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Bisogna avere coraggio e inventiva per andare a contaminare l'immagine di una città, la cartolina che tutti si portano appresso. Per Bruges, città fiamminga tra le mete più visitate del Nord Europa, quella cartolina prevede canali romantici, palazzi da fiaba e romanticismo zuccheroso. Come far capire che quella stessa città nasconde anche ambiguità, scorci misteriosi, storie diverse? Come andare dietro alla cartolina, facendo scoprire e immaginare anche altro?
L'idea di Bruges è farlo attraverso l'arte, da sempre uno dei modi più immediati per far riflettere e provocare reazioni (e Bruges lo sa bene, visto che è stata una delle culle dell'arte mondiale, quando qui viveva quel genio di Van Eyck e un mercante poteva commissionare una Madonna di Michelangelo - ancora conservata nella Chiesa di Nostra Signora). È da sei anni che l'amministrazione organizza una Triennale d'arte contemporanea, intitolata semplicemente Triennale di Bruges: riprendendo un evento già nato negli anni Sessanta, la prima si è svolta nel 2015, la seconda nel 2018, la terza quest'anno, dall'8 maggio al 24 ottobre. L'idea è tanto semplice da capire quanto importante: trasformare quegli stessi spazi cartolineschi in luoghi dove si mettono in "discussione le dimensioni occulte della società", come dicono gli stessi organizzatori. Tanto che il tema 2021 è TraumA: una parola facilmente comprensibile in ogni lingua.
Così, quest'anno i quattro curatori (Till-Holger Borcher, Michel Dewilde, Els Wuyts, Santiago de Waele) hanno chiesto a 13 artisti e architetti di interagire con lo spazio pubblico: pensando e realizzando opere che si inserissero nel contesto cittadino, e non soltanto nei luoghi più noti, anzi. Gli artisti, chiamati a ispirarsi dal stesso tessuto cittadino, hanno scelto anche parchi periferici, canali laterali, angoli dove i turisti non mettono (quasi) mai piede. Un'occasione per tutti di scoprire una Bruges diversa - o meglio, di passare in pochi passi da un'opera Patrimonio dell'Umanità Unesco a un'opera di arte contemporanea, seguendo una strada o un canale. Anche perché Bruges è relativamente piccola e l'esplorazione si può compiere agilmente a piedi.
La nostra proposta è scoprire Triennale di Bruges 2021 proprio con un itinerario a piedi, partendo dalla stazione ferroviaria (nell'angolo a sudest del centro storico) e proseguendo verso nord, opera dopo opera. Guardate la cartina qui sotto: il centro di Bruges ha la forma di un ovale, circondato dai canali. Le opere sono contrassegnate dai nomi degli artisti: come vedete, è facile seguire un filo conduttore che vada da sud a nord. Potete scaricare la stessa mappa in fondo all'articolo. Pronti a mettervi in marcia? Potete anche esplorare Bruges e la sua Triennale con una straordinaria esperienza virtuale, raccontata anche in italiano: la trovate a questo link.
1. Nnenna Okore (US/NG/AU)
And the World Keeps Turning | Poertoren
Basta fare qualche passo fuori dalla stazione ferroviaria per imbattersi subito in uno specchio d'acqua: è il Minnewater, conosciuto come lago dell'amore per il suo fascino romantico e la presenza di decine di bianchi cigni. Sulle sue sponde si erge la Poertoren, una torre difensiva del 1397 che un tempo era riserva di polvere da sparo. Proprio la torre è la protagonista dell'opera dell'artista australiana Nnenna Okore, che l'ha avvolta con un rivestimento fatto di tela catramata, quella che si utilizza per le velature o le tende da campeggio. Avvicinandosi si nota come la "coperta" scarlatta è in realtà formata da molti pezzetti tessuti tra loro, un vero e proprio patchwork, somigliante quasi a un tessuto corporeo formato da decine di microorganismi. Un bel colpo d'occhio che spicca tra il verde del parco.
Nnenna Okore - And the World Keeps Turning - Triënnale Brugge 2021 © Visit Bruges - Jan Darthet
2. Joanna Malinowska & C.T. Jasper (PL/US)
Who is afraid of Natasha | Begijnhof
Costeggiando il Minnewater sulla sinistra e proseguendo verso nord, si arriva in breve al Begijnof, ovvero il Beghinaggio, uno dei luoghi simbolo di Bruges e anche uno dei più amati dal pubblico. Si tratta di una grande piazza alberata, dove in primavera fioriscono migliaia di narcisi, circondata per intero da piccole case bianche un tempo abitate dalle beghine (donne pie che vivevano in comunità ed erano impegnate in opere caritatevoli). È questa la location per il lavoro di Joanna Malinowska & C.T. Jasper, che hanno voluto dare nuova vita a un monumento dimenticato di Gdynia, la loro città natale in Polonia: quello raffigurante Natasha, come era soprannominata una statua eretta durante il regime sovietico e raffigurante una donna. La statua, vista come personificazione di un regime che simboleggiava l'oppressione, fu velocamente fatta sparire non appena possibile. Ecco allora l'opera degli artisti, che memori dei loro ricordi di gioventù hanno voluto riproporla in un altro contesto, offrirle una nuova possibilità.
