Se ancora non siete partiti e state per farlo. Se siete ancora in vacanza e avete finito i libri da leggere. Se siete tornati e non c’è nessuno con cui passare le serate ancora afose. Se siete costretti al lavoro dove tanto non c’è nulla da fare e quindi potete approffittarne per leggere. Insomma, quale che si la vostra situazione ecco qualche altro consiglio di lettura estivo, dal romanzo al saggio passando per il reportage, legato al mondo del viaggio e della scoperta dell’altro.
1) Federico Fubini, Destini di Frontiera, Laterza. Pag. 176, euro 15
Non cercateli nei cataloghi dei tour operator che tanto non ci sono. Piuttosto spulciate la lista dei Paesi che il ministero degli Esteri sconsiglia di visitare che li troverete. Non sono bei posti quelli raccontati dal giornalista del Corriere Federico Fubini, ma pazienza. Sono Paesi interessanti, pieni di storie, popoli e persone con cui entrare in contatto per vedere un altro lato del mondo. Dalla militarizzata Birmania al guerresco Sudan, dall’afoso Bangladesh fino a Vladivostock, nove storie che parlando di un mondo lontano e poco visto.
2) Mirko Kovac, La città nello specchio, Zandonai. Pag. 394, euro 24
I veri scrittori sono quelli che si logorano con la scrittura, tutti gli altri appartengono al ceto impiegatizio della letteratura. O forse i veri scrittori sono semplicemente quelli che sanno raccontare una storia e sanno farlo bene. Così bene che possono permettere il lusso della digressione, aprendo parentesi su parentesi per ricordare parti della propria storia familiare, ma anche i dettagli della propria infanzia nella Jugoslavia socialista. Con il ritmo del racconto orale e la complessità di un romanzo corale Mirko Kovac racconta sua famiglia croata (di Ragusa/Dubrovnik) e la sua vita jugoslava per prendere congedo, con successo, da ogni forma di nostalgia del passato.
3) Leslie T. Chang, Operaie, Adelphi, Pag. 398, euro 24
A Dongguan le ragazze sono migliaia. Nelle fabbriche quelle del posto - una città di sei milioni di abitanti non lontano da Canton -, sono pochissime: la maggioranza sono immigrate dalle sterminate campagne cinesi. Un cantante guardandole direbbe che hanno grandi sogni e qualche speranza. Un sociologo che sono il motore silenzioso della Cina, la fabbrica del mondo. Leslie T. Chang, giornalista americana di origini cinesi, guardandole ha pensato di scrivere un libro. Così ha raccolto le loro storie in un reportage giornalistico alla vecchia maniera. Sembra un’edizione moderna dell’inchiesta Iacini sulle campagne italiane, quella di fine Ottocento. Solo che qui siamo in Cina e gli anni sono i nostri, quelli del miracolo economico cinese. Un miracolo di cui queste giovani operaie protagoniste del libro di Chang sono il motore più di qualsiasi altro in Cina.