L'intento è nobile, il risultato anche. Una ricerca scientifica per capire quanto Milano piaccia ai milanesi, un modo per capire la reale qualità della vita percepita al di là delle statistiche. Una qualità della vita che si traduce in luoghi, scorci, esperienze quotidiane, incontri occasionali. È con questo idea che Luciano Canova e Marco Baldisella hanno creato il sito Milano mi piace e la relativa app. Un modo partecipato per far esprimere milanesi e non sulla loro percezione della città.
«Ogni anno, Ecosistema Urbano o Sole 24 Ore pubblicano un rapporto in cui le province italiane sono analizzate rispetto a diverse dimensioni del benessere per costruire una classifica in termini di qualità della vita – scrivono Canova e Baldisella nella presentazione della loro ricerca in progress –. Gli indicatori di riferimento sono oggettivi e si riferiscono alla qualità dei servizi o ad altri indicatori essenziali, quali reddito e caratteristiche dell'ambiente. Sulla falsariga di queste esperienze, MIPiace offre una possibilità di disaggregazione più fine all'interno di una realtà metropolitana complessa come Milano. Il livello di disaggregazione delle informazioni disponibili ci consente di presentare, infatti, uno spaccato della città con confronti per zone».
Oltre a segnalare quel che a ognuno piace di Milano sul blog, a ogni partecipante è richiesto di compilare un breve questionario (la parte di ricerca). «Siamo consapevoli della forte limitazione di analisi che aggregano dimensioni profondamente diverse – scrive Luciano Canova presentando la sua ricerca interattiva - ma, proprio per questo, seguiamo l'approccio del Bes (Benessere Equo e Sostenibile) promosso dal presidente dell'Istat e ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. Non proponiamo un indicatore complessivo, ma cerchiamo di mettere a disposizione, nel modo più semplice e intuitivo possibile, quante più informazioni sono disponibili a livello di territorio, da utilizzarsi cum grano salis».
Scopo ultimo di Milano mi piace? «Si tratta di un progetto di ricerca che raccoglierà dati con l'obiettivo di migliorare, dove possibile, l'informazione a disposizione; un servizio integrato, infine, al servizio della comunità dei milanesi» spiegano. E allora, per una volta, basta lamentarsi di quanto è grigia Milano, spazio al bello, che pure esiste.