Giubileo 2025: tutti i cammini portano a Roma

Il Giubileo è già in pieno fermento, e con esso è tornata la voglia di mettersi in cammino. Lasciatevi ispirare dalle prossime righe per trovare l'esperienza perfetta tra quelle ideate da Touring Club Italiano sul sito Wonders.it, vetrina del progetto “Wonders. Scopri l’Italia delle meraviglie” di Autostrade per l’Italia per la promozione e valorizzazione del Belpaese .

Roma vibra di commozione e preghiera. Nell’anno del Giubileo Ordinario, un evento che richiama milioni di pellegrini da ogni dove, è scomparso Papa Francesco. Eppure l'Anno Santo prosegue con Papa Leone XIV nel suo spirito originale, anzi, forse ancora più ricco di significato. 

Il tema scelto da Bergoglio e portato avanti dal nuovo pontefice, “Pellegrini di Speranza”, oggi risuona ancor più forte come invito a rimettersi in cammino, fisicamente e spiritualmente, in un mondo che cerca nuovi orizzonti e ora riflette sulla sua eredità. 

Il pellegrinaggio è da sempre nutrimento: un cammino verso le sorgenti della fede per rinnovare il legame con il sacro e ricevere l’indulgenza plenaria. Pensate agli anni in cui a muoversi, in sandali e su strade malmesse, erano i primi pellegrini, magari dopo che da Anagni, nel lontano 1300, Bonifacio VIII, promulgò la Antiquorum habet fida relatio, una bolla che non era solo carta e inchiostro, ma la scintilla che accese il primo Giubileo. Solcare sentieri polverosi, carichi di storia, significa però anche ritrovare un’intima connessione con se stessi, la natura e gli altri, e riscoprire un modo di viaggiare antico, lento.

Che siate mossi dalla fede o dalla curiosità, i cammini che portano a Roma sono un'esperienza che mescola sudore, riflessione, incontri inaspettati e la soddisfazione impagabile di raggiungere la meta con le proprie gambe. Dalla più lunga Via Francigena che da Canterbury punta dritto al cuore della cristianità, alla Via di Francesco, che ripercorre i luoghi legati al santo d'Assisi.

Per chi è già a Roma o nei dintorni c’è il fascino urbano e spirituale del Giro delle Sette Chiese e quello delle antiche vie consolari come la Via Ostiense e l’Appia Antica, tra acquedotti romani e catacombe silenziose.

Un filo che cuce l'Europa da nord a sud, percorso per secoli da pellegrini, mercanti, soldati e re: è la Via Francigena. Le sue radici affondano nell'Alto Medioevo, consolidandosi come principale via di collegamento tra l'Europa nord-occidentale e Roma già in epoca longobarda e franca. Ma la mappa che ne ha consacrato il percorso, il documento che ne ha cristallizzato il tracciato, lo dobbiamo a un uomo pragmatico e devoto: "Sigeric the Serious", come lo chiamano oltremanica, arcivescovo di Canterbury. Era il 990 d.C. e, di ritorno da Roma dopo aver ricevuto il pallio papale, Sigerico annotò con cura le sue 79 mansiones, le tappe del suo viaggio di ritorno. Quel diario divenne, di fatto, la prima guida della Via.

Il tracciato srotola i suoi chilometri (oggi stimati in circa 1800) da Canterbury, nel Kent inglese, fino al cuore della cristianità, la Basilica di San Pietro a Roma. Attraversa la Francia, la Svizzera e taglia l'Italia dal Passo del Gran San Bernardo – epica traversata a quasi 2500 metri, un tempo sfida temibile tra le nevi perenni – e attraversa Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna e Toscana, regione che forse ha in sé le tappe più belle del percorso, soprattutto con l'incanto della Val d'Orcia. Con l'intensificarsi dei pellegrinaggi verso la Terra Santa, nacque poi la necessità di raggiungere i porti d'imbarco del Sud Italia. Si sviluppò così la “Via Francigena del Sud”, un prolungamento che dalla capitale puntava verso la Puglia. La meta finale divenne Santa Maria di Leuca, il Finis Terrae italiano, lembo estremo di terra dove Ionio e Adriatico si incontrano, da cui salpare verso Gerusalemme. 

