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1497. Belem, Portogallo. Sulle coste di Lisbona le condizioni del mare sono quelle giuste per prendere il largo. Lo sa Vasco da Gama, lo sanno quelli della ciurma e forse lo sanno anche le buone stelle che guidano il navigatore portoghese a doppiare per primo il Capo di Buona Speranza per attraversare l’Oceano Indiano fino a Calicut, India, nel maggio del 1498. Vasco da Gama è il primo a raggiungere per mare l’India, e la sua impresa solleva il forziere della madrepatria: un forziere che in pochi anni si riempirà a dismisura. Inizia così l'età portoghese delle Grandi Scoperte.
2014. Muscat, Oman. David Mearns, americano di nascita ma britannico d’adozione, è a capo di una equipe di oceanografi. Le loro immersioni ripetute al largo dell’Oman, nel mar Arabico, portano alla superficie 3000 reperti da un relitto di una nave, l'Esmeralda, appartenuta alla flotta di Vasco da Gama e affondata nel 1503, durante il secondo viaggio verso l'India. Ma il reperto più prezioso è forse all’apparenza il meno eclatante: un disco di appena 2 millimetri di spessore, con due segni che fanno subito sobbalzare dalla sedia il ricercatore. Il primo è uno stemma portoghese, l’altro il simbolo personale di Dom Manuel I.
L'astrolabio ritrovato sui fondali omaniti nel 2014 /foto David Mearns
2016. Warwick, Inghiterra. Il disco viene analizzato per ben 3 anni prima che ad annunciare l’incredibile scoperta sia la Royal Geographical Society: il disco ritrovato sui fondali omaniti è il più antico strumento di navigazione al mondo, un astrolabio databile tra il 1495 e il 1500. A dare certezza del fatto che l'oggetto sia un astrolabio è la scansione laser, che evidenzia sulla superficie del disco delle tracce distanziate 5 millimetri una dall’altra, segni che i navigatori usavano per determinare - grazie all’altezza del sole - la posizione del vascello in mare aperto durante la navigazione.
La scansione mostra le tracce per le misurazioni della posizione in navigazione /foto University of Warwick
Finora si conoscevano oggetti di misurazione nautica del 1530: mai si era ritrovato qualcosa di così antico. E il fatto che appartenesse a una delle navi della mitica spedizione di Vasco da Gama, l’Esmeralda, lo rende ancora più speciale. Come a suggerirci che l’epoca delle grandi scoperte non è ancora finita.
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