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Con i suoi dodici pozzi era la più grande e più bella miniera di carbone al mondo, affiancata da una enorme cokeria, dove il carbone estratto e lavato veniva poi trasformato nel coke indispensabile per l'industria siderurgica. Dal 1847 al 1986 Zollverein, appena a 5 km a nord del centro di Essen, è stata una “città proibita”, dove erano ammessi solo tecnici e operai. Oggi è un parco culturale e parco giochi aperto a tutti, invaso quotidianamente da visitatori, scolaresche, congressisti, sportivi, artisti. Uno sterminato complesso dove si viene per visitare musei, camminare o andare in bici, partecipare a eventi nella Grand Hall di 4000 mq che può ospitare 2500 persone, assistere a concerti o, perché no, tuffarsi nella surreale piscina circondata dai tubi, le ringhiere e la ferraglia della cokeria.
Zollverein, Ruhr, Germania - foto Shutterstock
Simbolo dell'enorme area, landmark di Essen nonché emblema dei cambiamenti strutturali della Ruhr, è il possente e svettante cavalletto (Doppelbock) della torre di estrazione del Pozzo 12. Progettato dagli architetti Fritz Schupp e Martin Kemmer secondo i princìpi razionalisti della Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività), il Pozzo 12 era un capolavoro di tecnologia e di architettura. Fu inaugurato nel 1932 ed è rimasto in funzione anche dopo la chiusura degli altri pozzi, tanto che ancora negli anni 70 garantiva la raffinazione di 8600 tonnellate di coke al giorno. Poi il 23 dicembre 1986 le attività di estrazione cessarono, ma a sorpresa il governo della Renania Settentrionale-Vestfalia subito acquistò il complesso, mettendolo sotto tutela. La cokeria funzionò fino al 30 giugno 1993, quando fu ancora il governo del Land a salvarla dalla demolizione (dopo un fallito tentativo di vendita ai cinesi). E così nel 2001 il complesso poté essere iscritto nel patrimonio Unesco, come un “eccezionale monumento industriale”, simbolo di un'epoca.
“Zollverein è il nostro Neuschwanstein”, dice la guida che conduce a scoprirne i segreti. Magari non così fiabesco come il castello bavarese di Ludwig II, magari senza principi e principesse, ma il concetto è chiaro. Paradossalmente però, pur essendo il simbolo del sito, il Pozzo 12 non è visitabile: continua infatti a essere utilizzato come canale di scolo delle acque per l'area centrale della Ruhr, insieme al Pozzo 2. Invece, salendo una scenografica scala mobile esterna, si visitano i labirintici impianti per il lavaggio del carbone, che oggi ospitano il Ruhr Museum, disposto su vari livelli fra zero e 45 metri di altezza. Interessanti sono poi i cubici edifici circostanti, eretti in cemento armato e travature in acciaio, nel più semplice e lineare stile Bauhaus. E tutto attorno è stato tracciato un percorso di trekking, lo ZollvereinSteig, di 26,3 km.
Zollverein, Ruhr, Germania - foto Shutterstock
Prodigio ingegneristico eretto la prima volta fra il 1927 e il 1929, ricostruito dopo la seconda guerra mondiale, mandato in pensione nel 1988, era il più grande gasometro d'Europa, un gigante di acciaio che oggi è stato trasformato dal 1994 in uno straordinario, visitatissimo sito espositivo. Dalla terrazza sommitale, a 117 metri di altezza, si domina la Ruhr occidentale con il suo intrico di strade, autostrade, ferrovie, canali fluviali, mentre la vista si estende per 35 km, dal vicino ed enorme Westfield Centro (quando fu inaugurato nel 1996 era il più grande centro commerciale e ricreativo d'Europa) fino al lontano stadio dello Schalke 04, la squadra di Gelsenkirchen.
Il Gasometro di Oberhausen, Ruhr, Germania - foto Shutterstock
Ma ciò che mozza il fiato è il ventre buio dell'enorme cilindro, del diametro di 68 metri. Il disco mobile da 1207 tonnellate (!) che teneva sotto pressione il gas è stato fissato a 4 metri e mezzo di altezza. Così, è diventato il soffitto per tremila mq di spazi espositivi e il pavimento di una sorta di teatro con gradinate per 500 spettatori. Sotto di esso, si passeggia fra i maxi pannelli di bellissime mostre e davanti all'inquietante foto panoramica della zona nel 1951: un grigio, desolato, infinito paesaggio di ferriere e ciminiere fumiganti. Sopra al disco, si resta come ipnotizzati dalle installazioni che emergono dal buio più totale.