Su Wonders.it, il TCI racconta una porzione imperdibile di cammino toscano, che dalla valle dell’Arno conduce fino alle porte di Certaldo.

Un cammino che non segue le rotte di antichi imperatori o mercanti, ma i passi e lo spirito di un santo rivoluzionario che parlava agli uccelli e chiamava fratello il lupo: San Francesco d'Assisi. A differenza di vie storiche come la Francigena, nate da esigenze commerciali o di pellegrinaggio verso Roma, la Via di Francesco è piuttosto una rete di sentieri, amorevolmente ricostruita e segnalata in tempi molto più recenti dal desiderio di collegare i luoghi che hanno segnato in modo indelebile la vita, la conversione e la predicazione del Poverello di Assisi. Il percorso si sviluppa principalmente lungo due direttrici che convergono e ripartono da Assisi, centro nevralgico del francescanesimo. La Via del Nord, certificata dal TCI, collega il sacro monte de La Verna, in Toscana – santuario mistico immerso in una foresta monumentale, dove la tradizione vuole che Francesco ricevette le stigmate nel 1224 – alla sua città natale. La Via del Sud prosegue invece da Assisi fino a Roma, ricalcando i viaggi che Francesco intraprese per incontrare il Papa e ottenere l'approvazione della sua Regola. Ma la ricchezza del cammino sta anche nelle numerose varianti che toccano eremi nascosti, borghi medievali e santuari intrisi della sua memoria, come quelli della Valle Santa reatina: Greccio, La Foresta, Poggio Bustone e Fonte Colombo, di cui trovate approfondimenti nell’itinerario Valle Reatina. Le foreste di San Francesco.

Un pellegrinaggio che unisce devozione secolare e scoperta dell’Urbe, passo dopo passo. Sebbene le sue radici possano affondare in pratiche penitenziali medievali, la forma e la popolarità che conosciamo oggi si devono a san Filippo Neri, il carismatico "santo della gioia", che a partire dalla metà del Cinquecento rivitalizzò questa tradizione trasformandola. Non più solo penitenza, ma un'esperienza comunitaria, gioiosa e informale: un modo per rinsaldare la fede camminando insieme per Roma, visitando le sue chiese più significative, cantando laudi e condividendo un pasto fraterno. Il percorso classico si snoda per circa 25 chilometri e include le quattro basiliche papali maggiori – San Pietro in Vaticano, San Paolo fuori le mura, San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore – e altre tre importanti chiese come San Sebastiano fuori le mura, Santa Croce in Gerusalemme e San Lorenzo fuori le mura. Su Wonders.it trovate l’experience di TCI Roma. Il pellegrinaggio delle sette chiese giubilari.

Strade non strade, quelle consolari, ma corridoi nel tempo, finestre aperte sulla storia millenaria della Città Eterna. Due su tutte, la Via Ostiense e la Via Appia Antica, dalle anime distinte ma entrambe ricche, ricchissime. Di storia e spiritualità. Percorrere, almeno in parte, l'antica Via Ostiense, la strada che collegava Roma al porto di Ostia, significa seguire idealmente il tragitto che portò l'Apostolo delle Genti, san Paolo, al luogo del suo martirio e sepoltura, la Basilica di San Paolo fuori le mura. Un cammino che aumenta il suo fascino con l’avvicinarsi alla grandiosità della basilica, la seconda per dimensioni dopo San Pietro, con il suo quadriportico imponente, i mosaici scintillanti e l'atmosfera solenne che custodisce la tomba del santo. 

Ben altra suggestione offre la Via Appia Antica, la “Regina Viarum”, un museo a cielo aperto che si estende per oltre 15 chilometri e percorribile anche in bici. Su Wonders.it il Touring ne racconta le tappe più suggestive nell’itinerario Pedalare nella storia. La via Appia Antica. Si cammina su basoli levigati dal tempo, che hanno sentito i passi delle legioni romane, dei carri e dei primi cristiani. Partendo da Porta San Sebastiano, mentre sfilano pini marittimi e cipressi, appaiono innumerevoli imponenti monumenti sepolcrali come la tomba di Cecilia Metella, ville romane e ingressi a misteriose catacombe come quelle di Domitilla, San Callisto e San Sebastiano, testimonianze silenziose e potenti della fede dei primi secoli.