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La recente pubblicazione dei dati Istat sul turismo in Italia nel 2016 offre alcuni spunti interessanti per interpretare l’andamento del settore nel breve periodo.
Sono stati complessivamente 117 mln gli arrivi e 403 mln le presenze, il record di sempre per il nostro Paese, in crescita rispetto al 2015 rispettivamente del 3,1% e del 2,6%. Se le presenze incoming si confermano trainanti (+3,5%), rinnovando un trend in continua crescita ormai dal 2010, per il secondo anno consecutivo si evidenziano segni di ripresa anche della componente domestica (+1,6%), dopo l’inversione di passo avvenuta nel 2015 in occasione di EXPO (+4,9% sul 2014).
Del resto, segnali di un nuovo “rinascimento” del nostro turismo arrivano anche dai primi dati del 2017: le stime provvisorie (gennaio-luglio) registrano un incremento di arrivi e presenze attorno al 4%. Certamente il tema della ripresa economica è centrale nello spiegare lo stato di salute del nostro turismo anche se non si può non considerare il particolare momento storico: dopo la spinta ricevuta dall’Esposizione Universale, l’Italia si è avvantaggiata notevolmente della difficile situazione del Mediterraneo. La Francia ad esempio ha visto nel 2016 un calo del 2% dei flussi internazionali sull’anno precedente, per non parlare dalla situazione drammatica che stanno vivendo Egitto (-42%) e Turchia (-28%).
Quello che non è cambiato, nonostante il quadro sopra descritto, è la distribuzione dei flussi nelle diverse aree del nostro Paese: il Sud – benché si proponga con caratteristiche simili e per certi versi sostitutive ai prodotti turistici dei Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo – non riesce ad accelerare la propria crescita, attraendo soltanto il 20% delle presenze totali, che scendono al 14% se si considerano quelle straniere, dato ormai consolidato da anni…
Qualche riflessione interessante viene anche dalla top 10 dei mercati incoming. I trend di breve periodo confermano che la crescita dei flussi stranieri in Italia ha una matrice “continentale”: sono infatti i Paesi europei a registrare le variazioni più positive. La Germania, che si conferma il primo mercato con 56,6 mln di presenze, cresce del 6,1% sul 2015, la Francia – seconda – con 13,4 mln cresce quasi del 3% e il Regno Unito, terzo con 13 mln, aumenta addirittura del 4,5%, nonostante a partire dalla metà del 2016, in concomitanza del referendum sulla Brexit, la sterlina abbia cominciato a deprezzarsi sull’euro. Crescono poi anche Paesi Bassi – in quinta posizione (+6,3%) dopo qualche anno di disaffezione nei confronti dell’Italia – e la Spagna (+9,4%).
Di tenore differente il quadro dei flussi di medio-lungo raggio: in calo i turisti cinesi (-16,8%) che passano dall’ottavo all’undicesimo posto in classifica. Dopo l’exploit dell’anno di EXPO (5,4 mln di presenze) si riassestano i flussi che comunque crescono di quasi un milione rispetto al 2014.
Andamento chiaramente negativo invece per Russia (-8,8%) e Brasile (-14%): per la prima non sembrano ancora riassorbiti gli effetti della crisi, attenuatasi solo a partire dalla fine del 2016, mentre per il secondo cominciano ad avvertirsi, anche nel turismo, gli effetti della congiuntura economica, ritornando alle performance del 2014.
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