Abbiamo viaggiato in Oman, il Corno d’Arabia. Una settimana intensa e appassionante per carpire qualche segreto di un paese ancora velato di mistero, appoggiato saldamente alle tradizioni, ma con una vocazione alla modernità che lo rende affascinante e contraddittorio.

Ecco l'ultima parte del racconto di un luogo da non perdere, dove magari programmare il primo viaggio d’autunno con i nostri Viaggi del Club.

IL REPORTAGE COMPLETO

La corniche di Muscat al tramonto
La corniche di Muscat al tramonto

SUR, IL CANTIERE DEL MAR ARABICO

Rasib è concentrato. La cadenza del braccio è regolare e la forza controllata, ma la barca non si sposta di un centimetro. Ci saranno 4, forse 5 nodi di vento e la giornata è ormai stanca del sole che la insegue dall’alba, la scalda fino a esaurirne le forze. Anche quelle di Rasib sono allo stremo e sa che domani si ricomincia e la barca sarà ancora immobile, nella rada di Sur.

Rasib è pakistano, il cantiere è omanita, la barca sarà proprietà di un benestante qatarino, e l'emiro il vento lo sentirà eccome sbattere sulle vele del vascello. Sono quasi quaranta giorni che Rasib e i suoi compagni piallano e lucidano il legno che farà da scheletro al veliero che da sempre solca le acque dei mari d’Arabia, dell’India e dell’Africa orientale, il Dhau. Ma al massimo le maestranze ci faranno un giro di collaudo,

La cantieristica e la manifattura del legno sono da sempre fiori all’occhiello dell’economia tradizionale che fino al XIX contava un flotta di circa 100 navi d’altura. Poi vennero i portoghesi, ma soprattutto gli inglesi a occupare le acque africane con le navi della British India Steamer Navigation, costringendo al declino la cantieristica Sur e alla povertà la sua comunità. Oggi Sur sta rialzando la testa, con il turismo, con la bellezza della sua corniche, con la posizione invidiabile per visitare i Wadi di Tiwi, e di Shab, prima di raggiungere Muscat, inizio e fine di quasi tutti gli itinerari omaniti.

MUSCAT, L'ARRIVO AL PORTO SICURO

Per i viaggiatori della golden age dell'Epoca delle grandi scoperte Muscat era percepita così, "un porto sicuro". Forse la sensazione è rimasta anche ai viaggiatori contemporanei, noi compresi. Nella capitale non c'è niente che rimandi alla tensione e ai contrasti che animano i porti commerciali. Lo specchio di un benessere non esibito e di una sicurezza palpabile si ritrova sulla corniche allungata verso nord per quasi 200 chilometri. Partite di rugby sui prati all’inglese e bagni notturni si ripetono davanti alle facciate dei resort, mentre a pochi metri anche le famiglie del posto si godono il mare e un momento di distensione..

Muscat è la cartolina che il sultano Qaboos ha sempre voluto mostrare a se stesso, al suo popolo e agli stranieri. L’Oman sarà un giorno come Muscat, capitale da sweet london life: ordinata, vivace, permissiva quanto basta per non saltare lo steccato del conformismo politico e religioso. Questo sognava il sultano gentile.

E i lasciti del suo buongoverno si sommano alle eredità. Nel cuore della Città vecchia si trovano infatti Il palazzo del Sultano, il Diwan (il Palazzo Reale) e il National Museum, mentre a dominare il porto è dal XVI secolo la mole dell’Al Mirani Fort, antico avamposto a difesa dagli invasori. Affacciato alla corniche di Mutrah, è il fascinoso Suq di Muscat, dove le bancarelle di tessuti, artigianato e alimentari sono protetti da una recente copertura in legno. Ma se la bellezza del mercato tradizionale è nella sua posizione accanto al mare, il pezzo pregiato del mercato è la parte interamente dedicata all’oro, un intreccio a maglie strettissime dove il cielo si vede a malapena e a brillare sono monili da sposa, anelli, bracciali, spille e pietre preziose.

La Corniche di Muscat all'uscita del suq
La Corniche di Muscat all'uscita del suq

I REGALI DEL SULTANO

I due siti che riflettono a pieno l’ambizione di Qaboos e il mito del “rinascimento” omanita sono la Royal Opera House e la Grand Mosque: cattedrali in marmo abbagliante, pensate dallo stesso studio di architettura per custodire i due pilastri del Sultanato illuminato, la cultura e la religione. Nella Royal Opera House (conclusa nel 2011) legni preziosi e intagliati delle gallerie e dei soffitti fanno il paio con i velluti delle sedute e i macchinari da scena nascosti dietro la buca dell’orchestra. Tutto è stato studiato per un’acustica impeccabile, peccato non averla provata.

La Grand Mosque è l’altro “regalo” fatto dal Sultano nel 2001 in occasione del suo trentesimo anniversario dall’ascesa al trono. I pavimenti in marmo sono da fiaba moderna, e mentre varchiamo l’atrio del luogo di preghiera ci sentiamo quasi sovrastati dalle dimensioni della "musalla" (la sala da preghiera) principale, che può contenere 6500 fedeli (le donne possono invece accedere a una musalla riservata da “soli” 700 posti). 

Camminiamo a raso del secondo tappeto persiano più grande del mondo, realizzato da 600 tessitrici in quattro anni di lavoro. Cristalli di Boemia ornano a centinaia il magnifico lampadario che domina la sala a quasi cinquanta metri d’altezza. Incombe su di noi, quasi come la domanda che pende sul futuro dell’Oman. Cosa ne sarà della terza via islamica e del sogno di un sultano? 

PER SAPERE TUTTO SULL'OMAN

  • Informazioni pratiche, contatti e approfondimenti sull'Oman si trovano sul sito ufficiale del Sultanato dell'Oman: www.omantourism.gov.om.
  • Nel cuore del quartiere diplomatico della capitale, Shangri-La Barr Al Jissah è un resort a cinque stelle dalle dimensioni rutilanti, con tutte le comodità di una grande e navigata struttura e con il limite del perdere un po’ il contatto con la città tanta è la voglia di abbandonarsi ai piaceri delle sue piscine e della sua Spa.
  • Per un’esperienza tra i sapori omaniti la nostra scelta cade sul fascinoso Bait al Luban di Muscat (www.baitalluban.com), a pochi passi dal Suq e dalla Corniche della capitale un posto di grande atmosfera davvero da non perdere.
  • Per dormire vicino a Sur, ci si può allontanare qualche chilometro dalla corniche: a noi è piaciuto moltissimo il soggiorno a Wadi Shab resort, piccolo e familiare hotel sulla spiaggia, e che spiaggia. Una baia di centinaia di metri che notte e giorno accompagna con luci e suoni del mare, il vero lusso è qui.