Negli anni passati il Gasometro di Oberhausen ha ospitato opere di artisti come Christo o Bill Viola, ma anche mostre dedicate alla storia del calcio o alle meraviglie della natura. L'ultima, “The Fragile Paradise”, in scena sino al 26 novembre 2023, ha appena toccato la cifra record di un milione di visitatori, attratti certo dalle animazioni 3D e dalle 200 spettacolari foto sul cambiamento climatico, a piano terra, ma ancor più dal mappamondo alto 20 metri che ruota e galleggia in cento metri di vuoto, fluttuando sopra le teste dei visitatori mentre la sua superficie prende vita grazie a immagini satellitari proiettate a 58 milioni di pixel.
La mostra The Fragile Paradise, Gasometro di Oberhausen, Ruhr, Germania - foto Roberto Copello
A Duisburg si può venire per visitare il museo di scultura moderna Wilhelm-Lehmbruck o il Museo della navigazione fluviale, allestito nella piscina liberty di Ruhrort. O ancora, per vedere le navi all'ancora nel più grande porto fluviale d'Europa oppure salire e scendere le uniche montagne russe percorribili a piedi nel mondo. L'attrazione principale oggi è però il Parco paesaggistico Duisburg Nord, i cui 180 ettari sono diventati un caso da manuale.
Quella che era una inquinatissima zona industriale, dove dal 1901 al 1985 le fonderie Thyssen produssero milioni di tonnellate di ghisa, è oggi ritenuta una delle più belle e grandi oasi urbane del mondo, che attrae un milione di persone all'anno con un'infinità di proposte culturali e sportive: c'è chi cammina, chi corre, chi va in bici, chi sale sulla piattaforma panoramica dell'altoforno 5, chi viene a vedere il famoso spettacolo di suoni e luci. Fin qui tutto abbastanza normale, inclusi i volontari della Croce Rossa che allenano i cani da soccorso, o i funamboli che camminano sulla fune della fonderia numero 2.
Landschaftspark Duisburg nord - foto Shutterstock
Ma che dire dei sub che si immergono a 13 metri di profondità nel più grande bacino artificiale d'Europa dedicato al diving? Per ricavarlo è stato riempito l'ex gasometro con 21 milioni di litri d'acqua e sul fondo ci sono una barriera corallina (artificiale) e il relitto di uno yacht (autentico). E che dire ugualmente dei freeclimber che si arrampicano su vie tracciate nei bunker di stoccaggio del minerale, mentre vere guide alpine conducono i clienti lungo i 530 metri della “Via Ferrata Monte Thysso” (in italiano)? Nulla di strano, visto che poco più in là si può bere una birra nella più surreale e meno montana sezione del Club Alpino tedesco. Così alpinismo e trekking sono diventate attività normali in un parco che vuole essere sempre meno industriale e sempre più naturale, dove oggi allignano 450 specie di piante, sono state avviate fattorie biologiche, esistono aree protette e i canali sono tornati limpidi.
“Le cokerie sono estremamente inquinanti”, dice una guida. “Riconvertire culturalmente e ludicamente quest'area, dopo che la crisi aveva fatto chiudere gli impianti, sembrava un'idea folle. Invece ora qui attorno puoi raccogliere i frutti di bosco...”. Di più: sfruttando gli effetti collaterali del global warming, già c'è chi intende piantare vigneti che sarebbero i più settentrionali della Germania. Da zona estrattiva e metallurgica a zona vinicola? Anche questo sarebbe uno dei miracoli della “nuova” Ruhr. O forse solo un ritorno al secolare paesaggio agricolo che precedette la sua trasformazione nella più grande regione mineraria d'Europa, e quindi in una moderna area economica e di servizi.
Landschaftspark Duisburg nord - foto Roberto Copello
Landschaftspark Duisburg nord - foto Roberto Copello
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