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La data - sabato 14 luglio - è di per sé “rivoluzionaria” e si presta all’inaugurazione di un’opera che di certo si annuncia come una “rivoluzione” della mobilità sul Garda. In provincia di Brescia apre la “Ciclopista dei sogni”, la Garda by Bike, primo tratto di un anello di 140 chilometri che ruoterà a filo d’acqua attorno uno dei laghi più suggestivi e visitati d’Europa.
La notizia fa scalpore soprattutto per la spettacolarità del tracciato e le soluzioni ingegneristiche adottate: perché i due nuovi chilometri di ciclabile, che collegano Limone sul Garda (capo Reamol) fino al confine con la provincia di Trento, sono davvero tra i più spettacolari d'Europa.
Come a volte succede, l’opera ingegneristica riesce a trascendere la sua funzione. Se ne ha percezione guardando le prime immagini che ritraggono la pista che “sbalza” sul lago, che si aggrappa alle pareti di roccia nei tratti in cui la strada Gardesana (che le corre accanto per buona parte del tracciato) si infila nelle gallerie. Insomma per ciclisti e non sarà un vero spettacolo en plein air.
UNA RIVOLUZIONE SOSTENIBILE
Nulla lasciato al caso, costruzione, materiali, criteri estetici: dal similegno resistente alle intemperie alle protezioni in acciaio che non impattano sul paesaggio e danno l’impressione di scivolare su un pontile di un veliero.
Dopo la festa di domenica prossima, quando sarà aperta al pubblico per la prima volta, si fanno stringenti i prossimi step per completare l’opera. Il giro di boa sarà la conclusione dei lavori della pista dell’Alto Garda, unendo la bresciana Tremosine a Brenzone, arrivando sulla sponda veneta (veronese) toccando prima Riva del Garda e poi Torbole.
Traguardo ancora lontano è invece la realizzazione definitiva. Il progetto prevede la realizzazione di ben 140 chilometri di pista ciclopedonabile distribuiti tra Trentino, Veneto e Lombardia, con la possibilità di collegarsi alla Ciclovia del Sole e alla Ciclovia Vento.
Il lago di Garda si rivela così un perfetto laboratorio per un futuro del turismo sostenibile. La prospettiva di poter lasciare a casa il proprio mezzo privato per scoprire un territorio “dolcemente” è un obiettivo che sempre più richiede uno sforzo condiviso tra istituzioni, associazioni e comunità.
Il cantiere della ciclopista /foto Georock
INFORMAZIONI
- I particolari ingegneristici li trovate sul sito fil.tn.it, che ringraziamo per le immagini.
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