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Sembra incredibile, ma Pompei continua a riservare sorprese. In questo caso l'ambiente protagonista è la Schola Armaturarum, ormai un simbolo di rinascita per Pompei, dove tra l'altro è in corso il restauro degli affreschi originali salvatisi dal bombardamento del 1943. Qui dal luglio 2017 si procede a scavare anche gli ambienti retrostanti, che non erano mai stati indagati prima d'ora.
Ebbene, da uno degli scavi è stato portato alla luce un deposito di anfore, al momento formato da quattordici reperti immersi nel lapillo di quasi duemila anni fa. Le anfore, rinvenute intatte, dovevano contenere olio, vino e salse di pesce, uno dei condimenti preferiti dagli antichi romani. Una delle anfore presenta iscrizioni dipinte in cui si leggono numeri, a indicare i quantitativi, e, verosimilmente, il prodotto contenuto. L'uso come deposito dell'ambiente è confermato dai graffiti visibili su una delle pareti dell'ambiente, che ribadiscono l'attività di stoccaggio.
Lo scavo si concluderà nel mese di dicembre: a quel punto le anfore saranno ricollocate in situ nell’ambito del più ampio progetto di valorizzazione del “museo diffuso” che il Parco archeologico sta adottando in più aree degli scavi per ri-contestualizzare i reperti nei luoghi di provenienza.
LE PROSSIME SCOPERTE
L’esplorazione della struttura completa della Schola non è il solo intervento del genere previsto a Pompei. In corso è anche il grande cantiere di scavo nella Regio V, il cosiddetto “cuneo” (un’area di oltre 1000m2 nella zona posta tra la casa delle Nozze d’Argento e gli edifici alla sinistra del vicolo di Lucrezio Frontone), dal quale ci si aspetta di portare in luce ulteriori strutture e reperti di ambienti privati e pubblici. In quest’area (sul pianoro delle regiones IV e V), inoltre, sarà previsto l’allestimento di un laboratorio di studio archeologico dei reperti che verranno alla luce e un deposito per la loro conservazione temporanea.
LE PROSSIME SCOPERTE
L’esplorazione della struttura completa della Schola non è il solo intervento del genere previsto a Pompei. In corso è anche il grande cantiere di scavo nella Regio V, il cosiddetto “cuneo” (un’area di oltre 1000m2 nella zona posta tra la casa delle Nozze d’Argento e gli edifici alla sinistra del vicolo di Lucrezio Frontone), dal quale ci si aspetta di portare in luce ulteriori strutture e reperti di ambienti privati e pubblici. In quest’area (sul pianoro delle regiones IV e V), inoltre, sarà previsto l’allestimento di un laboratorio di studio archeologico dei reperti che verranno alla luce e un deposito per la loro conservazione temporanea.
“Siamo contenti delle scoperte che stanno emergendo. – dichiara Massimo Osanna, Direttore del Parco archeologico - Pompei ha iniziato una nuova stagione, quella di una ricerca archeologica intensa e del prosieguo della conoscenza del sito. Dopo il suo recupero, attraverso le messe in sicurezza di tutte le sue regiones, l’apertura di nuove domus restaurate, la restituzione alla fruizione di interi quartieri finora inaccessibili, grazie al recupero della percorribilità di quasi tutte le vie urbane, ci si può dedicare anche ad attività di scavo, che si affiancano alla manutenzione programmata e che consentiranno di fornire nuove ipotesi alla storia della vita quotidiana degli antichi, in alcuni casi dando risposta a quesiti irrisolti, come potrebbe essere per la Schola armatorarum”.
Il carattere pubblico militare della Schola armaturarum, infatti, fu fin dall’inizio chiaro per via delle grandi dimensioni e della sua decorazione (i trofei all'ingresso e le figure alate e armate che decorano le pareti). Tuttavia la sua esatta destinazione, deposito di armi o scuola di formazione della gioventù pompeiana, continua a non essere certa. Lo scavo degli altri ambienti, quelli in cui sono stati trovate le anfore, ha come obiettivo proprio quello di chiarire tali aspetti.
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