IL 16 PORTA FORTUNA
Gli avversari dapprima sembravano perplessi dall'esibizione non solo canora. Da tempo un mal digerito senso del fair play suggerisce che non è bello approfittare delle sventure altrui; in altre parole che se in quel momento avessero preso il largo, la vera di figura di merda, secondo i più, l'avrebbero fatta loro. I contendenti hanno così traccheggiato per qualche minuto, poi però, non vedendo la maglia rosa ritornare tra loro dopo dieci tornanti di morbidezza e fresco appunto come una rosa, hanno deciso che, dal momento che una rosa è una rosa è una rosa, anche lo sport è lo sport è lo sport. E che finalmente vincere bisogna.
Lo hanno pensato Quintana e Nibali, aumentando sempre di più la cadenza delle pedalate verso i 2502 m del passo e andando a riprendere i fuggitivi di giornata. Tutti tranne Mikel Landa. Alla caccia del basco, all'inizio della discesa come un falco pellegrino si è lanciato Nibali e insieme hanno pennellato le curve verso il traguardo.
Alle loro spalle, a una manciata di secondi, Quintana, poi Pozzovivo, Zakarin. Chapeau a Cambronne-Dumoulin che in salita e in discesa ha tenuto duro – non ridete, per favore – . Ha resistito per due volte alla tentazione di sterzare il manubrio giù a destra per i Bagni Vecchi e i Bagni Nuovi - magari anche per la Val di Dentro - ed è arrivato al traguardo con 2'18''. Resta così in rosa per 31'' di vantaggio su Quintana; Nibali risale al terzo posto a 1'12'', poi Pinot, Zakarin, Pozzovivo, Mollema e Jungels, tutti entro i 5'.
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