C’era una volta l’Olanda. A scuola le maestre raccontavano che era il Paese dei tulipani e degli zoccoli, dei mulini e delle dighe. Crescendo si imparava che era anche il Paese di grandi artisti come Van Gogh, di un formaggio così e così come il Gouda, delle droghe libere, delle biciclette e del “calcio totale”, quello giocato dalla nazionale di Cruyff negli anni Settanta. Ecco, quel Paese c’è ancora: ma non si chiama più Olanda. Semplicemente perché il nome ufficiale del Paese è Regno dei Paesi Bassi. E Re Guglielmo Alessandro è il sovrano del Paese.
Se fino ad ora la confusione era tollerata, al punto che anche l’Ente del turismo promuoveva l’Olanda, perché così si è sempre chiamato il Paese in Italia,
dal 1˚ gennaio ogni comunicazione ufficiale dovrà riferirsi solo e soltanto ai Paesi Bassi, ovvero la traduzione di
Nederland come si dice nella lingua ufficiale - che non sarebbe l’olandese, ma il neerlandese, ma vabbé.
Tutto questo perché storicamente con il termine Olanda si intendono geograficamente solo le due province Olanda Settentrionale e Olanda Meridionale. Tra il X e il XVI secolo l’Olanda era una unità politica governata dai Duchi d’Olanda. Nel XVII secolo questa parte del Paese era quella economicamente e politicamente dominante in quella che era diventata la Repubblica d’Olanda. Il Regno dei Paesi Bassi, dalla parola Neder-landen che letteralmente significa appunto paesi bassi, è nato dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo nel 1815.
Linguisticamente il termine Olanda deriva dal germanico Houtland, terra boscosa, in riferimento all’ampia foresta che una volta si estendeva da ’s- Gravenzande ad Alkmaar e di cui rimane semplicemente un lembo nel quartiere di Haagse Bos all’Aia. E fino allo scorso dicembre si diceva alternativamente Olanda o Paesi Bassi, utilizzando il tutto per la parte, un po’ come ancora si fa dicendo Inghilterra, ma intendendo la Gran Bretagna o Regno Unito che dir si voglia.
E siccome nei Paesi Bassi le cose le fanno per bene hanno provveduto a una monumentale campagna di “rebranding” di tutto il Paese. Così che turisticamente sarà presentato sempre e solo come Paesi Bassi, che è quel che magari interessa più i turisti. Per esempio la nuova edizione della
Guida Verde Touring sarà giustamente chiamata Paesi Bassi e non Olanda, come una volta.
I primi passi ufficlali, oltre a rinominare tutti gli enti statali, dalle università ai ministeri, saranno presentarsi come Paesi Bassi alle competizioni internazionali, prime tra tutte l’Eurovision Song Contest che si terrà proprio a Rotterdam il prossimo maggio, i Campionati Europei di Calcio di quest’estate e le Olimpiadi di Tokyo. Però il colore delle maglie, almeno quello, rimarrà arancione.