Joanna Malinowska en C.T. Jasper - Who is afraid of Natasha - Triënnale Brugge 2021 © Visit Bruges - Jan Darthet
3. Adrián Villar Rojas (AR)
From the series Brick Farm | diversi siti
Reso omaggio a Natasha, ci si dirige ancora verso nord: qualche minuto e si è in un angolo di Bruges tra i più belli e culturalmente importanti della città, con il museo Groeninge, la Chiesa di Nostra Signora e l'ospedale di San Giovanni. Qui si deve aguzzare la vista per cercare le opere di Adrián Villar Rojas, che ha letteralmente disseminato nidi di uccelli tra le vie e sui palazzi di Bruges, anche in altri quartieri. Non nidi qualunque: si tratta di fac-simile dei nidi di fornaio rosso, una specie sudamericana che costruisce nidi globulari di fango e argilla attaccati ai muri (solo una stretta apertura permette ai volatili di entrare e uscire). Resisteranno questi nidi al passare del tempo? Si riesce a riconoscere un nido vero da un nido artificiale? Qual è il legame tra un artefatto umano e uno naturale? Ecco alcuni dei quesiti che possono nascere osservando l'opera dell'artista argentino.
Adrián Villar Rojas - From the series Brick Farm, 2021, kurimanzutto, Mexico_ Marian Goodman Gallery, New York - Triënnale Brugge 2021 © Visit Bruges - Jan Darthet
4. Nadia Kaabi-Linke (TN/UA/DE)
Inner Circle | Burg
Prendendo Gruuthusestraat e oltrepassando il Museo Gruuthuse, si arriva in breve alla famosa vista ritratta in mille cartoline: davanti a voi ci sarà la Torre civica e bellissime case che si specchiano nell'acqua dei canali. Qualche metro ed ecco la grande piazza del Burg, dominata dal Municipio del XIV secolo e dalla Basilica del Sacro Sangue, il centro di potere della città per secoli e secoli. Qui Nadia Kaabi-Linke ha creato un'installazione peculiare: un grande cerchio di panchine ricoperte di spuntoni appuntiti. Forse un richiamo a club elitari preclusi al grande pubblico? O a organizzazioni che non lasciano spazio al "diverso"? L'opera è tanto respingente quanto affascinante, con tutti quegli spilli che luccicano al sole e richiamano le guglie del Municipio.
Nadia Kaabi-Linke - Inner Circle - Triënnale Brugge 2021 © Visit Bruges - Jan Darthet
5. Hans Op de Beeck (BE)
Danse Macabre | Sint-Maartensplein / Sint-Walburgakerk
Direzione nordest per arrivare alla Sint-Walburgakerk, l’edificio più ricco della città, fantastica espressione del periodo barocco. Nella piazza davanti alla chiesa dalla esuberante facciata compare una giostra tutta grigia: è l'opera di Hans Op de Beeck, che ha pensato a una struttura dal diametro di 12 metri e altezza di 4 metri, con una serie di sculture di cavalli e carrozze che sembrano pietrificate. Complice il colore spento e l'immobilità, la sensazione è totalmente contraria a quella provocata generalmente da una giostra: piuttosto, l'attrazione da luna park somiglia più a un'immagine spettrale, un fossile in equilibrio tra sogno e incubo. Viene da chiedersi se la giostra, come peraltro la chiesa davanti, abbia ancora senso di esistere: o è una "creatura" troppo immobile per essere tramandata al futuro?
Hans Op de Beeck - Visit Bruges | © Jan Darthet
6. Amanda Browder (US)
Happy Coincidences | Verversdijk
Appena dietro la chiesa scorre un canale: su un grande edificio che si specchia nell'acqua Amanda Browder ha realizzato una delle sue grandi installazioni tessili costituite da materiale raccolto e donato, che l'artista organizza e cuce insieme alla comunità locale. Anche quella di Bruges, insomma, è un'opera collettiva, in cui cittadini volontari hanno imparato a cucire, organizzare il tessuto, appuntare gli spilli, intervenendo nel processo creativo in prima persona. Il passaggio da un pezzo di stoffa a un'opera d'arte pubblica e accessibile è il "miracolo" che Amanda vuol trasmettere a chi lavora con lei: e gli abitanti di Bruges sono stati felici di collaborare a una installazione tra i mattoni del ponte, sopra il canale e tra le finestre delle case. Un lavoro che mette allegria, specialmente in una giornata grigia.
