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Il 9 novembre 1989, dopo un ambiguo e inaspettato annuncio in tv, i cancelli del muro di Berlino che divideva la città da 27 anni si aprirono lasciando le guardie ai checkpoint senza nulla da ridire alle migliaia di persone che da est si riversarono a ovest. Un momento storico che i più fortunati hanno visto dal vivo e il resto del mondo in televisione, all'ora del telegiornale.
Nei giorni successivi le stesse persone che per anni avevano guardato con astio e timore quel confine innaturale decisero di riversare su di esso la rabbia, la paura e i soprusi subiti distruggendolo a picconate, martellate, usando persino mani e unghie. Molti berlinesi hanno in casa un piccolo souvenir di quel muro e pezzi di varie dimensioni sono più o meno ovunque nel mondo e persino nello spazio. L'esorcizzazione di un orrendo simbolo del potere aveva avuto successo.
LA FESTA DELL'UNITÀ
Dal 7 al 9 novembre Berlino ricorderà quel momento storico con una serie di eventi che letteralmente illuminarenno la città. Tutto il percorso del muro è stato infatti rifatto con migliaia di palloni luminosi, alcuni dei quali saranno liberati in cielo la sera del 9 per celebrare la rivoluzione pacifica che sconvolse il futuro del mondo. La colonna sonora del momento sarà la Nona sinfonia di Beethoven, poi diventata anche inno dell'Unione europea.
Ma i festaggiamenti comprenderanno tanti concerti, tra le 17 e le 21 dell'8 novembre, dell'European Union Youth Orchestra al Mauerpark, all'East Side Gallery e al Checkpoint Charlie, il più noto dei punti di controllo quando la città era divisa. Lungo tutta l'installazione luminosa, inoltre, una mostra open air dal titolo “100 Wall Stories” racconterà cento storie di persone prima della costruzione del muro, ma anche delle proteste, dei tentativi di fuga, delle morti, della vita quotidiana nella città spaccata in due. Un'immersione intensa e suggestiva nel passato recente di Berlino che ha segnato infinitamente anche il presente.
Il calendario degli eventi prevede anche festeggiamenti alla Porta di Brandeburgo con mercatini di memorabilia e souvenir, messe per i caduti e tanti altri appuntamenti che faranno dire a tutti “Ich bin ein Berliner”, come il presidente Kennedy in visita nell'allora divisa Berlino.
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