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«Quanto apprendiamo dalle dichiarazioni del presidente Malagò, in occasione della riunione del Comitato Olimpico di Mumbai, è l’epilogo di un progetto di cui da tempo avevamo denunciato l’inutilità e l’insostenibilità economica, ambientale e sociale. Non possiamo dunque che essere soddisfatti che alla fine abbiano prevalso il buon senso e un approccio pragmatico alla gestione dell’evento, ovvero quello che abbiamo sempre chiesto agli interlocutori istituzionali negli incontri avuti».
È quanto affermano le associazioni di protezione ambientale Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, TCI e WWF, recentemente uscite dal tavolo di confronto voluto dalla Fondazione Milano Cortina 2026 in segno di protesta per la mancanza di informazioni proprio sulle opere olimpiche, appena appresa la notizia che il Governo italiano ha definitivamente accantonato il progetto di costruzione della nuova pista da bob, slittino e skeleton a Cortina per i prossimi Giochi invernali, preferendo tenere le gare in un impianto già funzionante all’estero.
Si può dunque dire che è stato scongiurato il rischio di una “seconda Cesana” – il riferimento è alla pista piemontese costruita per i Giochi 2006 e poi chiusa – ma anche che, nonostante queste Olimpiadi siano state proposte nel segno della sostenibilità, il rifacimento della pista di Cortina è solamente la punta dell'iceberg di un programma di opere impiantistiche, infrastrutturali e viarie che non ha mai avuto – e continua a non avere – una Valutazione Ambientale Strategica degli effetti cumulati degli interventi. Si tratta di una modalità di procedere che resta irrispettosa dei territori, della popolazione che ci vive e delle regole ambientali su cui le associazioni richiamano l’attenzione dei decisori locali e dei ministeri competenti.
Infine, è importante definire come si interverrà nel breve a Cortina: dal punto di vista organizzativo auspichiamo che venga ridimensionato il progetto del villaggio olimpico e che si decida con gli enti territoriali come recuperare l’area della vecchia pista Eugenio Monti, ormai smantellata, per evitare che abbandono e degrado siano le eredità lasciate dalle Olimpiadi.
Le associazioni di protezione ambientale proseguiranno nell’attività di monitoraggio e sensibilizzazione sui Giochi invernali, consapevoli che sia l’unico modo per rendere partecipi le persone e provare a incidere sulle decisioni di pubblico interesse.
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