News
La Direttiva quadro Acque 2000/60/CE non verrà indebolita e non ne verranno prorogati i termini per il raggiungimento degli obiettivi che si propone. A confermarlo è stato il commissario dell’Unione europea per l'ambiente e gli oceani Virginijus Sinkevičius, rilasciando negli scorsi giorni una dichiarazione ufficiale.
La notizia è stata diffusa dalla direzione internazionale di Wwf, entusiasta di poter celebrare una vittoria insieme a EEB, the European Anglers Alliance, European Rivers Network and Wetlands International e anche il Touring Club Italiano. Queste sono infatti tra le principali associazioni riunite nella coalizione #ProtectWater, nata soprattutto per sostenere gli obiettivi ecologici prefissati entro il 2027: ovvero proteggere fiumi, ruscelli, zone umide, acque costiere e falde acquifere, riportando le proprie risorse idriche a un buono stato di salute.
A dare ancora forza all’azione di #ProtectWater è stata una petizione internazionale conclusasi il 22 marzo 2019, data simbolica in cui si celebra la Giornata internazionale dell’acqua. Per quella occasione si raccolsero ben 375mila firme, molte delle quali arrivarono dai nostri soci e lettori di questo sito. E un'adesione così importante alla causa ecologica ha di certo contribuito ad arrivare alle decisive dichiarazioni della Commissione europea di questi giorni.
Areuse, Svizzera / Getty Images
LA (CAGIONEVOLE) SALUTE DELLE ACQUE ITALIANE
In Italia la campagna #ProtectWater è coordinata dal Wwf e riunisce oltre 20 associazioni, tra cui il Touring Club Italiano. La coalizione italiana #ProtectWater, un anno fa, sottolineava come la situazione delle acque dolci fosse grave e che a dimostrare la mancata l’applicazione della Direttiva Ue fossero dati allarmanti sulla qualità delle nostre acque: solo il 43% dei 7.494 fiumi avrebbero raggiunto un “buono stato ecologico”, come richiesto dalla Direttiva Acque, mentre il 41% era al di sotto dell’obiettivo di qualità e un 16% non era stato nemmeno classificato. Ad oggi la situazione non è purtroppo cambiata. Per i 347 laghi invece la situazione appariva ancora più critica, visto che appena il 20% era “in regola” con la normativa europea.
Ora non resta che attendere le prossime azioni ufficiali della Commissione europea, vigilando più di prima sulla tutela delle nostre acque, bene comune.
Ora non resta che attendere le prossime azioni ufficiali della Commissione europea, vigilando più di prima sulla tutela delle nostre acque, bene comune.
Inquinamento sulle rive del lago di Como / Getty Images
0 like