

LA TESTA DEL DIO ADE
Qualche parola su questo importante reperto. La testa è risalente al 400-300 avanti Cristo e raffigura un dio, probabilmente Ade, signore degli Inferi. Ha una ricca barba e una testa coperta da riccioli, riccioli che sono stati creati separatamente e poi aggiunti alla testa stessa. E' realizzata in terracotta, un materiale frequentemente utilizzato nelle colonie della Magna Grecia come Morgantina, il sito in provincia di Enna da cui proviene.
A parte la bellezza della testa stessa (27x20x18 cm circa), a renderla unica è il particolare del colore: sui capelli rimangono tracce di pigmento rosso e sulla barba tracce di pigmento blu (da qui il simpatico nome di Barbablu con cui talvolta è indicata la statua). Che le statue greche fossero riccamente colorate è cosa nota; ma è molto raro che il colore si trovi ancora sui reperti conservati fino a oggi. Peraltro, anche gli occhi, a forma di mandorla, erano probabilmente decorati con ciglia di metallo.

Fino a qualche tempo fa, si pensava che questa testa raffigurasse Zeus, signore degli dei, a cui nei poemi omerici viene spesso attribuito l'epiteto di "blu-barbato", ma oggi si pensa che rappresenti Ade, per lo più a causa del luogo di ritrovamento. I santuari presenti a Morgantina, infatti, erano incentrati sulla venerazione di Demetra e di sua figlia Persefone; e proprio il rapimento di Persefone da parte di Ade era considerato dagli antichi la causa del cambiamento delle stagioni (il passaggio dall'estate all'inverno). Alcune fonti dicono che il fatto mitico fosse avvenuto al lago di Pergusa, che non è affatto lontano dal sito di Morgantina.
LA VICENDA DEL REPERTO

L'opera è stata restituita dal museo alla presenza appunto del Console Generale, Antonio Verde, e delle autorità giudiziarie e di polizia italiane. E tornerà in Italia già dal 29 gennaio.
Il piccolo e importantissimo museo di Aidone è una perla del nostro Paese, così come il sito archeologico di Morgantina, poco distante. Nel museo infatti sono conservati alcuni preziosi reperti rinvenuti nelle vicinanze e riportati in Sicilia dopo che erano stati venduti illegalmente all'estero: nel dicembre del 2009 sono rientrati dall'università della Virginia due acroliti (due teste, tre mani e tre piedi in marmo) di epoca greca appartenenti verosimilmente alle dee Demetra e Kore; nel dicembre del 2010 è stata la volta del rientro dal Metropolitan Museum di New York di straordinari argenti per usi rituali e da tavola, appartenuti a Eupolemo; nella primavera del 2011 è rientrata la cosiddetta Dea di Morgantina, chiamata anche Venere.
Molto probabilmente anche la testa di Ade verrà esposta a fianco di questi capolavori, che chiunque passi dalla parte centrale della Sicilia dovrebbe ammirare (Aidone e Morgantina sono vicini al più famoso sito di Piazza Armerina, dove la Villa Romana del Casale conserva alcuni dei più famosi mosaici romani al mondo).

E naturalmente si riaprirà l'annosa polemica. E' giusto che reperti così importanti siano posti in un piccolo museo di provincia? Per farli apprezzare da più persone possibile, non sarebbe opportuno esporli nel museo di una grande città? Anche il museo di Reggio Calabria, che ospita i celebri Bronzi di Riace, subisce da anni la stessa discussione. Ma che cosa sarebbe Reggio senza i suoi bronzi? Difficile dare una risposta: voi che cosa ne pensate?
