Geoparco... tutti sanno esattamente di che cosa si tratta? Pensiamo di no anche perché è un termine entrato nell'uso corrente relativamente di recente. I geoparchi sono aree naturali di particolare interesse geo-minerario, cui l’Unesco assegna un riconoscimento inserendoli in un’apposita Rete internazionale. In Italia sono presenti per ora 8 geoparchi. Quelli di Rocca di Cerere (En), delle Madonie (Pa), del Beigua (Ge), della Sardegna, dell'Adamello Brenta (Tn), del Cilento e Vallo di Diano (Sa), delle colline metallifere Grossetane e delle Alpi Apuane (Ms). Bene, la novità è che si è quindi candidato il nono geoparco in Italia e ora spetta all'Unesco fare le dovute valutazioni e assegnare o meno il titolo di geoparco che, oltre agli interessi scientifici ha sicuramente anche un interesse turistico.
Basti pensare che nel mondo i geoparchi sono solo 89 per cui l'Italia ne avrebbe il 10 per cento, una percentuale altissima rispetto al ridotto territorio. Perché, ci si chiederà, è nata questa nuova domanda italiana.? La risposta è semplice e prende le mosse da una recente scoperta geologica. Nel 2009, forse si ricorderà, anche i quotidiani riportarono la notizia che in Valsesia (Vc) si era scoperto un antico supervulcano fossile di cui si poteva osservare tutto il sistema di alimentazione fino a 25 chilometri di profondità.
La richiesta ha per oggetto quindi il riconoscimento del Sesia Val Grande geopark, un'area che si estende dalla Valsesia e dalla Valsessera (Bl) alla Val Grande (Vb), passante per la Valle Strona e comprendente la VAl Cannobina e la media Ossola. Tutto questo teritorio infatti presenta caratteristiche geoogiche, strutturali, geomorfologiche, geominerarie e paesaggistiche eccezionali, rconosciute a livello internazionale e da tempo oggetto di ricerca.
Secondo Alice Freschi, Presidente dell'associazione Supervulcano Valsesia onlus e sindaco di Borgosesia, “il turismo derivante dalla nuova realtà porterà un grande beneficio a tutta la popolazione, oltre a far ciniscere la nosta realtà a livello mondiale”. Quali rocce si possono osservare in questa zona ci si potrà chiedere. Tante e varie, dalle effusive alle intrusive alle metamorfiche. Ma soprattutto granodioriti, dioriti, gabbri e peridotiti.