Amanda Browder - Happy Coincidences, Triënnale Brugge 2021 © Visit Bruges - Jan Darthet
7. Jon Lott (US)
The Bruges Diptych | Gouden-Handrei
Seguendo il canale verso nord, a breve distanza si stacca sulla sinistra prima un piccolo braccio d'acqua, poi un altro canale più lungo: è su quest'ultimo che si affaciano ben tre opere d'arte di Triennale di Bruges 2021. La prima è quella di Jon Lott, installata in uno degli spot più pittoreschi della città: la strada Gouden-Handrei, che faceva parte delle prime mura della città di Bruges nel XII secolo. Qui un tempo sorgeva la casa e lo studio di Jan van Eyck. Jan Lott è stato chiamato a disegnare un padiglione per il programma pubblico della Triennale e ha pensato a un "dittico architetturale", costituito dalla sua costruzione e dal retro di una casa che si guardano l'uno all'altro, come in uno specchio, in una tensione continua tra interno ed esterno. È sempre una questione attuale: la città si mostra ai visitatori come idilliaca, ma è comunque un luogo abitato dalla gente. Un tema comune a tanti siti turistici, anche italiani.
8. Nadia Naveau (BE)
Les Niches Parties | Augustijnenrei
Più avanti, sullo stesso canale, chiamato degli Agostiniani, Nadia Naveau ha collocato maschere brillanti dai motivi decorativi e folcloristici: sembrano quasi opere di artigianato centroamericano, con quei festoni colorati che si lasciano cadere nell'acqua. L'artista ha voluto richiamare l’attenzione su elementi architettonici nascosti, lontani dalla rotta dei battelli turistici, e spesso invasi dalle piante dei giardini retrostanti; e nello stesso tempo ha creato una riflessione sulle bandiere che fungono da mezzi di comunicazione o identificazione. Senza dimenticare le maschere di Venezia, alla quale Bruges è legata per la sua topografia acquatica: non a caso è spesso definita Venezia del nord...
Nadia Naveau — Les Niches Parties, 2021, Base-Alpha Gallery, Antwerpen © Triënnale Brugge - Matthias Desmet
9. Henrique Oliveira (BR)
Banisteria Caapi (Desnatureza 4) | Pottenmakersstraat / Augustijnenrei
Proseguendo lungo il canale s'incontra un'enorme radice che ha inglobato un tratto di mura: è l'opera di Henrique Oliveira, artista brasiliano noto per le sue installazioni site-specific su grande scala. In particolare, il lavoro di Oliveira - un’interpretazione artistica di un processo ecologico - sembra inglobare una torre di fortificazione semicircolare, ultimo resto delle prime mura cittadine di Bruges, risalenti al 1128. L'effetto di straniamento è assicurato, anche perché l'opera spicca in mezzo alla vegetazione preesistente e sembra spuntare dal giardino retrostante le mura: è come se una pianta fosse stata contaminata da una pozione magica e fosse cresciuta fuori scala. Per la sua realizzazione, Oliveira ha riutilizzato pannelli di compensato recuperati nei cassonetti o per strada.
Henrique Oliveira - Banisteria Caapi (Desnatureza 4), 2021, VALLOIS, Paris_ Van de Weghe, New York - Triënnale Brugge 2021 © VisitBruges - Jan Darthet
10. Héctor Zamora (MX)
Strangler | tuin van het Gezellehuis
Bisogna ritornare sui propri passi e dirigersi verso est per scoprire la decima opera di Triennale di Bruges 2021, collocata presso i bastioni cittadini: si tratta di un altro intervento a ispirazione botanica, questa volta collocato attorno a un albero nel giardino murato della casa Gezelle. L'autore è il messicano Héctor Zamora, che ha costruito un recinto intorno a un mastodontico pino nero, ispirandosi ai fichi strangolatori che spesso si attorcigliano intorno agli alberi tropicali fino a soffocarli: tuttavia, mentre ai tropici i fichi finiscono per uccidere l'albero, qui l'impalcatura industriale assicura invece la protezione del pino. I visitatori possono camminare sulle impalcature e raggiungere la cima in movimenti circolari, da cui si ammira una splendida vista sulla città.
