Un territorio poco conosciuto su un’isola molto famosa. Il Sulcis Iglesiente si presenta così. Prima le miniere, ora il parco geominerario riconosciuto dall’Unesco e, dal 13 al 20 settembre, anche location perfetta per l’arte contemporanea grazie a I nomi degli alberi, evento organizzato dall’Associazione Cherimus. Una settimana in cui creare un ponte ideale tra la Sardegna e il resto del mondo, senza timore delle contaminazioni che possono scaturire.
L’originalità della manifestazione sta nel coinvolgere artisti molto importanti da tutto il mondo per creare delle opere site specific, ovvero realizzate ad hoc per questa particolare situazione e permanenti. Innegabile il valore aggiunto che il territorio in questione guadagna e altrettanto innegabile l’accrescimento del patrimonio culturale dell’isola. I comuni coinvolti sono quelli di Iglesias, Carbonia, Santadi e Villaperuccio, nella fascia sudccidentale dell'isola, che ospiteranno i lavori di Franziska & Lois Weinberger, austriaci già presenti alla Biennale di Venezia, Zarina Bhimji, ugandese che ha partecipato alla Biennale del 2007 e Lucy+Jorge Orta, autori (molto impegnati) di opere decisamente attente ai molteplici cambiamenti sociali e non solo del pianeta Terra.
Durante tutta la settimana sarà possibile visitare le miniere e partecipare a workshop e conferenze. Il recupero di questi impianti, prima abbandonati e poi parzialmente ristrutturati nel segno del rispetto per la memoria storica, rappresenta un unicum affascinante che, pur sembrando lontano anni luce dall’effimero mondo dell’arte contemporanea, ne è un’ottima sintesi. L’importanza di coinvolgere al massimo il pubblico emerge anche dalla gratuità di tutti gli appuntamenti in calendario. Sculture e video installazioni racconteranno storie di biodiversità, di luoghi abbandonati, di rinascita. Temi perfetti per il Sulcis Iglesiente, che di rinascita ne sa davvero qualcosa.