È ripartita lo scorso 18 agosto la Carovana dei Ghiacciai, la campagna itinerante promossa da Legambiente per monitorare lo stato di salute dei Giganti Bianchi delle Alpi. Nell’estate 2024 sono sei le tappe programmate sui ghiacciai alpini di Francia, Valle D’Aosta, Piemonte, Lombardia, Friuli-Slovenia e Veneto. Ogni tappa è una occasione di divulgazione e di sensibilizzazione sulla crisi climatica e sul riscaldamento globale a cui le nevi perenni sono per prime esposte.

Per coltivare questa consapevolezza ogni escursione sui ghiacciai alpini è scandita da monitoraggi scientifici del ghiacciaio e momenti performativi dedicati all’arte e alla musica. Destinazioni delle prime quattro tappe i ghiacciai Mer de Glace, in Francia, quello della Val Pelline e del Flua, in Valle d’Aosta e Piemonte.

In questi giorni, fino a sabato 31 agosto, la carovana è sul ghiacciaio lombardo del Fellaria, una visita che avrà come punto di partenza il Rifugio Bignami e quello di arrivo un punto panoramico del ghiacciaio in cui dopo lo spazio dedicato all’”inquadramento scientifico”, si terrà una performance musicale del flautista Jacopo Cavallotti.

Martedì 3 settembre si farà tappa sul ghiacciaio del Canin di Sella Nevea, sulle alpi friulane, mentre tra il 5 e il 9 settembre sotto i riflettori di Legambiente saranno le nevi perenni della Marmolada, con la salita al ghiacciaio di Serauta in programma sabato 7 settembre.

Mer de Glace, Chamonix Montblanc / Rodrigo_085, Shutterstock

A muovere la Carovana è la passione per la natura e l’amara consapevolezza che la sofferenza dei giganti bianchi è cronica, vittima di un riscaldamento globale irreversibile. Una sofferenza che non riguarda solo l’arco alpino, ma la quasi totalità dei corpi glaciali al di sotto dei 3500 metri di quota, che entro il 2050 sono a forte rischio di scomparire, con la conseguente perdita di paesaggi affascinanti, biodiversità e riserve di acqua dolce. 

Lo stato di crisi globale dei ghiacciai è stato evidenziato anche da un recente studio scientifico pubblicato dall’Unesco in cui si preannuncia la scomparsa entro il 2050 dei ghiacciai europei delle Dolomiti e dei Pirenei. Stessa sorte toccherà a quelli del monte Kilimangiaro, in Tanzania, e del monte Kenya, in Kenya, del parco di Yellowstone e di Yosemite, negli Stati Uniti.

Gli altri ghiacciai in pericolo sono quelli del Tian-Shan occidentale, tra Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan e ridotti del 27% dal 2000, del parco nazionale di Los Alerces, in Argentina, del parco nazionale di Huascaran, in Perù, del parco di Waterton in Canada, e i ghiacciai Te Wahipounamu, in Nuova Zelanda.