Abbiamo viaggiato in Oman, il Corno d’Arabia. Una settimana intensa e appassionante per carpire qualche segreto di un paese ancora velato di mistero, appoggiato saldamente alle tradizioni, ma con una vocazione alla modernità che lo rende affascinante e contraddittorio.Ora che il caldo estivo si sta attenuando anche nella Penisola Arabica, proseguiamo con la terza parte il racconto di un luogo da non perdere.
IL REPORTAGE COMPLETO
- Prima puntata: Oman, la bellezza nascosta nel corno d'Arabia
- Seconda puntata: le montagne dell'Oman, tra canyon straordinari e una rete millenaria di canali
- Terza puntata: nel cuore dell'Oman, cultura e tradizioni tra suq e fortezze
- Quarta puntata: l'Oman e i regali del sultano, i vascelli di Sur e la modernità di Muscat
A NIZWA, CAPITALE DELLA CULTURA OMANITA
Eravamo ancorati alla bellezza imponente che regala il Saiq Plateau, uno squarcio desertico tra gli speroni del Jabal Akdar, il frutteto omanita (vedi seconda puntata del viaggio). Ma lo sapevamo che prima o poi il refrigerio di due notti a 2000 metri di altitudine sarebbe entrato nei ricordi. Ora si prendono di petto strada e caldo per raggiungere l’antica capitale dell’Oman, Nizwa. Le serpentine seguite dai 4x4 lasciano intravedere un territorio in divenire. Corriamo verso Nizwa con l'aiuito della segnaletica impeccabile. Il paesaggio appare sempre meno desertico, sempre più macchiato da abitazioni in corso d’opera e villaggi cresciuti con le donazioni del Sultanato. Ci accorgiamo di essere nei dintorni di Nizwa quando un tappeto verde di palme da dattero si stende a tiro d’obbiettivo. Eccola l’oasi che delinea una naturale porta di accesso alla antica capitale del Paese.
Nizwa è a solo due ore dalla moderna Muscat, ma la distanza che divide le due città è più ampia della ruggente autostrada costiera che le collega. Le raccomandazioni delle guide locali si fanno più insistenti: niente fotografie a donne e bambini, manica lunga e pantaloni a tutta gamba anche per gli uomini. Nessun timore, ma la sensazione di dover entrare “bussando” è palpabile. Ad accoglierci è il suq di Nizwa, uno dei più antichi del paese. Riusciamo a scambiare qualche parola e condividere caffè e the in un'atmosfera rilassata, nonostante siamo in uno dei crocevia storici del commercio omanita. Protagonisti degli scambi sono i datteri e le loro declinazioni pasticcere, ma la parte tradizionalmente vissuta dai turisti è quella dedicata all’artigianato. Sono attraenti i colori dei mille oggetti sparsi tra i bancali e i bagliori dei pugnali d’argento, materiale prezioso che qui vanta tradizioni di manifatture raffinate.
IL SILENZIO NEL NIZWA FORT
“Si sente che qualche cosa è cambiato, il sole non sembra più immobile ma si sposta rapidamente, ahimè, non si fa tempo a fissarlo che già precipita verso il confine dell'orizzonte”. Non c’era Giovanni Drogo a vegliarlo l’orizzonte, ma rimanere qualche minuto sulle mura del forte di Nizwa rimanda quasi alla metafisica del Deserto dei Tartari di Buzzati. Entriamo nel silenzio irreale della piazza d’armi con la enorme torre circolare a incombere sulla prospettiva. I camminamenti del forte bruciati dal sole, la vista sui Monti Hajar e le piantagioni di datteri a perdita d’occhio completano un’esperienza surreale.
Il nostro pranzo è consumato invece un grande ristoro da dopolavoro. Niente piatti da fotografare e modi spicci ma carne e riso dicono la loro. Un té alla menta e una razione di datteri sono il corroborante per raggiungere il secondo forte che si può visitare intorno a Nizwa, il castello di Jabrim.
JABRIM, IL CASTELLO DELL’IMAM
È un palazzo fortificato unico. A stupire infatti non sono le sue forme imponenti, ma il clima quasi meditativo che si avverte una volta varcata la soglia delle stanze. L’atmosfera è una antica eredità della sua fondazione. Infatti non furono militari a presidiarlo ma un capo religioso, l’Imam Bilarab, che trasformò una struttura fortificata in uno dei più ferventi centri di cultura omaniti del XVII e XVIII secolo. Medicina, astrologia e cultura e legge islamica si studiavano nel silenzio ovattato delle stanze. Il contrasto tra la possenza della muratura e gli interni vuoti e minimali simili a una moschea merita davvero il viaggio.
MISFAT AL ABREEN, OASI DELLA TRADIZIONE
Il tema delle fortificazioni è di sicuro un filo rosso che può aiutare a scoprire questa parte di Oman che si stende tra Muscat e Nizwa. Ma prima di ritrovare la costa e il mare arabico il consiglio è fare tappa a Misfat Al Abreen: quasi un quadro vivente, una scena bucolica che non si vuole mutare. Qui non si può entrare in auto, si veste in lungo, non si può fumare, non si bevono alcolici e soprattutto vige il divieto di uscire dai camminamenti destinati ai turisti. Ne capiamo il motivo appena scendiamo i gradini in pietra che ci introducono al palmeto che accoglie questa comunità tradizionale dell’Oman. D’istinto si abbassa il tono della voce per lasciare spazio ai suoni dell’acqua che scorre negli aflaj e agli uccelli che si richiamano da ramo a ramo. Rimaniamo solo un’ora, ma il desiderio è di non curarsi più di un piano di visita, per abbandonarsi invece alla pace e all’ombra che regala il villaggio.
Ascolta i suoni che abbiamo raccolto nell'Oasi di Misfat
DA SINAW A SUR
Il suq di Sinaw è un affondo nel cuore dell’Oman. Sono le dieci di mattina ed è giovedì, la giornata campale in cui i beduini delle dune di Sharqiya arrivano per barattare il bestiame con beni di consumo. In una piazza abbacinante è un brulicare continuo di persone, animali, carri, auto. Tutti cercano di accelerare i compiti di giornata e chiudere gli affari prima che la morsa del caldo si stringa sul mercato. Dalla corte centrale, attraversiamo i banchi di frutta e verdura, prima di entrare in un capannone dove si tranciano e si vendono carni e pesce. L’odore è lancinante, ma non ferma le contrattazioni serrate. Assecondiamo la frenesia precipitandoci al centro del mercato del bestiame. Ci facciamo largo tra capre, dromedari, pollame, mucche scambiati. Le donne portano una maschera nera sul volto e il frastuono diventa feroce. Proviamo a essere discreti, a scattare qualche foto e soprattutto a portarci via con un registratore la voce del luogo.
Ascolta i suoni che abbiamo raccolto nel suq di Sinaw
VERSO SUR E IL MAR ARABICO
Ora la voglia di spazio e di mare diventa quasi esigenza fisiologica, si guida verso Sur, verso il mare arabico, verso capitale della cantieristica omanita. Poi si riprenderà la strada verso Muscat, protagonista della nostra ultima parte di un viaggio in Oman.
PER SAPERE TUTTO SULL'OMAN
Informazioni pratiche, contatti e approfondimenti sull'Oman si trovano sul sito ufficiale del Sultanato dell'Oman: www.omantourism.gov.om.