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In Italia ci sono circa 1500 laghi. Anche se la maggioranza degli italiani, c’è da scommettere, facendo ricorso alle reminiscenze delle scuole elementari se ne ricorderà al massimo una decina. E poi nasceranno i soliti dubbi legati alla visione nozionistica della geografia: ma si chiama Lario o lago di Como (o di Lecco?), Benaco o Garda ? 

Quale che sia il nome corretto, una cosa è certa: i laghi italiani vanno ora di moda tra i turisti, specie gli stranieri, che sempre più li affollano in ogni stagione. Sono così tanti che il turismo lacustre – che comprende i laghi glaciali alpini e subalpini e quelli di origine vulcanica del Centro Italia – vale circa il 7% circa dei flussi turistici italiani. Numeri che ovviamente crescono nella stagione estiva, perché il lago – anche qui, soprattutto per gli stranieri – costituisce una vera alternativa al mare. 

Vista dall'alto dell'isola di San Giulio, sul lago d'Orta. (Shutterstock)

LE BANDIERE BLU
Lo testimoniano anche i numeri delle Vele assegnata da Legambiente e Touring Club Italiano e segnalate nell’edizione 2025 della guida Il mare più bello. Con le cinque vele, ovvero il massimo riconoscimento, assegnato in Piemonte a Cannero Riviera (Vb) sul lago Maggiore e Avigliana (To) sul lago di Avigliana Grande; ma anche a Gardone Riviera e Toscolano Maderno sulla sponda bresciana del lago di Garda.

Il lago di Fiè allo Sciliar, Bolzano. (Shutterstock)

E poi a laghetti alpini color smeraldo, come il lago del Mis (Bl), o Farra d’Alpago, sul lago di Santa Croce, che fanno il paio con il lago di Fiè, sullo Sciliar, il lago di Monticolo ad Appiano sulla strada del vino (Bz) e il lago di Molveno, in Trentino, fino al più meridionale di tutti, il piccolo e fotogenico lago di Scanno, in provincia dell’Aquila. Ma lo stato delle acque dei laghi italiani non è affatto male, visto che ben 81 località hanno avuto almeno una Vela, con cui sono state riconosciute sia la qualità ambientale che la qualità dei servizi ricettivi.

Bellagio, il centro del lago di Como. (Shutterstock)

IL TRIONFO DEL COMO LAKE 
Due cose che insieme contribuisco all’aumento delle presenze, in crescita ovunque, e trascinati dall’esplosione del Lago di Como, che ormai dovrebbe essere chiamato Como Lake. Dal 2015 a oggi il Lario ha registrato un aumento esponenziale non solo delle presenze (più 40% in una decina di anni, oltre 5 milioni di pernottamenti), ma – a cascata – delle imprese turistiche (più 19%) e degli addetti, cresciuti del 37%. C’è chi dice che sia tutto merito di George, George Clooney, il super divo americano che ormai una vita fa, nel 2002, ha acquistato per dieci milioni di euro Villa Oleandra a Laglio, sulla sponda sinistra del lato comasco del lago. E dopo di lui sono arrivate altre star straniere, che hanno preso casa, o sono transitate nei grandi alberghi del lago. Come quel Villa d’Este – un tempo dimora della principessa di Galles Carolina Amalia di Brunswick, moglie ripudiata di Giorgio, erede al trono d’Inghilterra – e da decenni albergo di super lusso di Cernobbio, che da anni è un altro grande attrattore di gente famosa e facoltosa. Così come lo è l’hotel Passalacqua, 24 stanze di gran lusso a Moltrasio, che nel 2023 è finito in cima alla lista dei 50 Best hotel of the world.

Ma sul lago di Como non vengono solo i ricchi e famosi – concentrati sulla sponda comasca tra Cernobbio e Menaggio, ogni zona ha il suo pubblico: Domaso e Dongo da sempre sono meta di olandesi e tedeschi amanti del campeggio, tra Colico e Dervio si affollano gli amanti di tutte le declinazioni del vento, mentre tra Bellano, Varenna e Bellagio arrivano stranieri da ogni dove e in ogni stagione dell’anno, mossi – tra le altre cose – dall’innegabile fotogenicità del tutto. Così tanti che alle volte, specie alla stazione di Varenna nei weekend di bella stagione, il troppo turismo rischia di diventare un problema, per gli abitanti e per i turisti stessi.

LA BELLE EPOQUE DI STRESA

Malcesine, sulla sponda veronese del lago di Garda. (Shutterstock)

Questo grande successo dei laghi italiani per la verità non è una novità. A inizio Novecento, complice – nel 1906 – l’apertura del traforo del Sempione, le teste coronate d’Europa scendevano in Italia, facendo tappa a Stresa, sul lago Maggiore, fermata dell’Orient Express dalle cui vetture il bel mondo si trasferiva al Grand Hotel des Iles Borromées che faceva da catalizzatore delle attenzioni, in una zona dove le ricche famiglie industriali lombarde e piemontesi facevano a gara nel costruire le sontuose ville che ancor oggi punteggiano il lungolago. Mentre un secolo prima Goethe scendendo dal Brennero in una delle sue puntate italiane aveva apprezzato Malcesine e il Garda, ammirando i paeselli che la sera si specchiavano nelle acque del lago. Per non parlare del fascino degli altri 1498…

Le isole Borromeo, sul lago Maggiore. (Shutterstock)