«Una sfida difficile ma appassionante», dice Luca De Michelis, AD dell’editore di Marsilio Arte, coartefice dell’operazione insieme al direttore artistico il veneziano Mario Codognato. Ma una sfida che il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi ha colto al volo. Ampliare cioè l’immagine consolidata della città rinascimentale lombarda, legata indissolubilmente ai capolavori che contiene a Palazzo Te e al Palazzo Ducale e alle opere firmate da artisti come Andrea Mantegna e Giulio Romano.

Il 29 novembre scorso a Mantova, presso il Palazzo della Ragione, splendido edificio di origine duecentesca in piazza delle Erbe, completamente restaurato per l’occasione,  è stato inaugurato uno spazio espositivo di 11 sale (suddivise cronologicamente e per temi trattati) di arte contemporanea dedicato alla Sonnabend Collection.

Si tratta di una raccolta personale della gallerista Ileana Shapira, di origine origine rumena, fuggita prima a Vienna poi a Parigi per sottrarsi alla persecuzione nazista degli ebrei. All’inizio aprì una galleria a Parigi poi, un secondo spazio espositivo nel quartiere Soho a New York insieme al primo marito, il famoso gallerista triestino Leo Castelli, poi continuata insieme con il nuovo marito Michael Sonnabend, fino al 2007, anno della sua scomparsa.

Per la prima volta una delle raccolte d’arte private più importanti del XX secolo, capace di unire Pop Art, Arte Povera, Minimalismo, fotografia e performance e installazioni, ha trovato casa permanente in Italia, Paese molto amato da Ileana e Michael.

Non si tratta solo di un museo, ma dell’ingresso ufficiale di Mantova nel circuito internazionale dell’arte contemporanea come Parigi e New York , come ha sottolineato all’inaugurazione il sindaco Palazzi. Un capitolo tutto nuovo e, appunto, una sfida per la città del Rinascimento e Patrimonio Unesco, che ora accoglie anche capolavori di Robert Rauschenberg ,Andy Warhol (tra cui Campbell’s Soup del 1962), Roy Lichtenstein (Little Aloha, 1962), ma anche le opere italiane di Michelangelo Pistoletto, di Mario Schifano, e quelle di Jeff Koons (Wild Boy and Puppy, porcellana del 1988), di Anselm Kiefer, di Jannis Kounellis e di molti altri.

ll percorso espositivo ripercorre i molteplici interessi artistici dei Sonnabend e il loro impegno e sostegno ad artisti emergenti e movimenti che hanno poi caratterizzato la cultura visiva dell’ultima metà del 900, compreso il mondo della fotografia e della performance dal vivo: Una sfida vinta, come quella di portare in Usa gli artisti europei (all’epoca  sconosciuti e ignorati) così come gli artisti americani esporre nel Vecchio Continente.

 “Una sfida importante”, riprende il sindaco, “lanciata senza un euro di denaro pubblico (ma con il supporto della banca Bper) per una piccola città di 50 mila abitanti che ha sempre saputo creare grandi eventi artistici. In questo momento di in cui l’Italia e l’Europa sembrano giocare in difesa e di rimessa questa invece è una operazione di una città d’arte che vuole salire sul palcoscenico internazionale e rilanciare la sfida culturale per ricollocarsi nel mondo. Non è una operazione cittadina. ma nazionale e vuole riaprire il dialogo culturale e intellettuale tra America ed Europa” .