentalmente un'attività fisica all'aria aperta. Che sia lo sci in tutte le sue forme, con una fetta in crescita per le ciaspolate, che sia il trekking, la corsa in montagna, il classico alpinismo o la semplice passeggiata (senza dimenticare il golf, le terme, il wellness, i bagni di fieno e quant'altro) il turismo in montagna deve in primo luogo fare i conti sull'ospitalità. Se l'ospitalità si dimostra all'altezza sia in termini di servizi, sia in qualità, sia nel prezzo concorrenziale, il turismo in montagna può essere ancora vincente. Se tutto ciò è invece carente, il cliente dopo un primo tentativo rinuncia a favore di altre mete.
Che fare allora per rendere l'ospitalità una carta vincente? Se ne parlerà ad Aosta, al Gran Place di Pollein il 16 ottobre prossimo in un convegno Architettura e turismo: strutture ricettive e servizi organizzato e promosso dall'Osservatorio sul sistema montagna Laurent Ferretti della Fondazione Courmayeur, unitamente all'Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Valle d'Aosta.
Già, l'architettura... Ma che c'entra l'architettura si domanderà il lettore? Secondo Walter Meister, presidente dell’Unione albergatori dell'Alto Adige “Il turismo non è soltanto vitto ed alloggio, ma ben di più. Il turismo è tutto ciò che gli ospiti vivono, vedono, sentono ed osservano nella meta della loro vacanza.” In questo quadro è evidente che anche l’architettura della struttura ricettiva ha la sua importanza. Si tratta di un’architettura in continua evoluzione poiché è in evoluzione lo stile di vita dei potenziali clienti. Si verifica nella clientela alberghiera una situazione ambivalente, tipica della società nel suo complesso, tesa da un lato a riaffermare atteggiamenti di rivalutazione del “tempo passato” e dall’altro a inseguire la rapida evoluzione della tecnologia. Questa ambivalenza viene percepita dalle aziende alberghiere che riqualificano gli esercizi storici integrandone la dotazione con nuove strutture (autorimesse, sale varie, palestre, centri benessere, piscine, ecc.) o realizzandone di nuovi.
Ne derivano due aspetti architettonici: la relazione tra le nuove strutture e le preesistenze e l’aspetto dei nuovi edifici. È la riproposizione del tipico dilemma: come accostare il nuovo alle preesistenze? Non si deve aver timore di proporre soluzioni contemporanee che siano coordinate con le strutture già esistenti. “Numerosi studi confermano che l’architettura contemporanea attira nuove categorie di turisti e si trasforma in un fattore di marketing rilevante…”
Il convegno Architettura e turismo: strutture ricettive e servizi vuole quindi illustrare le possibilità offerte dall’evoluzione dell’architettura alberghiera nell’individuare nuove soluzioni che possano essere mutuate in altri contesti e costituire un esempio di “buone pratiche”. L'incontro inizierà alle ore 9.15 con i saluti delle autorità regionali e proseguirà per tutto la giornata con gli interventi degli esperti e degli esercenti provenienti dalla Valle d'Aosta come dall'Alto Adige o dalla Savoia.