Héctor Zamora - Strangler, 2021, Labor, Mexico_ Luciana Brito Galeria, São Paulo_ Albarrán Bourdais, Madrid - Triënnale Brugge 2021 © Visit Bruges - Jan Darthet
11. Gregor Schneider (DE)
Black Lightning | kerk Grootseminarie
Più a nord, dopo una breve passeggiata, lungo un altro canale, ecco due altre opere di Triennale di Bruges 2021, una vicino all'altra. La prima è anche probabilmente la più misteriosa di tutto il festival: l'ha realizzata Gregor Schneider nella chiesa del Grootseminarie (Seminario Maggiore). La porta è quella che vedete sotto: entrando, si cammina in un corridoio buio isolato dal resto della chiesa, dove si procede a zig zag e si rimane abbandonati alla propria presenza. Ci si sente soli, si pensa, si acuiscono i sensi cercando di capire come e dove procedere. Finché si raggiunge l'uscita e si torna all'aria aperta.
Gregor Schneider - BLACK LIGHTNING, Konrad Fischer Galerie, Düsseldorf _ Berlin - Triënnale Brugge 2021 © Stad Brugge - Matthias Desmet
12. Laura Splan (US)
Disentanglement | Museum Onze-Lieve-Vrouw ter Potterie
Per ammirare la dodicesima opera bisogna invece entrare nel Museum Onze-Lieve-Vrouw ter Potterie (Museo Nostra Signora della Ceramica), un tempo un ospedale in cui venivano curati pellegrini, viaggiatori e malati. Qui Laura Splan espone diverse opere, tutte sviluppate durante la pandemia e ispirate ai temi della cura e della malattia. Pizzi, strutture tessute, animazioni digitali che prendono spunto dai numeri relativi a virus e malattie sono esposti in mezzo alle opere normalmente ospitate nel museo, un po' come ci fossero sempre stati. Un bello scambio tra un luogo che ha visto curare, guarire e morire, e opere che vogliono far riflettere sullo stesso tema.
Laura Splan — Disentanglement, 2021 © Triënnale Brugge - Laura Splan
13. Gijs Van Vaerenbergh (BE)
Colonnade | Baron Ruzettepark
L'ultima opera di Triennale di Bruges 2021, almeno seguendo il nostro tour, è collocata alla periferia settentrionale di Bruges, nel parco dedicato al barone Ruzette. Qui ad attendere i visitatori è l'opera del duo di artisti e architetti Gijs Van Vaerenbergh, che ha realizzato uno spazio labirintico composto da decine di colonne intrecciate tra loro. Non c'è un vero e proprio spazio interno o vuoto: i visitatori si perdono tra i tubi, senza dover percorrere un itinerario preciso. Un'altra ottima interpretazione del tema TraumA, in cui il labirinto diventa un'esperienza fisica personale, in cui immergersi per poi tornare alla luce.
Gijs Van Vaerenbergh - Colonnade, Triënnale Brugge 2021 © Stad Brugge - Matthias Desmet
LA MOSTRA "THE POROUS CITY"
E terminato il giro a piedi di opera in opera? Non è finita qui: perché la Triennale di Bruges presenta anche una mostra collettiva, chiamata The Porous City (La città porosa) e allestita nella Poortersloge, la quattrocentesca Loggia dei Borghesi, che si raggiunge brevemente ritornando verso il centro (si trova vicino alle opere di Lott, Naveau e Oliveira). Già dal 2012 la loggia, che è stata a lungo Archivio di Stato, ha assunto la sua destinazione a spazio espositivo di arte contemporanea. Per la Triennale viene presentata una selezione di circa 40 sculture, fotografie, disegni, dipinti e video che approfondiscono il tema TraumA e che mostrano la visione del mondo dei tanti artisti coinvolti: una visione a volte distorta e frammentata, a volte idilliaca e ottimista. Le opere sono suddivise in nuclei tematici. Un modo ideale per concludere il tour - o anche per iniziarlo, se si vuole prima avere un'idea di quello che la città andrà a proporre.
INFORMAZIONI
- Siti web Visit Bruges (in inglese, francese, tedesco, spagnolo e olandese) e Triennale di Bruges (in inglese, francese, tedesco e olandese). Esperienza virtuale in italiano a questo link (qui sotto la presentazione video con sottotitoli in italiano). La visita a tutte le installazioni è libera e gratuita, tranne quella di Laura Splan (mar-dom, 10-18) e la mostra The Porous City (tutti i giorni, 10-18), per le quali la prenotazione è obbligatoria (istruzioni sul sito di Triennale). Mappa di tutte le installazioni. Visite guidate alla Triennale a piedi o in bicicletta.
- Sito web VisitFlanders - Ente del turismo delle Fiandre (in italiano).
- Per chi conosce l'inglese o il fiammingo, sono a disposizione gratuita anche alcuni podcast molto ben fatti sia da Visit Bruges sia da Triennale, ascoltabili dai siti rispettivi e anche su Apple Podcasts, Google Podcasts, Spotify.