I fiumi europei stanno soffrendo. Nonostante l’Europa sia dotata di una forte normativa sull’acqua, nel suo ultimo report, pubblicato oggi, la Commissione Europea fa un ritratto a tinte fosche sull’applicazione della Direttiva europea Acque (2000/60/CE): gli Stati Membri non sono sulla buona strada per conseguire, entro il 2027, l’obiettivo del “buono stato ecologico”, previsto dalla normativa comunitaria per i fiumi, i laghi, le zone umide, i corsi d’acqua, le acque sotterranee e le acque di transizione e costiere.
In particolare, in Italia la situazione delle acque dolci è grave e l’inadeguata applicazione della Direttiva è testimoniata dal fatto che solo il 43% dei 7.494 fiumi avrebbero raggiunto un “buono stato ecologico”, come richiesto dalla Direttiva Acque, mentre il 41% è ben al di sotto dell’obiettivo di qualità e un 16% non è stato nemmeno classificato. Per i 347 laghi del nostro Paese la situazione è ancora più grave visto che appena il 20% è “in regola” con la normativa europea.
UNA FIRMA PER SALVARE LE NOSTRE ACQUE!
Cosa si può fare? Dare forza alla Direttiva sulle Acque europee, innanzitutto, una legge molto forte dell'Unione Europea che protegge fiumi, ruscelli, zone umide, acque costiere e falde acquifere. Secondo questa legge, come dicevamo, entro il 2027 i Paesi dell'Unione Europea devono riportare le proprie risorse idriche a un buono stato di salute. Nonostante questo, la situazione sta peggiorando sempre più; e ora molti Stati membri vogliono addirittura modificare la Direttiva, indebolendone la forza legislativa.
Moltissime associazioni che hanno a cuore l'ambiente, come il Touring Club Italiano, si sono quindi messe d'accordo per far sentire la voce dei cittadini alla Commissione Europea affinché continui a difendere le nostre acque. Basta compilare il form che vedete qui sotto: il Touring manderà le firme alla Commissione, per fare capire quanto gli europei tengano a preservare le loro acque. Leggete le risposte alla consultazione europea, già precompilate all'interno del form qui sotto, e aderite mandandoci i vostri dati; penseremo noi a inoltrare la vostra posizione all'Europa. Già oltre 330.000 cittadini hanno detto la loro: proteggiamo insieme le acque europee!
Alla Campagna #ProtectWater aderiscono 100 ONG europee e nel nostro Paese la Coalizione “Living Rivers” Italia (oltre 20 tra enti e associazioni: AIAPP, AIIG, AIPIN, APR, ARCI, Associazione Watergrabbing, CATAP, CIRF, Federazione Pro natura, CISBA, Coordinamento Nazionale Tutela Fiumi Free Rivers Italia, FIPSAS, Gruppo 183, INU, Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, LIPU, SIEP, SIGEA, Spinning Club Italia, Slow Food, Touring Club Italiano e WWF Italia).
La Campagna europea è guidata da WWF, European Environmental Bureau, European Anglers Alliance, European Rivers Network e Wetlands International, che insieme formano la coalizione “Living Rivers” Europe. La consultazione, che si protrarrà fino all'11 marzo 2019, rappresenta l'unica opportunità per i cittadini di esprimere la propria opinione e la Campagna #ProtectWater fornisce uno strumento facile per esprimere il proprio sostegno perché questa legge rimanga forte ed efficace.
Titolo: Abbiamo una buona legge, ma una politica brutta e cattiva
Nella prima vignetta: Direttiva Acque - Buona qualità delle acque! Recupero delle aree umide! Passaggi per i pesci! Fiumi liberi di scorrere! Sì!
Nella seconda vignetta: Dai, facciamolo più tardi! -No! Il momento è adesso!
LA SITUAZIONE DEI FIUMI EUROPEI
Tornando al report della Commissione, quali parametri si considerano per valutare l'applicazione della Direttiva? Al proposito, la Commissione Europea prende in considerazione i Piani di gestione di Bacino 2015-2021, lo strumento più efficace per il miglioramento dei nostri ecosistemi acquatici e per garantire un uso sostenibile delle acque dolci europee. In particolare, la Commissione Europea ha definito delle raccomandazioni per gli Stati Membri in cui chiede di migliorare la gestione delle acque e rileva come sia urgente un cambiamento significativo nel modo con cui i Paesi della UE affrontano i principali fattori di pressione sulle acque (come l’inquinamento derivante dall’agricoltura e l’uso eccessivo della risorsa idrica).
Per la Coalizione Living Rivers Italia il report della Commissione rende evidente come gli Stati Membri stiano seriamente mancando ai propri impegni in attuazione della normativa europea, mettendo così a rischio la disponibilità della risorsa acqua per la natura e per le persone. “Con solo il 40% dei fiumi, laghi e zone umide europee che possono considerarsi oggi in un ‘buono stato ecologico’, è veramente deludente se non irresponsabile constatare come lo strumento più efficace per tutelare e ripristinare gli ambienti acquatici non sia ancora oggi utilizzato pienamente”, commenta la Coalizione europea Living Rivers.
”La Commissione Europea ha avviato procedure istruttorie Eu Pilot per violazione del diritto comunitario nei confronti del nostro Paese, rispettivamente per l’indiscriminato sfruttamento delle acque a scopo idroelettrico e per la non corretta applicazione della Direttiva Quadro Acque. Purtroppo, anche la biodiversità delle acque dolci è fortemente in crisi in Italia, come testimonia la grave situazione in cui versano le oltre 40 specie di pesci autoctoni, 24 delle quali endemiche, tra cui la Trota marmorata, il Carpione del Garda e il Carpione del Fibreno, mentre il solo Cavedano appare fuori pericolo” concludono le associazioni.
TROPPE DEROGHE E INTENZIONI DEBOLI
La piena attuazione della Direttiva richiede impegno e fondi adeguati, ma un ampio numero di Stati Membri sta continuando ad usare (e ad abusare) dei diversi tipi di deroghe consentite dalla Direttiva. Circa la metà dei corpi idrici (superficiali e sotterranei) sono in esaurimento. E la cosa ancora più preoccupante è che alcuni tipi di deroghe, come quelle che consentono agli Stati membri di fissare standard più bassi o di continuare a realizzare interventi dannosi (come impianti idroelettrici, opere di difesa dalle alluvioni e per la navigazione), sono utilizzate più frequentemente che nel passato, senza alcuna vera giustificazione. Si aggiunga che il report della Commissione rileva anche una mancanza di fondi adeguati per attuare le misure che consentono di controllare la stessa attuazione della Direttiva.
Quello che emerge chiaramente dalla valutazione della CE, conclude la Coalizione Living Rivers, è che i piani definiti dagli Stati Membri per tutelare e ripristinare gli ecosistemi acquatici risultano essere senza alcuna ambizione e non dimostrano alcuna intenzione di affrontare la terribile condizione in cui versano le acque europee.