In Abruzzo, nel territorio Aquilano, scende dalle pendici dei monti Pietra Gentile e Parte Calda il fiume Giovenco. Le sue sorgenti lasciano Campomizzo, a circa 1250 metri di quota, per correre verso Ortona dei Marsi, Pescina e San Benedetto dei Marsi, nel territorio protetto del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Una valle, quella che prende il nome dal fiume, che attraversa foreste in cui convivono cervi e caprioli, lupi, aquile e persino l’orso marsicano.

Restituire anche al Giovenco la sua natura selvatica è l’obiettivo di Rewilding Apennines, iniziativa che ha come fine quello di intraprendere azioni decise e puntuali che ridiano fiato alla natura nella sua forma più vera e selvaggia, rimuovendo tutto quello che può modificare e inquinare l’ecosistema di un territorio, in particolar modo nell’Appennino.

Rewilding Apennines ha tra i suoi campi di azione anche quello della rivitalizzazione dei fiumi, ripristinandone gli ecosistemi e partendo dal dato che la biodiversità acquatica è tra le più minacciate. Le attività dell’uomo infatti degradano le acque e impongono barriere artificiali che minacciano gravemente le specie ittiche migratorie.

GIOV & GO A free-flowing Giovenco

Per salvare il Giovenco Rewilding Apennines ha cercato e ottenuto un finanziamento di 157.065 euro da Open Rivers Programme per il progetto "GIOV & GO - A free-flowing Giovenco". Questa iniziativa ambiziosa mira a ripristinare il corso naturale del fiume Giovenco, nel territorio protetto dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, intervenendo su cinque barriere artificiali che attualmente lo frammentano.

L’obiettivo è ripristinare oltre 11,2 km di “continuità fluviale”, per migliorare significativamente la qualità dell'habitat, favorire la biodiversità acquatica e ripariale e per sostenere l'intero equilibrio ecologico del fiume.

L’iniziativa non è un’azione estemporanea e tantomeno non è radicale, ma aderisce pienamente all’indirizzo delle politiche europee, finalizzate da tempo ad orientare la gestione dei corsi d’acqua tutelando attivamente la biodiversità, che poi è uno degli obiettivi fondamentali della Strategia Europea per la Biodiversità, che mira a ristabilire lo scorrimento libero di almeno 25.000 km di fiumi entro il 2030.

L'Obiettivo 6 dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite mira a garantire l’accesso all’acqua potabile, a migliorare la gestione sostenibile delle risorse idriche e a proteggere gli ecosistemi acquatici.”, afferma Luciano Sammarone, Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. “Oggi più che mai con i cambiamenti climatici in atto, la riqualificazione fluviale è un’operazione importante per la protezione degli ecosistemi e della biodiversità acquatica, sempre più minacciata".

Open Rivers Programme

Liberare un fiume per migliorare ambiente ed economia

Liberare il Giovenco dalle barriere artificiali e lasciarlo tornare a scorrere libero garantirà diverse opportunità sia ecologiche sia socioeconomiche. Verrebbe facilitata la presenza e gli spostamenti di specie acquatiche autoctone protette e vulnerabili all’estinzione, come il gambero di fiume e la trota mediterranea.

Anche la vegetazione ripariale avrà l'opportunità di recuperare il proprio spazio, producendo effetti positivi a cascata su molte altre specie animali, prima tra tutte la lontra europea, che sta lentamente ricolonizzando in modo spontaneo il territorio, così come uccelli, insetti e mammiferi, che trarranno beneficio dal ripristino degli habitat naturali e da un ecosistema più sano e connesso.

Lontra europea - foto Shutterstock

Rimuovere molti sbarramenti artificiali, che attualmente trattengono i sedimenti provenienti da monte, consentirà non solo il ripristino del naturale processo di trasporto solido verso valle ma di contrastare i fenomeni di erosione nei punti in cui l’acqua è costretta a salti e cascate innaturali. Infine, coinvolgere la comunità e riannodare un rapporto con il “suo” fiume ridarà bellezza e attrattività al territorio.

"Rimuovere queste barriere permetterà al fiume di ripararsi da solo", afferma Fabien Quétier, Head of Landscapes di Rewilding Europe. "Si tratta di un esempio di approccio del rewilding al ripristino della natura, con interventi relativamente piccoli e mirati, come la rimozione delle briglie, che sbloccano il grande potenziale degli ecosistemi di restaurarsi".

Come a dire che, se un fiume scorre libero, è un fiume sano.