Uno sperone di roccia in mezzo a un fitto bosco, una serie di mura merlate a chiudere lo spazio, una torre che svetta tre le colline e una serie di altre strutture dove vivere e conservare le provviste. Sono secoli che l’aspetto del castello di Gropparello non cambia. Immerso nella verde val Vezzeno, sopra uno sperone di serpentino verde a picco sul torrente, il castello si trova a una trentina di chilometri da Piacenza, sui primi Appennini. Fa parte del circuito dei castelli del Ducato, oltre trenta dimore storiche sparse tra Emilia e Toscana, in quello che un tempo era il territorio dei duchi di Parma, Piacenza e Pontremoli.
Un posto particolare, affascinante e inaspettatamente vivo. Perché di un castello medievale tutto ci si aspetta fuorché che sia attivo e in continua evoluzione. E invece negli anni il castello è cresciuto. Nel bosco circostante è aperto il Parco delle Fiabe dedicato al bambini, venti ettari in cui si susseguono sentieri, piccoli giardini nascosti, radure tra i boschi secolari. Un luogo dove sentire storie di elfi e di fate, di cavalieri inesistenti e di maghi. E per i più grandi c’è il museo della Rosa Nascente con 108 varietà di rose per un totale di 1350 piante. Mentre tra le mura del castello è stata allestita la sala degli Strumenti Musicali con una ricca collezione che comprende un pianoforte ottocentesco gran coda firmato da Pierre Erard, arpa settecentesca, clavicembalo italiano, arciliuto a 10 cori, flauti barocchi diritti e traversi, cromorni, bombarde, un liuto ed una viella popolare, un divertente clavicordo meccanico costruito a Vienna. E in questi giorni di quarantena il castello si può visitare anche da remoto, per esempio il 25 aprile Chiara Gibelli, una delle castellane del castello di Gropparello racconterà in diretta il castello e la sua storia.