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Come ha detto spesso Baia Curioni durante varie presentazioni, il riconoscimento di Capitale italiana della cultura è un riconoscimento alla capacità di progetto, non alla città più bella o ricca di storia. "I progetti hanno fatto bene a noi, che li abbiamo ascoltati. Hanno dato un'immagine diversa da quella che siamo abiutati ad ascoltare: ci hanno raccontato resilienza, capacità di risalire, tenuta civile, desiderio di riscatto" ha detto Baia Curioni oggi, durante la premiazione. "Abbiamo riscontrato anche capacità di alleanza e capacità di fare squadra, a livello regionale e tra pubblico e privato, tra lingue e culture diverse. E poi, abbiamo riscontrato creatività della produzione culturale e volontà di cambiare: un tratto comune, quest'ultimo, una capacità non ideologica, orientata al fare".
LE MOTIVAZIONI DI PARMA
“Esempio virtuoso – così recita la motivazione - e di elevata qualità nella progettazione territoriale a base culturale. I suoi punti di forza sono rappresentati in particolare dalla capacità di attivare e coordinare un sistema estremamente complesso di soggetti, allargato su base territoriale estesa. Il progetto, infatti, enfatizza un forte, attivo, coinvolgimento dei privati e delle imprese del territorio, una stretta relazione con il mondo dell’università e della ricerca, con il mondo della cultura e del welfare; dalla presenza di un rapporto consapevole tra rivitalizzazione urbana, integrazione sociale e produzioni cultuali con riferimento esplicito all’attivazione di distretti; da un sistema di offerta culturale di ottimo livello realizzato con una esplicita attenzione ai giovani, all’integrazione tra discipline artistiche, con particolare riferimento alla tradizione musicale”.
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IL PROGETTO PARMA 2020
Ecco in sintesi il progetto di #Parma2020. "Sette distretti socio-culturali, dislocati in diverse aree della città, che diventano spazi di creatività, riflessione, rigenerazione e innovazione. Una Parma nuova che sta nascendo offre alla Parma storica e ai suoi palinsesti temporali l’occasione di vivere dentro l’oggi, in una città multiculturale che costruisce giorno per giorno la sua contemporaneità. Trentadue progetti stretti attorno al claim della candidatura – La cultura batte tempo – e ad un ambizioso progetto pilota. Trentadue sfide divise in produzioni, cantieri, esposizioni e rassegne, costruite insieme a tutte le istituzioni, le associazioni e le forze nazionali e europee di Parma e del territorio che la circonda, in una sinergia virtuosa tra pubblico e privato resa stabile a partire da questa candidatura. Trasformare lo spazio significa rigenerare il tempo che quello spazio produce, significa mettere in gioco una visione di città trasversale ai vari ambiti: dalla cultura all’urbanistica, dal sociale al turismo, dall’ambiente agli educativi e alle pari opportunità. Parma 2020 è una città intera, capace di fare impresa e di presentare un modello culturale a più voci e al contempo unitario, che dovrà guidarla da subito e negli anni a venire".
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La Capitale italiana della cultura è una novità introdotta con il Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83, contenente nuove misure in materia di tutela del patrimonio culturale, sviluppo della cultura e rilancio del turismo (convertito in legge e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 175 del 30 luglio 2014). In particolare, il provvedimento conteneva le misure ArtBonus, atte a favorire il mecenatismo culturale attraverso un credito di imposta al 65% per gli anni 2014 e 2015 e al 50% per il 2016.
Nel 2015 il titolo è andato a cinque città (Lecce, Siena, Cagliari, Perugia-Assisi e Ravenna), che erano le "sconfitte" al titolo di Capitale europea della cultura 2019, andato a Matera.
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